Libri di Domenico Volpe

Non la più musicale, completa o facile delle lingue del mondo è il napoletano... però di fascinoso ha questo: più di tutte sa parlare dell'amore. Ecco perché l'autore l'ha imparata, prima, e poi adoperata per comunicare al lettore l'amore di Dio, capace di donare a chiunque «'Na vita nova». Una raccolta di pensieri e riflessioni capaci di toccare svariati campi, compreso quello più intimo: il dialogo dell'anima.

Durante il cammino notavo gli artigiani che lavoravano sul davanti della casa intenti a fare cesti di paglia, i contadini oramai in pensione seduti sull'uscio con il cappello in testa a fumare la pipa e con sul volto le rughe della fatica nei campi che sembravano solchi di terra, e poi il falegname che trasportava a piedi grosse tavole di legno; le signore con i vassoi in testa che portavano a cuocere il pane o i dolci al forno prima delle feste di Natale o di Pasqua, e in fine il macellaio con il grembiule sporco di sangue, le galline sulla schiena che aveva macellato nel mattatoio. L'impiegato del Comune di Terlizzi invece si recava al lavoro con la cravatta e la borsa sotto il braccio: non ho mai capito cosa contenesse quella borsa di così prezioso per tenerla così stretta! Forse la teneva a quel modo solo per darsi importanza. I nomi dei personaggi del libro sono inventati, le vicende raccontate sono invece assolutamente vere, sebbene, viste con una certa dose di soggettività.