Libri di Emilio Magni
A Milan i morön fan l'üga
Emilio Magni
Libro
editore: Mursia
anno edizione: 2014
pagine: 178
"Fa minga la figüra del cicculatée", "Lasal in dal so broeud", "El dorma da la quarta", "Tutt a 'n bott": ormai non capita quasi più neanche in campagna di sentire queste belle espressioni dialettali. Poche parole e una grande efficacia comunicativa: "Sun mezz in gèsa" per dire che uno non stava tanto bene, mentre a mettere pace quando moglie e marito avevano avuto da discutere tutto il giorno arrivava "l'avucatt Cuerta". L'autore, che per il dialetto prova infinite emozioni, ci accompagna in un nuovo viaggio fra i pensionati del "canton di ball" che ci raccontano storie, aneddoti e tradizioni popolari della cultura meneghina che si vanno perdendo.
Natura in Lombardia. Ediz. italiana e inglese
Mario De Biasi, Amanzio Possenti, Emilio Magni
Libro
editore: Grafica e Arte
anno edizione: 2000
pagine: 166
'Natura in Lombardia' è la storia di un'avventura fra fantasia e natura senza contorsioni intellettualistiche. La natura rappresentata - istantanea e fugage - è resa con affreschi dai ritmi selezionati: una sorta di diagnosi poetico-fotografica dei tratti del vivere. Le fotografie non sono 'inedite' come ogni tecnico si aspetterebbe - bensì riemersioni dello spazio sottovalutato e abbandonato dall'occhio privo di fantasia.
L'è tua, l'è mia, l'è morta a l'umbrìa. 250 modi di dire in Brianza e sul Lario
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Dominioni
anno edizione: 2012
pagine: 190
Penso che chi più chi meno un po' tutti abbiamo il dialetto nel cuore: pure coloro che non sono capaci di parlarlo o addirittura lo disprezzano perché lo credono una cosa volgare, un esprimersi poco educato e non certamente fine. Molti comunque lo amano, soprattutto per la sua immediatezza, per il colore e il calore dei suoi modi di dire che hanno una presa immediata, molte volte assai più efficace delle frasi in italiano. Purtroppo sono sempre meno coloro che parlano il dialetto e che ricordano i suoi bei vocaboli caratteristici. Ma non basta, come ormai invocano in tanti, dire "Salviamo il dialetto". Non basta nemmeno togliere l'ultima vocale dai nomi dei paesi scritti sui cartelli stradali per cercare di conservare la nostra bella parlata vernacola. Ecco quindi perché, come editore, ho ritenuto importante questo lavoro di Emilio Magni che propone alle nuove generazioni una lunga sequenza di modi di dire del dialetto lariano e brianzolo, spiegando da dove questi detti (molti dei quali assai comuni) arrivano, quali sono le occasioni e le situazioni che li accompagnano e quali sono i luoghi e gli ambienti in cui sono più frequentemente pronunciati. Altri sono invece ormai quasi completamente scomparsi. In questo libro tutti i modi di dire sono accompagnati da aneddoti, racconti, addirittura ricordi personali. Tutto questo è un patrimonio che deve assolutamente essere conservato.
Ciumbia che bèla tusa
Emilio Magni
Libro
editore: Mursia
anno edizione: 2012
pagine: 168
Intriga e affascina gli appassionati scoprire le parole e le espressioni dialettali impossibili da tradurre in italiano: la filipa, il gancio di ferro che i contadini e i boscaioli legavano alla cintola dei calzoni; il tegàsc, la pelle dell'acino d'uva; l'andadura che veniva utilizzata dai contadini per insegnare ai bambini a camminare. Parole che riportano al mondo contadino, alle vendemmie, alle storie legate a lontane stagioni del mondo rurale lombardo. Vocaboli ed espressioni con un significato ben preciso che è impossibile trovare nel pur vasto vocabolario della lingua italiana: questo libro cerca di scoprirne non solo l'origine etimologica, ma anche storie e aneddoti legati a un passato che si perde ormai nella notte dei tempi.
