Libri di F. Venier
Vettori del testo. Pragmatica e semantica tra storia e innovazione
Maria-Elisabeth Conte
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2010
pagine: 364
Il volume raccoglie la quasi totalità degli scritti linguistici di Maria-Elisabeth Conte non confluiti nel volume da lei stessa curato, "Condizioni di coerenza" (1988), nel quale, con scelta severa, aveva riunito, come specificato nel sottotitolo, solo sue "Ricerche di linguistica testuale" (ristampate con qualche aggiunta, dopo la scomparsa dell'autrice, nel 1999 a cura di Bice Mortara Garavelli). Gli scritti riuniti nella presente raccolta sono stati organizzati dai curatori secondo i vari campi d'indagine affrontati nella non vasta ma densa produzione della studiosa. Essa tocca in particolare, oltre alla linguistica testuale (certo il suo terreno di studio preferito), la pragmatica linguistica, la teoria dell'enunciazione, la performatività, la controperformatività (termine e tematica proprio da lei definiti e indagati a fondo) e la modalità, al crocevia tra pragmatica e semantica. Di particolare interesse, infine, le sue ricognizioni-riflessioni storiche, da cui si dipana, in un panorama che va da Humboldt a Buhler, a Hjelmslev e a molti altri, quel filo del suo pensiero che, conservando intatta la sua vitalità, risulta suscettibile di svolgimenti in varie direzioni, come segnavia per molti studiosi e studi a venire.
Tra pragmatica e linguistica testuale. Ricordando Maria-Elisabeth Conte
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 2009
pagine: 512
Dintorni. Rivista di letterature e culture dell'Università degli studi di Bergamo. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Sestante
anno edizione: 2006
pagine: 180
Rete e retorica. Prospettive retoriche della Rete
Libro: Libro in brossura
editore: Guerra Edizioni
anno edizione: 2005
pagine: 160
In trappola
Herta Müller
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2010
pagine: 104
L'autrice riflette su tre poeti e racconta del loro esprimersi in poesia, cercando nella loro esperienza l'"immagine dell'essere umano". Esperienza che non fu solo quella del totalitarismo, ma fu soprattutto, quella della continuità del totalitarismo: attraverso il nazismo, la guerra, i campi di concentramento, fino ai regimi comunisti dell'est europeo. Generazioni diverse e successive, perdute entro questa continuità senza vie di fuga dalla trappola. La stessa trappola, del resto, prigione dell'autrice, che invisa al regime per le sue idee e per la sua provenienza etnica di tedesca sotto Ceausescu, aveva contemporaneamente presente il ricordo colpevole del padre militare nelle SS. A questo assurdo indicibile solo la poesia come modo d'essere può ridare la parola. Così, molto più che scrivere di letteratura su sofferti poeti del mondo tedesco, Herta Müller legge, attraverso la poesia, nel vissuto, scava stati dell'animo come emergono dalle parole clandestine di tre menti vietate, deportate, dimenticate o suicide. Riflette sulla condizione di chi è costretto a dover scegliere sempre tra tre categorie di appartenenza: chi collabora volontariamente, chi può essere chiamato a collaborare e chi rifiuterà di collaborare lasciandosi come unica possibilità la poesia, detta o taciuta, emersa o sepolta per sempre.