Libri di Gazmend Kapllani
La terra sbagliata
Gazmend Kapllani
Libro: Libro in brossura
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2023
pagine: 181
Karl, protagonista del romanzo e alter ego dell'autore, ci racconta in un peculiare gioco temporale del suo ritorno alla terra albanese e del suo esilio volontario e doloroso. Ters, immaginaria città albanese e città natale del protagonista, viene creata come teatro perfetto per la messa in scena dei temi cari all'autore e fondamentali per il mondo contemporaneo: identità, appartenenza, libertà, displacement. L'autore racconta di uno spaccato d'Europa ancora "lontano", una storia e si fa universale e che sembra porre il lettore davanti a domande che sfidano ad andare più a fondo: dove e come prendono forma le radici dell'uomo?
Miseria. Una storia arbereshe
Mario Calivà
Libro: Libro in brossura
editore: Medinova Onlus
anno edizione: 2022
pagine: 148
Mario Calivà, con la maestria di un cronista pirandelliano in bilico tra realtà e fantasia, racconta la storia di una famiglia vissuta quasi un secolo fa a Piana degli Albanesi. L’Autore, utilizzando uno stile originale, elegante e semplice, costruisce una realtà fatta di paradossi e passioni dove si mettono a nudo le commedie e le tragedie delle relazioni umane. La vera forza di questo romanzo è che, entro le sue coordinate, consegna il coacervo di un intero universo umano, tanto piccolo quanto immenso.
Breve diario di frontiera
Gazmend Kapllani
Libro: Libro in brossura
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2015
pagine: 220
In questo "diario minimo" Gazmend Kapllani ci restituisce tutta la sofferenza degli albanesi che hanno attraversato il confine con la Grecia negli anni Novanta. Con mano leggera lascia che ci scorra sotto gli occhi la surreale volontà di dare un senso all'abbandono della terra natia, che in questo specifico caso è la fuga, il passaggio attraverso la cortina di ferro. In ogni capitolo, il doppio punto di vista - di chi è in Albania e di chi, esule, se ne allontana - mette in evidenza con sarcasmo, e senza fare sconti, la kafkiana condizione dell'Albania sotto il regime comunista: spie che controllano i programmi televisivi dei vicini, statue monumentali di Enver Hoxha, un dittatore troppo dittatore anche per i dittatori, e i bunker sulla spiaggia pronti per resistere a nemici che però non si presentano mai. Accurate, asciutte, intrise di humour nero, le descrizioni dell'assurdità e della rivolta alla tirannia compongono un quadro ironico e partecipe della condizione dell'esule, in cui il particolare dialoga con l'insieme e si fa narrazione universale, come in un dipinto di Bruegel. La "sindrome delle frontiere" inizia con l'abbandono del Paese e si sviluppa nella "nevrosi del successo", un successo che conferisce il diritto a restare nella nuova terra, per giungere a un'amara riflessione sui migranti di seconda generazione, condannati ad amare e odiare contemporaneamente il loro Paese.