Libri di Claudio Pizzorusso
Libero Andreotti a Stoccolma 1920. Esposizione d'Arte Decorativa Italiana Sala 8
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2025
pagine: 112
Il volume ripercorre la partecipazione di Libero Andreotti (Pescia, 1875 – Firenze, 1933) alla Esposizione d’Arte Decorativa Italiana, tenutasi nel 1920 alla Liljevalchs Konsthall di Stoccolma. Frutto di una collaborazione tra comitati italiani e svedesi, e curata dal pittore e decoratore Guido Balsamo Stella, da sua moglie, la pittrice svedese Anna Åkerdahl, e dall’artista svedese Edward Hald, l’Esposizione mise in luce il meglio delle arti applicate italiane: dai vetri ai tessuti, dalle ceramiche ai giocattoli, valorizzando l’artigianato e le tradizioni regionali. Nella Sala 8, l’unica dedicata a un singolo artista, Andreotti espose sculture in bronzo e arredi da lui progettati, affermandosi come protagonista di un momento chiave nel confronto fra tradizione e modernità.
Libero Andreotti. Trent'anni di vita artistica. Lettere allo scultore
Claudio Pizzorusso, Silvia Lucchesi
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 1997
pagine: 352
A Boboli e altrove. Sculture e scultori fiorentini del Seicento
Claudio Pizzorusso
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 1989
pagine: 224
Ricerche su Cristofano Allori
Claudio Pizzorusso
Libro
editore: Olschki
anno edizione: 1982
pagine: 164
Puro, semplice e naturale nell'arte a Firenze tra Cinque e Seicento
Libro: Libro rilegato
editore: Giunti Editore
anno edizione: 2014
pagine: 336
Il volume è il Catalogo della mostra di Firenze (Galleria degli Uffizi, 17 giugno - 2 novembre 2014). La mostra punta ad illustrare l'identità dell'arte fiorentina, attraverso un ricco e serrato contrappunto tra pittura e scultura, articolato in nove sezioni. Dopo una scenografica ouverture dedicata a due protagonisti emblematici, Andrea del Sarto e Santi di Tito (sezione 1), e dopo un omaggio al disegno dal vero come strumento di conoscenza (sezione 2), nella prima parte della mostra (sezioni 3-6) si potrà seguire in senso diacronico la persistenza di piacevole chiarezza e quieta grandezza di questo corso dell'arte fiorentina, restituendo così, accanto ai maestri fondatori, un più adeguato ruolo ai Della Robbia e ai Sansovino, a Franciabigio, Bugiardini e Sogliani, artisti 'mediatori' verso Bronzino, Poggini, Giovanni Bandini e la più tarda generazione di Ciampelli, Tarchiani, Vannini e Antonio Novelli. Nella seconda parte (sezioni 7-9), si potrà verificare, in un confronto diretto incentrato su tre temi (l'espressione degli affetti, l'evidenza degli oggetti quotidiani, la nobile semplicità degli eventi sacri), l'effettiva consistenza di questo particolare lascito culturale. Non manca infine un'evidente consonanza con gli svolgimenti puristici del dibattito sulla lingua, elaborati in seno all'Accademia Fiorentina e a quella della Crusca.

