Libri di E. Buia
Diario di preghiera
Flannery O'Connor
Libro: Copertina rigida
editore: Bompiani
anno edizione: 2016
pagine: 110
"Non intendo rinnegare le preghiere tradizionali che ho detto per tutta la vita; ma le dico e non le sento... Vorrei scrivere una preghiera bellissima". Questo diario personale di Flannery O'Connor, scritto tra il 1946 e il 1947 ai tempi dell'università in Iowa e di recente ritrovato tra le sue carte in Georgia, è molto più di una raccolta di preghiere: è un singolare dialogo con Dio, il colloquio silenzioso e appassionato di una giovane donna intelligente alla ricerca della propria strada e determinata a metterla al servizio di una causa superiore. Una finestra sull'interiorità di una delle maggiori narratrici americane del secolo passato. Scavando nel profondo dei propri sentimenti e paure - di essere mediocre, stupida, presuntuosa - Flannery O'Connor si esercita in un costante confronto con la fede cattolica e i maestri che la ispirano come Freud, Proust e Rousseau. In questo documento, arricchito dalla riproduzione anastatica delle pagine del diario, già emerge l'umiltà e la sensibilità priva di retorica di un'autrice le cui ambizioni e valore letterari si intrecciano con una incessante tensione verso il divino e la grazia. Prefazione di Mariapia Veladiano.
Il volto incompiuto. Saggi e lettere sul mestiere di scrivere
Flannery O'Connor
Libro: Copertina morbida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2011
pagine: 172
Per la prima volta in traduzione italiana, un'importante raccolta di testi rivelatori del pensiero e della poetica di Flannery O'Connor che mettono in luce la sua concretezza, il suo indagare l'universo visibile come riflesso di quello invisibile, la tendenza all'infinito e all'imprevedibilità, la poetica del grottesco americano e la complessa e travagliata convivenza con la fede. Antonio Spadaro ci guida attraverso saggi, lettere, recensioni, pensieri, alla scoperta del mondo della grande scrittrice, dominato dal dramma, l'elemento che per la O'Connor fa "funzionare" le storie, e che è soprattutto il dramma dell'accettazione o del rifiuto della grazia: perché "c'è sempre un momento, in una buona narrazione, nel quale si può avvertire la presenza della grazia come in attesa di essere accettata o rifiutata".