Libri di Bruno Maida
L'infanzia nelle guerre del Novecento
Bruno Maida
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: 344
Nei disegni di guerra fatti dai bambini le strade sono molto rare e non collegano mai due luoghi. Tutto si riduce a un punto dove c'è il corpo senza vita di qualcuno oppure un veicolo brucia. Metafora di una vita sospesa, l'assenza di strade rinvia alla responsabilità degli adulti che devono costruirle e aiutare i bambini a ritrovarle. La guerra è una frattura profonda nella vita di chi ne faccia esperienza, condiziona i comportamenti successivi, sedimenta le memorie che si radicano nell'identità. Lo è ancora di più per l'infanzia per la quale, nella stratificazione delle diverse età che la compongono, la guerra coincide con il tempo della formazione, della definizione di se stessa, della costruzione di un proprio sguardo sul mondo. Che siano stati mobilitati, resi protagonisti passivi o attivi della violenza, colpiti da traumi e perdite, rimasti soli oppure, al contrario, attraversino il tempo della guerra protetti e non invasi dagli effetti più laceranti, i bambini sono stati in ogni caso sempre più coinvolti e condizionati dai conflitti armati del Novecento e gettati sulla scena fino a trasformarsi, nella seconda metà del secolo, in veri e propri combattenti. E ciò è accaduto all'interno di un paradosso: all'affermarsi e al diffondersi di un sistema di protezioni nazionali e internazionali per i civili nei contesti di guerra, con un'attenzione specifica nei confronti dei bambini, è corrisposto un progressivo e crescente coinvolgimento diretto e indiretto dell'infanzia.
Non si è mai ex deportati. Una biografia di Lidia Beccaria Rolfi
Bruno Maida
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 280
«Voglio vivere per tornare, per ricordare, per mangiare, per vestirmi, per darmi il rossetto e per raccontare forte, per gridare a tutti che sulla terra esiste l'inferno» (Lidia Beccaria Rolfi). Maestra elementare, staffetta partigiana, deportata a Ravensbrück, autrice di due importanti volumi sulla deportazione, Lidia Beccaria Rolfi è stata una figura fondamentale sia per la sua caparbia volontà di costruire una testimonianza femminile dell’esperienza concentrazionaria sia per la sua ribellione rispetto ai ruoli, alle convenzioni e al conformismo, all’esclusione. E questa biografia di Bruno Maida, che ne ripercorre l’intera esistenza, senza limitarsi alla vicenda concentrazionaria, dimostra l’eccezionalità di una delle grandi voci dell’orrore del Lager. Una «grande disturbatrice» che, al suo ritorno, ha rotto il muro di silenzio crea to attorno ai deportati dall’indifferenza di chi avrebbe dovuto ascoltare. Un saggio appassionato e appassionante che ci restituisce l’immagine di una donna forte e fragile al tempo stesso, che ha saputo elaborare senza pietismo e vittimismo la propria terribile esperienza e ha reso quel dolore una chiave per leggere il mondo.
La Shoah dei bambini. La persecuzione dell'infanzia ebraica in Italia (1938-1945)
Bruno Maida
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 344
La storia della persecuzione degli ebrei attuata dal fascismo tra il 1938 e il 1945 ci è ormai ben nota, ma raramente ci si è soffermati a riflettere su cosa abbiano significato quei tragici sette anni per i bambini italiani. Per i bambini «ariani», cresciuti nell'educazione al razzismo e alla guerra, e, soprattutto, per i bambini ebrei, allontanati da scuola, testimoni impotenti della progressiva emarginazione sociale e lavorativa dei genitori, e in moltissimi casi della distruzione e dell'eliminazione fisica della propria famiglia. Da questa prospettiva la storia che abbiamo alle spalle assume nuovi significati e stratificazioni. Il regime fascista iniziò ad attuare la discriminazione proprio dal mondo della scuola, e i bambini ebrei - prima espulsi, poi separati, esclusi e infine internati - furono vittime tra le vittime. Una parte di essi fu poi deportata, gli altri dovettero fuggire e nascondersi per molti mesi. Bruno Maida ne ripercorre la storia attraverso i progressivi stadi della persecuzione, attento a cogliere non solo lo sguardo che l'infanzia ebbe di fronte al turbinio dei fatti, ma la portata politica di una ferita impossibile da sanare.
I treni dell'accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell'Italia del dopoguerra 1945-1948
Bruno Maida
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 361
Tra il 1945 e il 1948 l'Unione donne italiane e il Partito comunista organizzano un trasferimento di massa di decine di migliaia di bambini provenienti da famiglie povere di diverse parti d'Italia, prima da Milano e Torino, poi in gran parte dal Mezzogiorno, portandoli in zone dove le condizioni di vita sono relativamente migliori. L'Emilia-Romagna è l'area che ne accoglie il maggior numero, ma è coinvolta buona parte delle regioni italiane. L'operazione è pensata per consentire all'infanzia povera di affrontare i mesi invernali, i più difficili per le condizioni alimentari e climatiche. Spesso però i bambini si fermano per periodi più lunghi, a volte tornano negli anni successivi e alcuni decidono di restare con le famiglie che li hanno accolti. Questi treni, chiamati «treni della felicità», sono il simbolo di una complessa operazione di assistenza all'infanzia nella quale, nei primi anni del dopoguerra, è impegnato un gran numero di organizzazioni nazionali e internazionali, partiti, sindacati, enti pubblici e privati, laici e confessionali. È un crocevia nella storia di solidarismo dell'Italia novecentesca ma è al contempo il luogo in cui si intrecciano quattro significative questioni che segnano il secondo dopoguerra: la povertà come categoria economico-sociale; le politiche di assistenza per l'infanzia; il protagonismo femminile in una difficile lotta tra passato e presente; e le modalità con cui il Partito comunista traduce nella società il suo progetto di partito nuovo e nazionale.
