Libri di Cesare Fiori
Giuseppe Galassi. I mosaici di Ravenna all'origine dell'arte italiana
Cesare Fiori, Marijan Erste
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2024
pagine: 192
Giuseppe Galassi è nato ad Argenta (Ferrara) nel 1890 e si è laureato nel 1914 all'Università di Roma. In questa città è morto nel 1957. Discepolo di Adolfo Venturi, del quale fu anche assistente, egli ha soprattutto studiato l'Arte Medievale in Italia e fuori, l'architettura dai bassi tempi al Mille, i mosaici di Ravenna. A questa città si sentiva particolarmente legato per avervi vissuto gli anni dell'adolescenza. Ha svolto una intensa attività di giornalista, prevalentemente come critico d'arte. Ha vissuto il decennio precedente la Seconda Guerra Mondiale in Egitto dove ha diretto un giornale in lingua italiana e l'Istituto Musicale Italiano di Alessandria; si è anche interessato a problemi di storia e di arte egizia, studiando particolarmente l'arte copta e la civiltà prefaraonica. Principali pubblicazioni: "Roma o Bisanzio", "Tehenu e le origini mediterranee della civiltà egizia", "La scultura fiorentina del Quattrocento", "L'architettura proto-romanica nell'Esarcato".
Il vetro nel mosaico. Dall’epoca romana al Rinascimento
Cesare Fiori, Michele Macchiarola
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2020
pagine: 272
Dalle origini, circa nell’VIII secolo a.C., e fino all’epoca romana il mosaico era un ornamento pavimentale che imitava dipinti e quindi considerato una tecnica al servizio di un’arte riconosciuta come superiore. Si usavano tessere lapidee o di materiale ceramico e raramente vetrose. L’avvento dei mosaici parietali e l’evoluzione verso un’arte musiva indipendente hanno avuto motiva- zioni sia di ordine estetico-filosofico che funzionale. Questa tecnica era particolarmente efficace per la rappresentazione di immagini sacre e a diffondere anche visivamente il messaggio evangelico e si è affermata in epoca cristiana e soprattutto bizantina; d’altra parte, è stata promossa anche dalla maggiore diponibilità di materiali e in particolare del vetro, prodotto in una varietà illimitata di colori e sfumature. Partendo da cenni sulla produzione generale di vetro dall’Epoca Romana al Medioevo e Rinascimento, viene percorsa l’evoluzione delle tipologie di vetro per mosaico attraverso studi condotti dagli autori di questo testo e di altri studiosi. Fondamentali sono le caratteristiche chimiche di questi materiali per classificarli e cercare di risalire alla loro tecnologia di produzione. I dati chimici raccolti sono stati ottenuti in un ampio periodo di tempo e con varie tecniche analitiche e spesso sono “parziali”, riguardando solo costituenti principali ed elementi coloranti e opacizzanti, trascurando elementi minori o in tracce importanti per una completa caratterizzazione delle tessere studiate. Tuttavia, ciò non ha impedito di tracciare una “storia” di questa partico- lare produzione. Riguardo alla elaborazione dei dati chimici per definire tipologie ed effettuare confronti si è ritenuto sufficiente ricorrere a “semplici” diagrammi binari e ternari, data la varietà dei metodi di analisi impiegati e del numero di campioni a volte non adeguato a trattamenti statistici più complessi dei risultati analitici.
Tecnica e arte del mosaico antico
Cesare Fiori
Libro
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2018
pagine: 416
Per lungo tempo, nella esecuzione dei mosaici, relegati al rivestimento pavimentale mentre le pareti venivano dipinte ad affresco, si è cercato di imitare la pittura o di darne l'illusione ottica, stuccando gli interstizi di tessere vicine di un determinato colore con malte di analogo colore. L'evoluzione verso un'arte musiva parietale, che dimentica l'imitazione della pittura, è stata, molto probabilmente, promossa dalla maggiore disponibilità di materiali e in particolare dal vetro, prodotto in una varietà illimitata di colori e toni. Proprio questa disponibilità avrebbe potuto spingere ancora di più verso la ricerca di una perfetta pittura "eterna", sfruttando l'estrema gradualità delle sfumature dei colori, ma questi raffinati materiali davano al mosaico nuove proprietà di riflessione e rifrazione della luce, diverse da punto a punto e messe in rilievo dalla irregolarità della superficie. Per queste caratteristiche, proprio mentre si poteva raggiungere la perfetta imitazione della pittura, nasceva invece un'arte diversa, realmente nuova, che poteva superare in bellezza quella del dipinto murale.
