Libri di F. De Pieri
La piramide rovesciata. Architettura oltre il '68
Giancarlo De Carlo
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 183
«Se qualcosa di buono è stato prodotto dall'architettura italiana, assai raramente è venuto dalla scuola. E se di questo "buono" si ricercano gli autori, ci si accorge che il più delle volte o sono stati autodidatti, o provenivano da altre Facoltà, o avevano imparato altrove: negli studi professionali più qualificati, nelle redazioni delle riviste, sui libri che non erano quasi mai stati scritti dai loro professori. Pochissimi tra questi superstiti hanno potuto tornare nella scuola per riportarvi, come docenti, l'esperienza di quello che avevano imparato altrove». La «piramide rovesciata» è la struttura che domina nell'università italiana, dove tutto si regge sulla punta sottilissima di un corpo accademico non sostenuto dalle tensioni, dai suggerimenti, dalle esigenze provenienti dal basso, bensì dal principio di autorità. Il pamphlet di De Carlo, uscito originariamente nell'aprile del 1968, è al tempo stesso una cronistoria dei fatti pregressi - le occupazioni studentesche e i primi scontri, come la battaglia di Valle Giulia, noto bersaglio del polemismo poetico di Pier Paolo Pasolini - e un tentativo teorico di interpretazione specifica della crisi universitaria, in anticipo sul maggio francese. Scrive l'autore che «l'orientamento dell'Università di massa deve essere affilato sull'esercizio continuo della critica; proprio perché è di massa, una permanente tensione contestativa deve poter bilanciare i rischi dei comportamenti agnostici che si manifestano all'interno e all'esterno della scuola. A maggior ragione deve essere sostanziato di critica l'orientamento di una Facoltà di Architettura di massa dove la rassegnazione a un destino accessorio, sovrastrutturale e decorativo, minaccia di confondere le ragioni autentiche dell'architettura, la sua stessa sostanza e il suo ruolo nella società». Si tratta dunque di un documento unico sia per la biografia intellettuale di De Carlo - che poco dopo, il 30 maggio, subirà una dura débacle con l'occupazione e la distruzione della XIV Triennale di Milano, da lui diretta, sul tema del Grande Numero - sia per la cultura architettonica, che in quegli anni era profondamente impegnata in un ripensamento della tipologia universitaria, come dimostrano i tanti progetti di quel periodo realizzati sia in Italia sia in Europa. Il volume è completato da due saggi scritti negli anni immediatamente successivi, "Perché/come costruire edifici scolastici" e "Il pubblico dell'architettura": entrambi traggono spunto dai fatti del '68, collocandoli in una dimensione internazionale, ed entrambi si interrogano sulla possibile traduzione architettonica di alcune istanze sollevate dalla contestazione, segnando così il decisivo passaggio di De Carlo verso il tema dominante degli anni Settanta, vale a dire la partecipazione.
Manifesto del Terzo paesaggio
Gilles Clément
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 112
Gilles Clément, paesaggista, indica tutti i "luoghi abbandonati dall'uomo": i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un'aiuola spartitraffico. Sono spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall'assenza di ogni attività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l'importanza per il futuro del pianeta.
Architettura e città negli Stati sabaudi
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2013
pagine: 296
Le cupole di Juvarra e gli altari di Vittone, le regge sabaude e i palazzi reali, i salotti delle dame settecentesche e i quartieri di espansione preunitari. I saggi raccolti in questo volume studiano la storia dell'architettura del Piemonte sabaudo muovendo tra diverse scale di analisi, dal dettaglio architettonico alla scala urbana, e isolando un periodo, quello del passaggio tra Settecento e Ottocento, che si presta a essere osservato tanto dal punto di vista delle continuità quanto da quello delle discontinuità e delle fratture. Uno sguardo che porta a discutere una volta di più le grandi categorie interpretative che hanno a lungo mosso l'interesse per il contesto piemontese (il "barocco", l'"eclettismo") e a proporre una storia dell'architettura attenta alle pratiche, alle temporalità, alle culture di una pluralità di attori: architetti, promotori, stranieri in visita, burocrazie tecniche. Sullo sfondo, l'opera di uno studioso d'eccezione, Franco Rosso, con cui i saggi si confrontano direttamente, in un omaggio che è al tempo stesso un dialogo condotto sul vivo delle carte e sul corpo fisico degli edifici.
Nazionalismo e internazionalismo nell'architettura moderna in Svizzera
Jacques Gubler
Libro: Copertina morbida
editore: Silvana
anno edizione: 2012
pagine: 390
'Nazionalismo e internazionalismo nell'architettura moderna' in Svizzera narra l'avventura della modernità a partire dalla fondazione napoleonica del Paese. La costruzione del territorio nazionale conferisce alla SIA (Società degli ingegneri e degli architetti) un ruolo da protagonista. Il razionalismo incontra il modello romantico dello chalet, emanazione amorosa della saga alpina. In opposizione al turismo, l'azione deleteria di poeti e romanzieri stigmatizza il cosmopolitismo e fonda la denuncia razzista dell'intrusione straniera. La lotta ideologica si rafforza tra la prima e la seconda guerra mondiale, dall'Esposizione nazionale di Berna (1914) a quella di Zurigo (1939). I protagonisti svizzeri dell'avanguardia internazionale cercano di sconfiggere i campioni locali delle "avanguardie reazionarie". Stampato in quantità omeopatica nel 1975, il libro apparve a Losanna presso la casa editrice L'Âge d'Homme. Pur se molto citato, venne poco letto. Ora, quest'esumazione filologica ne fa un secondo avatar. La traduzione snella dell'architetto e storico Filippo De Pieri, docente al Politecnico di Torino, trasmuta il bianco e nero della versione francese in un racconto policromo. Il giallo della copertina corrisponde al blasone efficiente delle Poste svizzere, servizio fondamentale non ancora thatcheriz-zato, malgrado l'ideologia dominante nel Paese, ereditata da Paperon de' Paperoni.
Manifesto del Terzo paesaggio
Gilles Clément
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2005
pagine: 87
Gilles Clément, paesaggista, indica tutti i "luoghi abbandonati dall'uomo": i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un'aiuola spartitraffico. Sono spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall'assenza di ogni attività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l'importanza per il futuro del pianeta.