Libri di Fabrizia Lorenzelli
C'era una volta... la castagna. Ricette tradizionali sassetane
Fabrizia Lorenzelli
Libro
editore: Circolo E. Agostini
anno edizione: 1994
pagine: 56
L'ultima, la più recente delle leggende sassetane ci parla di don Carlo Bartolozzi che, per battezzare i suoi parrocchiani, utilizzava, al posto dell'acqua santa, il "brodo di castagne secche". Basterebbe probabilmente questa conoscenza, per comprendere quella che è sempre stata l'importanza della castagna per Sassetta; e già da questa sola constatazione un attento osservatore potrebbe dedurre molti aspetti della geografia, economia, sociologia ed anche della storia sassetane. Castagne, quindi terreno collinare o al più mediomontano; economia difficile, e quindi povera: classi sociali poco differenziate, popolazione relativamente isolata, e quindi dal carattere forte e orgoglioso, ma anche generoso; posizione collinare, tipica degli antichi insediamenti a difesa dei confini ed adatto come rifugio di piccole bande, ed allora, una storia fatta di isolamento e di piccoli episodi di guerra contro i vicini, con perdita di importanza al momento dell'unità della Toscana sotto il dominio fiorentino.
C'era una volta... in cucina. Ricette tradizionali sassetane
Fabrizia Lorenzelli, Loredana Del Gratta
Libro
editore: Circolo E. Agostini
anno edizione: 1993
pagine: 72
Parlare di "cultura" di un gruppo sociale non vuol dire parlare solo delle sua arti e letteratura: parlare di cultura vuol dire parlare anche di usanze e tradizioni, e anche di quel momento di grande socialità che è il pranzo, la tavola. Questo vale anche per un piccolo paese qual è Sassetta: tradizioni ed usi trovano riscontri quanto mai interessanti nella sua cucina, nelle sue ricette tradizionali e nei suoi accessori, ingredienti, perfino nei tempi e modi di cottura. Forse non esistono ricette esclusivamente "sassetane", ma quelle qui raccolte sono indicative della realtà del tempo passato e, perché no, anche del tempo presente a Sassetta. Le ricette sono state raccolte presso i paesani di buona memoria, che le ricordavano come tramandate da genitori e nonni; e le presentiamo in veste volutamente "povera", per ricordare i vecchi quaderni in cui le massaie trascrivevano le loro ricette, tramandate in famiglia o scambiate con le vicine.