L'esile filo della memoria. Ravensbrück, 1945: un drammatico ritorno alla libertà
Lidia Beccaria Rolfi
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 230
«Nel terribile Lager femminile di Ravensbrück dal 1939 al 1945 passarono circa 110.000 donne. 92.000 di loro non fecero ritorno. Invece Lidia ritornò, e raccontò questo ritorno, come Primo Levi raccontò il suo in "La tregua", in un libro bellissimo, "L'esile filo della memoria"» (Anna Foa Ravensbrück). 1945: Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica, liberata dagli Alleati, inizia la lunga marcia verso l'Italia. Russi, americani, donne e bambini, prigionieri nazisti, malati e moribondi: tutti insieme incontro a una pace ancora da inventare. I primi anni di libertà. L'Italia del postfascismo: anni di speranze e delusioni, ingiustizie e discriminazioni, persino tra i familiari, gli amici, gli ex compagni. Il Lager è una colpa che non si deve cancellare. Un romanzo. Una testimonianza. Una storia privata. Una voce da salvare: la guerra e la pace raccontate da una donna. Questa edizione contiene anche i "Taccuini del Lager", vergati dall'autrice durante i mesi di prigionia, che testimoniano lo sforzo quotidiano per restare vivi e l'uso della memoria come forma di resistenza.
L'infanzia nelle guerre del Novecento
Bruno Maida
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 440
«I bambini sono diventati sempre piú vittime, attori e spettatori dei processi sociali, in tempo di pace e di guerra. Non considerare il loro punto di vista, la loro esperienza, la loro memoria significa negarsi la comprensione di una parte importante della storia vissuta dalle generazioni che ci hanno preceduto ma anche del presente». Nei disegni di guerra fatti dai bambini le strade sono molto rare e non collegano mai due luoghi. Tutto si riduce a un punto dove c'è il corpo senza vita di qualcuno, oppure un veicolo che brucia. Metafora di una vita sospesa, l'assenza di strade rinvia alla responsabilità degli adulti che devono costruirle e aiutare i bambini a ritrovarle. La guerra è una frattura profonda nella vita di chi ne fa esperienza, condiziona i comportamenti successivi, sedimenta le memorie che si radicano nell'identità. Lo è ancora di più per l'infanzia, età che coincide con il tempo della formazione, della costruzione del proprio sguardo sul mondo. Che siano stati mobilitati, resi protagonisti passivi o attivi della violenza, colpiti da traumi e perdite, i bambini sono sempre più protagonisti dei conflitti armati del Novecento. E ciò è accaduto all'interno di un paradosso: all'affermarsi di un sistema di protezioni nazionali e internazionali per i civili nei contesti di guerra, con un'attenzione specifica nei confronti dei bambini, è corrisposto un progressivo e crescente coinvolgimento diretto e indiretto dell'infanzia.
Sciuscià. Bambini e ragazzi di strada nell’Italia del dopoguerra (1943-1948)
Bruno Maida
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 344
Un’infanzia povera, orfana ed emarginata. Questa è la storia degli sciuscià, i bambini che nel dopoguerra hanno riempito le strade d’Italia. «Sciuscià» è una delle parole italiane più conosciute al mondo. Resa celebre dall’omonimo film di Vittorio De Sica è arrivata a incarnare e rappresentare la condizione dell’infanzia povera e abbandonata nell’Italia nel dopoguerra, forse più di ogni altro aspetto sociale ed economico. Dalla liberazione di Napoli nel 1943 fino alla fine del decennio, i bambini e i ragazzi di strada sono il simbolo del contrasto tra un’infanzia come immagine positiva del futuro e un’infanzia “pericolosa” che vive ai margini della società e spesso è costretta a delinquere. Nascono moltissime iniziative assistenziali, religiose e laiche, per nutrirli, vestirli, educarli. Gli sciuscià diventano così protagonisti di un progetto di salvezza dell’infanzia e le loro storie sono raccontate dal cinema, dalla letteratura, dalla fotografia, dai diari e dalle memorie. Le pagine che si leggono in questo libro raccontano le vicende di quei bambini e ragazzi di strada chiamati «sciuscià». Non è quindi in senso stretto la storia dei lustrascarpe che nei primi anni del dopoguerra popolano le grandi città italiane, in particolare Roma e Napoli, invase dai militari alleati a cui di fatto si deve il nome. Non è neanche la storia del film di Vittorio De Sica, vincitore del premio Oscar come migliore pellicola straniera nel 1948, che ha reso la parola «sciuscià» famosa in tutto il mondo. Eppure questo libro è anche la storia dei lustrascarpe e del film di De Sica, per tre motivi. Il primo è politico e culturale. L’intreccio di creatività e avversità di cui parla la motivazione dell’Oscar al film sembra dipingere il tradizionale stereotipo dell’italiano che se la cava in qualche modo, si arrangia e alla fine o sparisce nel gorgo luciferino della miseria o, baciato dalla fortuna, conquista il successo. Il secondo motivo è che «sciuscià» è una sineddoche. I lustrascarpe sono la parte visibile di una massa di bambini e ragazzi orfani, poveri e profughi che vivono e sopravvivono nelle strade delle città italiane del dopoguerra. Il terzo motivo è il valore per così dire universale, nel tempo e nello spazio, dello sciuscià. La sua figura di bambino è quella che aggruma l’idea di tutte le infanzie vissute ai margini della società nel corso del Novecento: vittime dei cambiamenti che investono le comunità dopo guerre e catastrofi oppure espressioni icastiche dell’umanità dimenticata e offesa a ogni latitudine.