Richén il principe della zolla
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2013
pagine: 264
Nella vita di Enrico Conti, detto Richén, intraprendente contadino in quel di Erba, si specchia quasi un secolo di storia: nasce nel 1868, muore negli anni Cinquanta. Sono anni cruciali, dai giorni della magica comparsa della ferrovia attraverso due guerre, sino al periodo della trionfante urbanizzazione e della speculazione edilizia. Oscillando fra il lirismo dell'ormai tramontata vita dei campi, gli amori, i drammi personali (un figlio di Richén caduto nella Grande Guerra, un altro rovinato dalle febbri) e le grandi vicende collettive, Magni ci restituisce un vivido ritratto di come eravamo, attento ai minimi particolari della vita quotidiana: un'emozione che si fa analisi critica di come, alla fine, le terre dei contadini sono state utilizzate e quindi di come è nato il nostro presente.
Grappino armandolato
Emilio Magni
Libro
editore: Dominioni
anno edizione: 2013
pagine: 116
"(...) Una grande foto di gruppo di una comunità, come nelle vecchie istantanee scolastiche, immagini di un microcosmo dove il mondo si riflette nella sua incertezza: il buono, il bello, il cattivo, il mito, l'illuso... In questo presepe (...) ognuno occupa un posto nella gerarchia (ed in provincia sappiamo quanto le classifiche siano spietate, quanto i giudizi degli altri spesso si traducano in condanne senza appello, come sia difficile sottrarsi, nascondersi nel protettivo anonimato). In questo presepe non è il singolo che ha un ruolo, ma il tutto. È quindi solo al termine della lettura di tutte queste storie che ci si accorge di aver vissuto in un luogo nel quale fisicamente non siamo mai stati, ma di averne colto il senso più profondo, arricchiti quindi di una esperienza umana." (Dalla prefazione di Pupi Avati) umana." (Dalla prefazione di Pupi Avati)
Baci di contrabbando. Un giovane contadino brianzolo e una ragazza del Lago di Como
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Dominioni
anno edizione: 2015
pagine: 192
Alfredo detto Fredu, ragazzotto contadino, brianzolo, sveglio e brillante nel pensiero, furbo, ma senza alcuna voglia di lavorare nei campi e in stalla a sudare fatiche, incontra nella sua cascina Bice, una di quelle ragazze del Lago di Como che nel dopoguerra giravano per la Brianza a vendere pesci, burro, formaggi e soprattutto sigarette nascoste sotto le ampie sottane. Mentre gli adulti chiacchierano e sono impegnati nella compravendita di questi prodotti, Fredu e la Bice "se lasén via". Ed è subito amore. Protetti dalle ombre complici del frutteto in pieno rigoglio estivo, i loro baci sono dolcissimi. Come ritengono le loro famiglie, sembra che sia solamente una breve fiammata di ragazzi poco più che adolescenti, invece è una passione forte che cambierà la loro vita e li porterà lontano, con fatiche, dolori, ma anche con grandi gioie.
La cutuleta cun l'oss
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2024
pagine: 146
C’è chi sostiene che sia giunta da Vienna con la dominazione austriaca e altri che furono gli austriaci a portare l’idea nell’impero asburgico. È invece provato che i monaci in Sant’Ambrogio la cucinavano già nel XII secolo, come attesta Pietro Verri nella sua Storia di Milano. La costoletta, che tutti chiamano cotoletta, si distingue per la nobiltà del suo ingrediente principale che è la lombata, o carré di vitello con la costola, e per la qualità dell’altra componente che è la panatura. Panare la cotoletta è un’arte cui si dedicano i cuochi adoperando l’uovo sbattuto, nel quale immergere la carne, da passare poi nel pangrattato e friggere nel burro. La ricetta della “cutuleta cun l’oss” deve essere attentamente rispettata, tanto che il Comune di Milano le ha attribuito nel 2008 la “Denominazione Comunale”.
