Libri di Georg Heym
Umbra vitae
Georg Heym
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2021
pagine: 166
Quando nel 1930 Walter Benjamin firma Malinconia di sinistra, un urticante attacco a Erich Kästner – intellettuale di punta dell’intellighenzia di Weimar –, cita come «poesia davvero politica» quella di Georg Heym. Nel suo brevissimo percorso, sosteneva Benjamin, Heym aveva saputo definire in anticipo strutture e forme delle masse che sarebbero divenute visibili solo con lo scoppio della Grande Guerra. Spingendo all’estremo i colori e l’esperienza della metropoli, Heym mette in luce «gruppi mai indagati prima: i suicidi, i detenuti, i malati, i marinai, i matti. Nei suoi versi la terra si preparava a esser sommersa dal diluvio rosso». Umbra Vitae è la raccolta dei componimenti rinvenuti dopo la sua morte – quella “morte per acqua” da lui cantata tante volte –, pubblicata postuma dagli amici nel 1912. Accompagnata dalle xilografie originali di Ernst Ludwig Kirchner, controcanto straordinario nei toni eccessivi, sformati, di quei versi profetici, quest’edizione riproduce l’ultima istantanea poetica del mondo prima del diluvio. Con 47 xilografie di Ernst Ludwig Kirchner.
Il ladro. Novelle
Georg Heym
Libro: Copertina morbida
editore: Giometti & Antonello
anno edizione: 2020
pagine: 171
Apparsa postuma nel 1913, un anno dopo la scomparsa del suo autore, ma ideata assieme all'editore Ernst Rowolth (socio di Kurt Wolff) sin dal 1911, questa raccolta di sette novelle si inserisce a pieno titolo nella bibliografia poetica di Georg Heym (Hirschberg 1887 - Berlino 1912), tra i principali esponenti, accanto a Georg Trakl e a Gottfried Benn, della poesia espressionista in lingua tedesca del primo Novecento. "Il cinque ottobre", "Il pazzo", "La dissezione", "Gionata", "La nave", "Un pomeriggio" e "Il ladro" sono i sette tasselli che compongono questo polittico sacro e profano, alla Otto Dix, animato dalle impure vicende di santi e neofiti della dissoluzione storica. Come in una dissolvenza tra due epoche si mischiano e distorcono nei racconti di Heym timbri e immaginari incongrui, in una sorta di Requiem della civiltà europea in cui il voyage verso l'inconnu della cultura simbolista si fa naufragio verso isole di orrore, l'ebbrezza diventa «il tormento di aspettare l'ignoto» e il bateau ivre di Arthur Rimbaud si arena su battigie infette intarsiate di topi e cadaveri. Erede naturale di Georg Büchner, come un Woyzeck alle porte della grande guerra, Georg Heym attraversa le lande della cultura gotica e simbolista del XIX secolo, da Edgar Allan Poe ai poeti del decadentismo francese, battezzando con nette pennellate di gravida materia l'arte nuova del Novecento. Postfazione di Paolo Chiarini.