Libri di Emanuele Cassarà

“L'alba del Parassita. Quando il potere del male risorge” è il libro di esordio di Emanuele Cassarà. L’autore esplora i limiti della speranza e della resilienza umana, di fronte all'inevitabile, in una storia di sopravvivenza e di sfida, dove il male assume una forma concreta e il destino dell’umanità è appeso a un filo sottile tra luce e tenebre. È un romanzo dark fantasy che incolla il lettore alle pagine, grazie alla suspence trasmessa, capitolo dopo capitolo. Racconta, in prima persona, una realtà apocalittica: nel silenzio inquietante del mondo moderno, che crede di avere già visto e spiegato tutto, risorge una minaccia antica e dimenticata, il parassita: un’entità che da millenni attendeva nell’ombra dell’ignoto per riaffiorare, portando con sé una forza insaziabile. Un gruppo di giovani sopravvissuti, legati da eventi tragici e inspiegabili, si ritrova ad affrontare un viaggio per la salvezza dell’umanità.

Nei giorni tragici e convulsi dopo l'8 settembre, un quindicenne torinese apre gli occhi sugli inganni del fascismo e si schiera contro i soprusi dei tedeschi. Con un coetaneo l'ex balilla raggiunge i famosi "ribelli" sulle montagne della Valle di Susa e diventa partigiano. Il 18 aprile 1945 durante un rastrellamento viene catturato, incarcerato a Susa e condannato a morte. Lo salva il 25 aprile, la Liberazione, ma appena fuori scopre che nel frattempo la sua 114a brigata Garibaldi è stata attaccata in forze e che sono morti sedici compagni, tra cui il suo amico Giuseppe. Perché mai un massacro così organizzato e spietato a pochi giorni dalla fine della guerra? A sessant'anni dai fatti, l'ex partigiano torna sul posto, rintraccia e interroga i superstiti perché vuole sapere, chiarire a fondo l'atroce fatto di sangue. Dalla sua inchiesta riaffiora una storia vera, asciutta e drammatica come un film del neorealismo.

Nei giorni tragici e convulsi dopo l'8 settembre, un ex balilla raggiunge i famosi "ribelli" sulle montagne della Valle di Susa e diventa partigiano. Il 18 aprile 1945 durante un rastrellamento viene catturato, incarcerato a Susa e condannato a morte. Lo salva il 25 aprile, la Liberazione, ma appena liberato scopre che nel frattempo la sua 114 brigata Garibaldi è stata attaccata in forze e che sono morti sedici compagni, tra cui il suo amico Giuseppe. Perché mai un massacro così organizzato e spietato a pochi giorni dalla fine della guerra? A sessant'anni dai fatti, l'ex partigiano torna sul posto, rintraccia e interroga i superstiti per chiarire l'atroce fatto di sangue. Dalla sua inchiesta riaffiora una storia vera, asciutta e drammatica.