Libri di Gabriele Micalizzi
Non si muore di lunedì. Storia del fotoreporter sopravvissuto all'ISIS
Gabriele Micalizzi
Libro: Libro rilegato
editore: Signs Publishing
anno edizione: 2020
11 febbraio 2019. Baghuz. Siria. Un colpo di RPG sparato dai miliziani dell'ISIS esplode a pochi passi da un fotoreporter italiano che viene gravemente ferito. Il suo nome è Gabriele Micalizzi, le sue fotografie di guerra sono famose nel mondo. Le protezioni che ha indosso gli riparano parzialmente il corpo investito dalle schegge e, ironia del destino, la macchina fotografica che sta usando in quel momento fa da schermo ai suoi occhi. Micalizzi è a terra, come sospeso tra la vita e la morte. In quei lunghi, infiniti momenti, si fanno strada i ricordi più vivi, quelli più forti, quelli che paiono ancora a portata di mano... i suoi ultimi anni, quelli della guerra, della prima linea, delle milizie dell'ISIS inseguite con una macchina fotografica dalla Libia alla Siria. Così, da quel momento a terra in cui la ghiaia si impasta con il sangue, nasce il racconto autobiografico a fumetti di un grande protagonista della fotografia di guerra di questo nostro, nuovo millennio... Disegni di Elena Cesana (già disegnatrice Bonelli), ampia parte dedicata alle fotografie di Micalizzi e molti contenuti interattivi in “realtà aumentata” (QR code).
In guerra. Vita e battaglie del fotoreporter sopravvissuto a un razzo dell'Isis
Gabriele Micalizzi, Moreno Pisto
Libro: Copertina morbida
editore: Cairo
anno edizione: 2020
pagine: 253
11 febbraio 2019. Il fotoreporter Gabriele Micalizzi è sul tetto di una palazzina a Baghuz, in Siria. Sta seguendo l'avanzata delle truppe curde contro l'Isis quando viene colpito da un razzo RPG. Si ritrova a terra pieno di polvere e sangue: ha il braccio sinistro maciullato, le dita mozzate, non vede e non sente più niente, non riesce a muoversi. E mentre aspetta soltanto di morire dissanguato ripercorre le sue guerre, quelle intime e personali e quelle vere, vissute in prima linea: dall'Afghanistan alla rivoluzione delle camicie rosse in Thailandia, dalla primavera araba alla Grecia, dalla Libia all'Iraq, dalla Palestina alla Siria. Per testimoniare quello che succede, per raccontare gli orrori della Storia, «che non si scrive con la penna ma con il sangue», per lasciare un segno. Sfida la sorte, Gabriele, rischia di morire ogni giorno, documenta la crescita e l'incubo dell'Isis, vede morire vecchi, madri e bambini, piange il suo amico fraterno, caduto sul campo, ma non si rassegna, non si ritira. Fino al giorno in cui tutto potrebbe fermarsi sotto le schegge di quel razzo. E in cui tutto, invece, ricomincia, ancora più vero, più forte, più testardo.