Libri di Dominique Cordellier
Il diavolo straccivendolo
Victor Hugo
Libro: Libro rilegato
editore: Diabasis
anno edizione: 2022
pagine: 52
«Orbene, in quel tempo, al diavolo capitò un’avventura singolare e spiacevole. Il diavolo ha l’abitudine di portare con sé le anime che gli appartengono in una gerla, come è raffigurato, con una forca e una gerla da straccivendolo sulla schiena, sul portone della cattedrale di Friburgo; il demonio trova e raccoglie le anime dei malvagi nei mucchi di spazzatura che il genere umano deposita accanto a tutte le grandi verità terrestri o divine»: racconto meraviglioso, medievale, ma anche ironico e buffo, Il diavolo straccivendolo è tratto da La Légende du beau Pécopin et de la belle Bauldour incluso da Victor Hugo nella sua raccolta di lettere fittizie (e immaginario diario di viaggio) Le Rhin (1842-1845).
Toussaint Dubreuil. Ediz. francese
Dominique Cordellier
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2010
pagine: 84
Domenico Beccafumi. Catalogo della mostra (Parigi, 24 giugno-12 ottobre 2009). Ediz. francese
Dominique Cordellier
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2009
pagine: 84
Polidoro da Caravaggio. Ediz. francese
Dominique Cordellier
Libro: Copertina morbida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2007
pagine: 88
Polidoro Caldana fu detto Polidoro da Caravaggio, poiché nato a Caravaggio (Bergamo) intorno al 1499/1500 circa, prima che quel luogo diventasse famoso grazie a Michelangelo Merisi. Non è conosciuto dai più, tuttavia, suo maestro fu Raffaello e la sua prima opera più impegnativa fu la collaborazione alle Logge Vaticane. Sono da attribuire a lui gli scomparti con "Giuseppe venduto dai fratelli" e il "Passaggio del Giordano". Si distinse, in seguito, come pittore di facciate di palazzi, di affreschi, con temi tratti dalla mitologia o dalla storia romana: Palazzo Ricci, Palazzo Milesi e al Casino del Buffalo. Queste opere sono quasi del tutto perdute, di loro restano comunque molte copie in incisioni e il lavoro di preparazione. Accanto a Parmigianino e Rosso Fiorentino, diventa attore di quel manierismo che si sviluppò sotto il pontificato di Clemente VII, rivelandosi un disegnatore profondamente irregolare, tenebroso, istintivo. Nell'ottobre del 1529 si trasferì a Messina, dove rimase sino alla morte. Nel 1535 lavorò per le feste in onore di Carlo V, allestendo apparati effimeri ed archi trionfali di cartapesta, in parte riportati nei suoi disegni.

