Libri di Giorgio Fumagalli
Sacre radure dei celti sull'appennino parmense
Giorgio Fumagalli
Libro: Libro in brossura
editore: Fonte di Connla
anno edizione: 2017
pagine: 150
Tra tutte le genti che vissero nell’Emilia, i Celti furono quelli che manifestarono la maggior sensibilità per il patrimonio forestale. Presso l’Appennino parmense, tra le valli dell’Arda e dell’Enza, vivevano gli Anani e i Celelati, due tribù della grande confederazione celtica dei Boi, che avevano i loro centri operativi nei boschi. Le selve erano percorse da un reticolo stradale, talvolta precario, ma sempre efficiente, che assicurava il trasporto delle merci, la viabilità ordinaria e il movimento dei guerrieri. Le sacre radure dei boschi si trovavano nei punti d’incontro dei principali itinerari: talvolta presso una magica fonte. Non erano soltanto luoghi di sosta e si presentavano anche come spazi, dove era possibile svolgere attività, non solo legate al culto, ma anche militari e mercantili; inoltre, venivano utilizzati per assemblee, festeggiamenti e per l’amministrazione della giustizia. Purtroppo, i boschi non hanno conservato le strutture viarie. Le notizie sulle sacre radure dei Celti provengono soprattutto dalla memoria storica e dalla tradizione, che questo libro cerca di tener viva.
Boschi sacri dei Galli Cenomani
Giorgio Fumagalli
Libro: Libro in brossura
editore: Fonte di Connla
anno edizione: 2013
Reperti archeologici, toponimi e tradizione ci permettono di ricostruire le vicissitudini degli antichi luoghi sacri dei Cenomani, cioè dei Celti che s’installarono tra l’Adige e l’Oglio. Le proponiamo agli appassionati, seguendo un criterio cronologico, ma anche geografico. Dopo aver analizzato le relazioni tra i Cenomani e i Camuni, presenti già da millenni, si ricordano le divinità del Bresciano, che i romani chiamarono Ercole o Vulcano e si cerca di capire il motivo della grande importanza attribuita a Mercurio. A Brescia si celebravano i fasti a Nettuno, che è ben documentato anche presso il Garda; ma si tratta solo un dio celtico, in veste romana; il Benaco ci dà anche l’opportunità per ricordare la poesia di Catullo e l’amore, quasi religioso, di Virgilio per la natura. Non è stato facile chiarire il multiforme culto gallico alle Matrone: i Cenomani, quasi per nascondere l’identità celtica, le chiamavano Giunoni, anche se nulla avevano in comune con la moglie di Giove.