Libri di David Albahari
Il buio
David Albahari
Libro
editore: Besa muci
anno edizione: 2020
pagine: 176
Un uomo senza nome è rinchiuso da dodici giorni in un’anonima stanza d’albergo in attesa che il suo destino si compia. La sua vita è custodita in un manoscritto in cui egli registra, con maniacale precisione, innumerevoli dettagli, incontri, conversazioni, riflessioni, pensieri. In queste pagine, la voce narrante si mescola alle voci di una Storia ben più ampia, quella della Jugoslavia post-titoista, lacerata da conflitti sociali e da un’insanabile crisi politica e ideologica. E in quest’atmosfera cupa, densa di sospetti e di inganni, si svolge l’ossessiva caccia all’uomo, considerato potenziale nemico delle istituzioni. Un uomo obbligato a cambiare aspetto, città, abitudini. Un uomo che sussulta al minimo rumore, costretto a diffidare persino dei presunti amici. Un uomo irriconoscibile a sé stesso, che riesce a ritrovarsi soltanto nelle parole, pazientemente redatte in attesa della fine. Alla scrittura, ancora una volta, si affida l’ultimo anelito di libertà, l’ultima possibilità di scampo prima di precipitare nel buio che tutto inghiotte.
Goetz e Meyer
David Albahari
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2006
pagine: 120
A Belgrado un professore di lettere ebreo indaga negli archivi della seconda guerra mondiale per capire come mai l'albero genealogico della sua famiglia sia ridotto a un unico ramo, quasi secco. Nel corso delle sue ricerche trova traccia di Götz e Meyer, due giovani delle S.S. che furono mandati nell'estate del 1942 da Berlino a Belgrado con un compito preciso: trasportare gli ebrei dentro un camion ermeticamente sigillato, uccidendoli durante il tragitto tramite i gas di scarico. Sterminarono così 5000 ebrei serbi. Un romanzo di evidente matrice autobiografica che cerca di ricostruire un passato indicibile, di far fronte alla necessità di dare una figura, un corpo, agli esecutori del Male.
Sanguisughe
David Albahari
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2012
pagine: 357
Può un semplice schiaffo scompaginare l'intero ordine dell'universo? Può un enigmatico "manoscritto vivente" contenere le risposte a tutte le domande possibili? Sono due tra i tanti interrogativi che all'improvviso sconvolgono l'esistenza anonima e solitaria di un giornalista belgradese, involontario spettatore, una domenica di marzo sulle rive del Danubio, di un episodio apparentemente banale: un tizio prende a ceffoni una ragazza, poi entrambi scompaiono nel nulla. La presenza, nello stesso luogo, di un misterioso uomo vestito di nero e di uno strano segno esoterico destano la sua curiosità e lo spingono sulle tracce della donna. Ben presto, con l'entrata in scena di un manoscritto intriso di misticismo ebraico - un "libro di sabbia" di borgesiana memoria, il cui contenuto cambia ogni volta che viene aperto -, la vicenda si tinge di giallo e l'inquietudine cede lentamente il passo alla paranoia. Il protagonista si ritrova così intrappolato in un'inestricabile rete di simboli cabalistici, apparizioni spettrali ed esperimenti metafisici, fino a diventare vittima sacrificale dei cupi e violenti rigurgiti di antisemitismo e sciovinismo che scuotono la società serba di fine anni novanta. Affilato e ossessivo monologo dai contorni kafkiani e le claustrofobiche atmosfere alla Hitchcock, "Sanguisughe" è un intrigo in bilico tra realtà e finzione, sempre sul filo dell'ironia, che riesce a dar voce ai demoni della grande letteratura mondiale.
Ludwig
David Albahari
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 125
Due scrittori belgradesi, un tempo amici inseparabili, sono ora avvinti da un odio incontenibile. Il primo, Ludwig, un vanaglorioso ex autore di best-seller di fama internazionale, in pieno declino fisico, continua a essere idolatrato dal pubblico e dalla critica, e a calcare come una star la scena letteraria e mediatica. Il secondo è l'anonimo io-narrante di questo sofferto e incalzante monologo, un perdente di talento ma in profonda crisi creativa, quasi predestinato al ruolo di cavalier servente dell'amico, più istrionico e spregiudicato di lui. Un morboso gioco delle parti che culmina nell'acquisto di una pistola e in un inganno dalle tinte paradossali: l'appropriazione indebita di un libro mai scritto, il plagio di un'opera soltanto immaginata. E una città come Belgrado, provinciale regina del kitsch e della stampa scandalistica, feroce e umanissima al tempo stesso, è la cornice perfetta di questo grottesco intrecciarsi di verità e finzione. Chi è il traditore e chi il tradito?
Il buio
David Albahari
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2009
pagine: 154
Il buio è ambientato nella dilacerata Jugoslavia post-titoista travolta da crisi sociali, politiche e ideologiche. Il protagonista-io-narrante avverte che probabilmente sarà ucciso, e vuole raccontare la propria storia. Vuole spiegare perché è chiuso da dodici giorni in una stanza di albergo, perché ha cercato di camuffare il proprio aspetto, perché vive in uno stato di perenne ansia. La sua vita è cambiata: prima del crollo del comunismo faceva il traduttore di scrittori americani, frequentava i salotti culturali, i party letterari e raccontava tutto quello che vedeva e sentiva all'amico Davor Milo, agente per la sicurezza dello stato a Belgrado. Ora, nascosto in un albergo canadese, deve farla franca, riuscire a ingannare onnipresenti e invisibili cani da guardia che lo vogliono morto poiché sospettano che lui complotti contro le istituzioni dello Stato. Incentrata su una vicenda apparentemente personale e individuale, l'opera si dilata e va ben oltre le caratteristiche storico-ambientali per trasformarsi in un efficace paradigma delle molteplici vicissitudini individuali nel mondo comunista, non solo jugoslavo.
L'esca
David Albahari
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2008
pagine: 125
Da un cigolante magnetofono torna a risuonare, a distanza di alcuni anni dalla sua morte, la voce di una donna. È il figlio ad aver inciso su nastro questa singolare intervista alla madre e quando ne riascolta le parole è ormai emigrato in Canada, dopo essere fuggito dal proprio paese, la Jugoslavia dilaniata dalla guerra civile. Affidandosi ora ai silenzi ora all'intensa e sofferta testimonianza di questa coraggiosa figura femminile, Albahari tesse una fitta trama di corrispondenze simboliche fra il turbinoso destino di una famiglia ebraica e il tragico dissolvimento di un'intera nazione. Ma è possibile, nella solitudine dell'esilio e in un idioma straniero, fare della propria madre la protagonista di un romanzo, quando nella voce materna vibra il richiamo della lingua madre rimossa? Le pagine rischiano di non essere mai scritte: fra presente e passato, vita e letteratura si apre un insanabile dissidio.