Educazione alla morte
Gregor Ziemer
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2016
pagine: 168
La più celebre inchiesta sul sistema educativo nazista. Scritto alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, basato su interviste, commenti e impressioni di direttori, insegnanti, allievi e membri delle organizzazioni giovanili e assistenziali, il libro fu utilizzato al Processo di Norimberga come prova a carico di Baldur von Schirach e ispirò il film Hitler's Children e il cortometraggio di animazione di Walt Disney Education for Death: The Making of the Nazi. Il racconto, drammatico quanto fedele ai fatti, della perversione organizzata di una intera generazione.
Dal ghetto alla città. Gli ebrei torinesi nel secondo Ottocento
Bruno Maida
Libro
editore: Zamorani
anno edizione: 2001
pagine: 396
Artigiani nella città dell'industria. La Cna a Torino (1946-2006)
Bruno Maida
Libro: Libro rilegato
editore: Seb27
anno edizione: 2007
pagine: 280
Il mestiere della memoria. Storia dell'Associazione nazionale ex deportati politici, 1945-2010
Bruno Maida
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2014
pagine: 256
Sorta pochi mesi dopo il rimpatrio dai Lager nazisti, l'Associazione nazionale ex deportati politici (Aned) diede la possibilità a tanti di loro di tornare alla vita, anche attraverso la condivisione fisica di quell'esperienza. Furono, infatti, le sezioni dell'Associazione a offrire gli spazi entro i quali la loro memoria si sarebbe definita, tra il dolore della parola e il dovere della testimonianza. Lottando tenacemente contro la diffusa tentazione a rimuovere il passato recente, nell'Italia della ricostruzione essi dovettero porsi alcuni interrogativi sui meccanismi e sulle gerarchie della trasmissione culturale, sulla funzione della testimonianza intergenerazionale, sulla capacità di realizzare una memoria per il futuro la cui efficacia potesse essere misurata non solo nella sua dimensione pubblica e immediata, ma nella possibilità di stratificarsi e di sedimentarsi nella società e nella cultura del paese. Grazie a questo, l'Aned è stata e rimane un importante strumento di pedagogia democratica e costituzionale. Quella qui narrata e ricostruita per la prima volta, è la storia di questa associazione, delle donne e degli uomini che la costituirono, e per i quali può valere la definizione - come Primo Levi ha scritto di se stesso - di "persone normali di buona memoria".
Auschwitz e la Shoah. Storia per immagini dell'olocausto (1933-1945)
Bruno Maida
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni del Capricorno
anno edizione: 2015
pagine: 141
27 gennaio 1945: i primi soldati dell'Armata Rossa entrano ad Auschwitz. Vi trovano 7000 persone ancora in vita e le testimonianze di un orrore durato per cinque lunghissimi anni. Nei mesi successivi saranno le armate americane, britanniche e francesi a liberare altri campi dai nomi divenuti tristemente famosi: Dachau, Bergen Belsen, Flossenbürg, Mauthausen. La realtà della Shoah si mostra allora in tutta la sua terribile, sistematica inesorabilità. Attraverso le immagini degli archivi ANSA e dei suoi partner internazionali, il volume analizza cronaca, ragioni e protagonisti del più spaventoso genocidio della storia europea, dall'avvento del nazismo alla seconda guerra mondiale, dalle persecuzioni contro ebrei, Rom, Sinti, omosessuali e oppositori politici nei primi anni del regime alla conferenza di Wansee del 1942, che pianifica la "soluzione finale del problema ebraico". Le uccisioni di massa perpetrate dalle "Einsatzgruppen" nell'Europa orientale, l'annientamento del ghetto di Varsavia, l'istituzione dei campi di sterminio di Belzec, Chelmno, Sobibór, Treblinka, Auschwitz e Majdanek, le leggi razziali e la Shoah degli ebrei italiani, la liberazione dei Lager alla fine del conflitto e i processi contro i responsabili dello sterminio.