Libri di Fabrizio Bigotti
Profili rinascimentali. Politica, medicina e scienza fra XV e XVII secolo
Fabrizio Bigotti, Flavia Marcacci, Giovanni Silvano, Fabio Zampieri
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2021
pagine: 320
Il Rinascimento evoca sentimenti di ammirazione, di rimpianto, addirittura un'acuta nostalgia di un momento della storia umana lontano nel tempo, ma non remoto. L'età della Rinascenza soprattutto si vede, ma pure si ascolta e si legge; e anche per questo è sempre presente, confondendosi con il classico che, per sua natura, quasi non ha tempo. Non vi è dubbio che il suo rinnovamento in una cultura nuova, che si lasciava alle spalle un assai lungo Medioevo, è il tratto peculiare dell'epoca, che portò a nuova vita forme, linguaggi, espressioni del passato. Ciò avvenne anche nel discorso politico che, nella Penisola travagliata dalle guerre d'Italia, seppe comprendere quanto stava così drammaticamente avvenendo. Storia e pensiero, lungi dall'appiattirsi su una mera descrizione del presente, si lanciarono in un'ardita interpretazione del tempo presente, alla luce di un modello classico che, solo, poteva suggerire indizi utili alla comprensione di ciò che appariva ai più un mondo mai visto. La riflessione sulla repubblica occupò una parte cospicua dell'intera meditazione politica rinascimentale. Diverse furono le proposte sviluppate tra Venezia e Firenze, che coinvolsero in un ideale confronto gli ordini di Roma o per imitarli o per superarli. Machiavelli, Guicciardini, Giannotti e Contarini furono i protagonisti di tale approfondimento. La rinascita si avvertì forte anche nel mondo della scienza, che azzardò un nuovo paradigma ben visibile nella moderna comprensione del cosmo e nell'importantissima svolta all'interno del sapere anatomico del Cinquecento. Tutto si rinnovò sulla base della medicina antica e del sistema tolemaico, che aveva posto la terra al centro dell'universo.
Memoria, assenza, immagine. Saggio sull'arte e i luoghi di memoria del mondo antico
Fabrizio Bigotti
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2011
pagine: 84
Nessuno di noi oggi è immediatamente portato a riconoscere alla memoria quel ruolo di custode di un tesoro straordinario che pure, in epoche precedenti l'invenzione della stampa, a essa frequentemente veniva accordato. Tale immagine della memoria è divenuta per noi inusuale e questo ha segnato il solco tra la nostra epoca e le generazioni passate. Può allora non apparire sconsiderato il celebre giudizio di Platone, espresso nel Fedro, secondo cui l'invenzione della scrittura sarebbe la causa per gli uomini di una progressiva perdita di memoria: essi, fidi del testo scritto piuttosto che di se stessi e delle capacità della loro mente, avrebbero progressivamente trovato nella scrittura un mezzo per delegare "ad altro" le proprie responsabilità. La validità di questo "mythos filosofico" si è rivelata dopo secoli; oggi più che mai, infatti, la memoria della società coincide, in tutto o in parte, con quella dei nostri computer.