Libri di Edoardo Nardi
The 'Εἶναι + participle' periphrasis and related participial constructions in biblical greek. Prototype categorization, morphosyntax-semantics interface, and semitic interference
Edoardo Nardi
Libro: Libro rilegato
editore: EDI Press UniMarconi
anno edizione: 2025
La monografia propone un innovativo modello teorico per la classificazione dellecostruzioni participiali studiate, che consente un’organizzazione chiara e consistente deidati, e fornisce un contributo significativo alla questione del ruolo dell’interferenza semiticanell’uso delle costruzioni participiali in greco biblico, su cui manca ancora un consenso,malgrado la tradizione secolare di studi e dibattiti.Il volume contiene una prospettiva di analisi assente nella letteratura precedente, quelladell’interfaccia fra morfosintassi e semantica, che ha evidenziato fatti linguistici finorainesplorati e ha pertanto indicato nuove linee di ricerca, potenzialmente fruttuose. Infine, ilvolume contiene un’appendice in cui sono stati raccolti tutti i dati analizzati, che costituisceun corpus utile come punto di partenza per eventuali indagini future.
C'era una volta il film. Intorno al 1968/1972
Libro: Libro in brossura
editore: Gangemi Editore
anno edizione: 2016
pagine: 312
Le interviste riportate nel volume, realizzate per la rivista Filmcritica e dedicate ad alcuni tra i maggiori autori cinematografici di sempre, non costituiscono soltanto una mappa dei concetti legati al film e relativi alla feconda temperie culturale dei primi anni Settanta, ma anche una sorta di manuale di pensiero cinematografico cui poter attingere nel presente. Ci troviamo, difatti, al cospetto di una vera e propria rivoluzione del mondo audiovisuale, rappresentata dal digitale e i materiali presenti in questo libro costituiscono un riferimento importante per tutti coloro che si avvicinano alla produzione di immagini, oltre che un documento prezioso su una delle pagine essenziali della storia del cinema moderno. Negli anni Sessanta e Settanta, come nei decenni precedenti, con le dovute distinzioni, fare cinema significava pensare e vivere la propria vita in modo interrogativo, suscitando concetti, interpretando fatti, scegliendo il luogo e la distanza dal soggetto di un'inquadratura quale atto etico, individuale e di assoluta serietà. Inoltre, come si evince dalla Conversazione con Jean-Marie Straub, "È lo stesso lavoro che fanno i poeti. Prendono una lingua che in molti casi è diventata rigida, è diventata un sistema, un'abitudine, dunque una lingua morta e, d'un colpo, cercano di fare delle cose che non erano state fatte o che si era dimenticato di fare da molto tempo."