Il dialetto dei mestieri perduti
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2015
pagine: 148
I nomi hanno sempre una storia. Anche i nomi di lavori che ormai non si praticano più e che sopravvivono solo in vecchi libri o nella memoria degli anziani: lavori come il cascen, "servo pastore" che seguiva le greggi nella transumanza; il famèll, giovane che si occupava di tutti i lavori relativi alla stalla; il pizzicagn, un po' droghiere, un po' salumiere, panettiere, ortolano. Parole che parlano di fatica e si portano dietro un passato - a volte neanche tanto remoto - di storie squisitamente lombarde. Per ogni mestiere perduto questo libro racconta non solo l'origine del nome e le caratteristiche, ma anche storie, aneddoti e detti popolari.
Storie di paese. Quella bettonica della Rosetta
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2016
pagine: 160
Storie di paese: tante, brevi, alcune cortissime, qualcuna più lunga, sull'onda del raccontare dei tempi in cui non c'era la televisione e la gente dialogava piacevolmente da una ringhiera all'altra, sotto i portici, la sera nelle stalle, sui treni dei pendolari, nei caffè e nelle osterie. Storie di vita quotidiana, descrizioni di stati d'animo, oppure di avvenimenti che hanno lasciato il segno, come quelli vissuti durante l'ultima guerra o le vacanze, ma anche storie di amori appena sbocciati che non hanno fatto in tempo a maturare, oppure di passioni intense travolte dagli eventi. Con un linguaggio il più possibile vicino al raccontare schietto e disinvolto della gente di paese, che spesso, per dare più tono al discorso, ricorreva al dialetto, l'autore raccoglie storie di vita quotidiana: il dipinto di un mondo che non c'è più.
Il malnatt
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2016
pagine: 200
Andreino, gigolò di professione, mascalzone e giocatore d'azzardo. Consolata, abbondante ragazzotta rimasta zitella con un grande bisogno d'amore. Due brianzoli anomali che, negli anni Sessanta, lasciano la vita comoda e sicura della provincia, per andare in cerca di libertà. L'India è la loro meta, terra di hippy, di droghe, di amore libero ma anche di miseria, di avventurieri senza scrupoli, di traffici indicibili. Un viaggio che si trasformerà in una discesa all'inferno dove la salvezza è affidata al coraggio di una donna decisa a riportare a casa "ul so Andrein". A qualunque costo.
El pancott e altre delizie. Storie e ricette perdute della tradizione brianzola e lombarda
Emilio Magni
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2016
pagine: 184
Quella delle antiche cascine della Brianza era una cucina moderata, assai parsimoniosa, forse un po’ taccagna, attenta a tra via nagött, tutto serviva alle resgiure, le padrone della casa, per preparare una pietanza gustosa. Ci voleva solo tanta fantasia. I nomi dei piatti, che pochi oggi ricordano, erano il dizionario materiale della cultura contadina: el pancott, pane raffermo ammollato nell’acqua e cotto con un po’ di formaggio, la frittata con i lovertis, i germogli del luppolo disponibili in quantità nei campi, le torte con i nomi di santi che si cucinavano solo in certe ricorrenze, i gôbb, pesci così poveri da valere meno della monetina coniata nel Cinquecento da un duca gobbo, il michén de Bager, panino Dop ante litteram, il pan de mej, fatto con la farina di miglio da non confondere con il pan mejn aromatizzato con fiori di sambuco. Emilio Magni, cantore della cultura brianzola e milanese, ha mescolato nella grande pentola della memoria le ricette di questi piatti con tante storie e ha messo in tavola un libro che sa di infanzia, di ricordi belli, di una vita in cui davvero si viveva a chilometro zero.