Archeometria. Studio di materiali e tecnologie di manufatti antichi
Bruno Fabbri, Cesare Fiori
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2017
pagine: 292
Il volume è indirizzato a studenti di corsi universitari in cui l'archeologia è materia fondamentale, ma anche, più in generale, a studenti di corsi di laurea in Conservazione dei Beni Culturali. Esiste in letteratura un numero sterminato di riferimenti bibliografici, sia riguardo metodologie che casi di studio, ed altri testi relativi a tecniche analitiche per l'archeometria e la conservazione dei beni culturali di livello più "rigoroso o difficile". L'opera mira ad un impatto più immediato o "facile" da parte di studenti di corsi con formazione prevalentemente, o quasi esclusivamente umanistica, al primo approccio con tale materia "tecnica". Nella prima parte, ad una descrizione necessaria, ma stringata, dei principi su cui si basano le tecniche analitiche, segue la presentazione delle applicazioni allo studio dei materiali antichi, in particolare di reperti archeologici. Nella seconda parte, invece, sono presentati casi di studio tratti da pubblicazioni di autori fra i quali compaiono, in forma esclusiva o come coautori, uno o entrambi gli autori di questo libro.
San Giovanni Evangelista a Ravenna. Storia di una chiesa, di mosaici perduti e di mosaici ritrovati
Cesare Fiori, Eliana Tozzola
Libro
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2014
Il mosaico non spazzato
Cesare Fiori, Paola Perpignani
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2012
pagine: 144
L'asaroton e il mosaico "Ratto di Europa", rinvenuti in scavi negli anni '60 dell'800, sicuramente erano pertinenti ad ambienti vicini di una dimora di alto livello; la loro datazione va posta alla seconda metà del I sec. a.C., quando iniziò la fortuna di uno dei più prestigiosi quartieri abitativi di Aquileia. Si è cercato di recuperare tutti i dati disponibili riguardo la vita dei due mosaici esposti presso il Museo di Aquileia al fine di redigerne una "carta di identità" il più attendibile possibile. Viene descritto in dettaglio l'ultimo restauro dell'asaroton, ultimato nel 2005 a Ravenna dalla ditta P.R.P. Restauro e Mosaici d'Arte sotto la direzione della dott.ssa Franca Maselli Scotti per conto della Soprintendenza Archeologica di Aquileia. Soprintendenza Archeologica di Aquileia.
Micromosaico
Cesare Fiori, Chiara Bertaccini
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni del Girasole
anno edizione: 2009
pagine: 144
I materiali dei beni culturali. Caratteristiche, classificazione, degrado
Cesare Fiori
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2006
pagine: 200
L'insegnamento di Chimica per i beni culturali, essendo nuovo quanto le Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, non ha contorni precisi. In questo testo, di supporto a detto insegnamento, si è scelto di descrivere le caratteristiche composizionali e strutturali dei materiali utilizzati per i manufatti di interesse storico-artistico, di riportarne le classificazioni, così come indicate nella letteratura recente, e di illustrare le cause e i meccanismi del loro degrado. Si tratta quindi di una serie di informazioni di base sui singoli materiali, raccolte da testi specifici, che devono essere acquisite dagli studenti prima di affrontare le problematiche di conservazione e trattamento dei materiali stessi; lezioni, perciò, propedeutiche alla Chimica del Restauro. L'autore ha cercato di trattare ogni argomento in modo semplice, limitando il più possibile l'uso di formule o di definizioni troppo "difficili", tipiche del linguaggio specialistico della scienza dei materiali. Questo per tenere conto della preparazione di base media che hanno gli studenti che si iscrivono alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali e anche per una loro generale "resistenza" verso lo studio di materie marcatamente tecniche.