Libri di Armando Marchi
Trilogia della città di K. Il grande quaderno-La prova-La terza menzogna
Agota Kristof
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 384
«Tutto ha inizio con due gemelli che una madre disperata è costretta ad affidare alla nonna, lontano da una grande città dove cadono le bombe e manca il cibo. Siamo in un paese dell’Est, ma né l’Ungheria né alcun luogo preciso vengono mai nominati. Un inizio folgorante che ci immette di colpo nel tempo atroce dell’ultima guerra raccontandolo come una metafora. La nonna è una “vecchia strega” sporca, avara e senza cuore e i due gemelli, indivisibili e intercambiabili quasi avessero un’anima sola, sono due piccoli maghi dalla prodigiosa intelligenza. Intorno a loro ruotano personaggi disegnati con pochi tratti scarni su uno sfondo di fame e di morte. Favola nera dove tutto è reso veloce ed essenziale da una scrittura limpida e asciutta che non lascia spazio alle divagazioni. Un avvenimento tira l’altro come se una mano misteriosa e ricca di sensualità li cavasse fuori dal cilindro di un prestigiatore crudele». (Rosetta Loy)
Idea sui romanzi e altri scritti
François de Sade
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 144
Pubblicata nel 1800, l’Idea sui romanzi fu ristampata in volume singolo solo nel 1878. Il testo, nato come introduzione alle novelle dei Crimes de l’amour, è molto di più di una semplice prefazione: è l’unica dichiarazione esplicita di poetica che sia dato di ritrovare nell’intero corpus delle opere di de Sade ed è “il” programma di uno scrittore: definendo un’idea di romanzo che si configura come sostanzialmente eterodossa in realtà guarda ancora ai testi canonici del passato. Leggiamo cosa scrive lo stesso de Sade: “A cosa servono i romanzi? Siete ipocriti e perversi perché solo voi ponete questa ridicola domanda. Servono a dipingervi così come siete, orgogliosi individui che volete sottrarvi al pennello perché ne temete i risultati. Il romanzo, se mi è concesso esprimermi così, è la descrizione dei costumi secolari. Per il filosofo che vuole conoscere l’uomo è essenziale tanto quanto la storia; il bulino di quest’ultima non lo descrive che quando si mostra, ma allora non è più lui: ambizione e orgoglio celano il suo volto dietro una maschera che mostra unicamente queste due passioni, non l’uomo. Il pennello del romanzo, al contrario, lo coglie nella sua interiorità…, lo sorprende quando abbandona questa maschera e lo schizzo, molto più interessante, è al contempo ben più vero. Ecco l’utilità dei romanzi. Dunque è vero che il romanzo è utile, e non abbiamo affatto timore di elencare qui alcuni principi che crediamo necessari per giungere alla perfezione in questo genere. So bene che mi è difficile adempiere a questo compito senza fornire argomenti contro me stesso: non divento doppiamente colpevole di non aver ben fatto se provo di sapere quello che occorre per far bene? Ma lasciamo da parte queste vane riflessioni; siano immolate all’amore per l’arte!”. Insieme all’Idea sui romanzi e alla sua prima stesura (il Progetto di avvertenza dell’autore per la raccolta primitiva dei suoi racconti e delle sue novelle), abbiamo riunito tutti i testi in cui de Sade parla del romanzo o del proprio “fare”, testi accomunati, tranne un pamphlet e un passo delle Notes littéraires (La stima dovuta agli scrittori), dal fatto di essere prefazioni.
Il dragomanno e il dilemma del senso. Scritti editi e inediti
Armando Marchi
Libro: Libro in brossura
editore: Guerini e Associati
anno edizione: 2011
pagine: 208
"Il Dragomanno (dall'accadico "Targumannum" e dall'arabo "Tarjuman") è, nella tradizione dell'Impero Ottomano, colui il quale fa da interprete delle lingue musulmane per i ceppi linguistici europei, destinato a preservare l'autenticità del significato, custode della sua non corruttibilità. Il dilemma della ricerca del senso e della sua trasmissione è stata a lungo la chiave dell'agire dell'archetipo del Dragomanno, come lo è stata per l'Armando che abbiamo conosciuto, mai intellettualmente rassegnato dinanzi alle cosiddette evidenze fattuali, sempre guidato dall'angoscia ermeneutica del pensiero lineare e coerente con se stesso". Precursore di tendenze emergenti, Marchi elabora una visione dirompente dell'organizzazione aziendale coniugando conoscenza e crescita, valore e sviluppo, in una prospettiva di costante e inesauribile ricerca di senso.