Libri di Edoardo Penoncini
Al paréa uŋ fógh ad paja. Pareva un fuoco di paglia
Edoardo Penoncini
Libro
editore: Puntoacapo
anno edizione: 2019
pagine: 144
"Si tende a raggiungere ciò che è indispensabile alla vita, ciò che la profuma e le dà colore. In questo modo prende forma e s’addensa il desiderio di poesia di Edoardo Penoncini: come un’urgenza interiore che nasce dal sentirla una sorta di parallela concorrenza alla vita, una sua concomitanza, perché agìta e riscoperta come risorsa del vivere . . . Non è lingua per strofette e cantilene, il dialetto di Penoncini, neppure litania consolatoria di ninne nanne . . . Per questo sa trovare le parole anche per la “mufa”, per la rabbia che diventa insofferenza, da non leggersi solo come fastidio ma come insofferenza, permanenza del/nel soffrire." (Dalla prefazione di Zena Roncada)
Scartablàr int i casìt. Rovistare nei cassetti
Edoardo Penoncini
Libro: Libro in brossura
editore: Al.Ce. Editore
anno edizione: 2018
"Tornare a leggere Edoardo Penoncini in questa seconda raccolta in dialetto ferrarese è ritrovare il solco della sua scrittura tracciato dalla prima, Al fil źrudlà, del 2015. Introdotta dalla sapiente prefazione di Zena Roncada, la raccolta è divisa in cinque sezioni (Scartablàr int i casìt, A òć avèrt, Vèrs iŋgrupà, Vèrs strambalà, L'alvadur d'l'alba), che dànno la cifra identitaria della scrittura dialettale di Penoncini. Dall'apertura con i temi dedicati alla sofferenza e al dolore per la scomparsa della madre, allo struggimento evocato dalle note chagalliane de Al vól fino ai versi sul tempo e alle passioni via via più contenute e misurate nella maturità, in un quadro dove emergono nelle diverse parti del libro gli omaggi alle figure (Sacrifizî) che hanno permesso con i loro sacrifici l'ascesa sociale, fino al commovente ricordo della nonna sarta (La to cà). [...]" Daniele Rossi
Fil zrudlà (Il filo srotolato) (Al)
Edoardo Penoncini
Libro: Copertina morbida
editore: Al.Ce. Editore
anno edizione: 2015
"[...] Il dialetto è anche uno strumento efficace di trasmissione di contenuti profondi quando si trova nelle mani di chi sa dominarlo fino a renderlo poesia pura. [...] L'autore annota e analizza con levità e ironia tutti i problemi connessi con l'uso (e il disuso, purtroppo) del dialetto, ma evidenzia anche tutte le suggestioni che esso evoca. [...] L'ultima sezione Penoncini la dedica a Ferrara, tra echi e riferimenti letterari da Ludovico Ariosto a Giorgio Bassani, ad Antonio Delfini, a Roberto Pazzi [...] e una arresa denuncia degli scempi urbanistici che hanno stravolto gli spazi dell'attuale viale Cavour e come rubato il volo alla città con la costruzione dei due grattacieli [...]". (Daniele Rossi)
Un anno senza pretese
Edoardo Penoncini
Libro: Libro rilegato
editore: Ibiskos Ulivieri
anno edizione: 2011
L'argine dei silenzi
Edoardo Penoncini
Libro: Copertina morbida
editore: Este Edition
anno edizione: 2010
pagine: 64
L'occhio profondo
Edoardo Penoncini
Libro: Libro in brossura
editore: Al.Ce. Editore
anno edizione: 2018
pagine: 100
«Laggìù/ sta all’erta un occhio tanto più fondo del tuo/ ... E quel profondo occhio beve/ il tuo occhio profondo»: ha scelto una citazione di Paul Celan, Edoardo Penoncini, come preludio al suo nuovo libro L’occhio profondo, Al.Ce. Editore, 2018. L'autore Roberto Dall’Olio ha curato la prefazione del volume: «Il poeta “nascosto” nel senso epicureo del ‘vivi nascostamente’... un poeta tuttavia che è visibile, quindi è nascosto, ma non appartato, chiuso, anzi, il suo occhio profondo è sempre aperto sul mondo, o sui mondi, che molteplici si intersecano nelle nostre vite come nella sua poesia».
Quell'aria
Edoardo Penoncini
Libro
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 88
L'ultima prova poetica di Edoardo Penoncini è una silloge intensa, dalle atmosfere pure in cui il registro musicale si sfuma, discretamente e con una sorta di misterico pudore, tra un'alba e un tramonto in una lieve brezza nell'aria che agita la massa dei pensieri e ne fa meditazione, quesito: il passato si ha o si è perduto? Semplice differenza di pressione tra un prima e un dopo? Barometro è il borgo, luogo fisico dell'infanzia e della prima giovinezza, e il luogo e i tempi sono il filo rosso che unisce le quattro sezioni della raccolta, punto di partenza per un'ipotesi di vita e punto di ritorno all'archivio dei ricordi. Diversa e alterna la pressione esercitata dai ricordi, omogenea la miscela che li produce, che ne sfuma i contorni e li scioglie nell'amore per il paese, in una sospensione di volti e di riti; amori ai quali non si concede la licenza del futuro, solo estemporanei ritorni tra i libri di una biblioteca del tempo, nel ricordo condiviso dell'ultima sezione della raccolta. Così figure e case, la piazza e i filari di meli prendono corpo in un ricamo di suggestioni e riflessioni che ci coinvolgono non solo come spettatori privilegiati, perché se il ricordo (e la pressione che lo produce) è personale, la memoria (l'aria) è di tutti. Un viaggio con il poeta a ritroso negli anni delle speranze e dei sogni realizzabili, per poi tornare nel nostro limbo dei giusti in attesa di un altro moto d'aria.