Libri di Giovanna Bonizzato Tedeschi

Gianna Bonizzato è nata a Verona nel 1956. È sposata, mamma e nonna di tre bellissimi e simpatici nipoti, Galileo, Ottaviano ed Atena Tedeschi a cui dedica, come sempre, anche questo quaderno n.12 de "Le storie de me nono". La raccolta di storie, proverbi e filastrocche è il risultato di ricerche personali e soprattutto dei racconti di filò del nonno Mariano (Silvino Bertoldi), abile intrattenitore del gruppo di bambini nelle stalle della campagna veronese nelle serate invernali. Da alcuni anni l'autrice si è impegnata nella raccolta e pubblicazione, dei racconti tramandati da altre persone anziane presenti nella bassa veronese e nelle Valli Trentine, dove ora abita, che formano ancora oggi la base di molti elementi della parlata e cultura popolare. Età di lettura: da 6 anni.

Gianna Bonizzato è nata a Verona nel 1956. È sposata, mamma e nonna di tre bellissimi e simpatici nipoti, Galileo, Ottaviano ed Atena Tedeschi a cui dedica, come sempre, anche questo quaderno n.11 de "Le storie de me nono". La raccolta di storie, proverbi e filastrocche è il risultato di ricerche personali e soprattutto dei racconti di filò del nonno Mariano (Silvino Bertoldi), abile intrattenitore del gruppo di bambini nelle stalle della campagna veronese nelle serate invernali. Da alcuni anni l'autrice si è impegnata nella raccolta e pubblicazione, dei racconti tramandati da altre persone anziane presenti nella bassa veronese e nelle Valli Trentine, dove ora abita, che formano ancora oggi la base di molti elementi della parlata e cultura popolare. Età di lettura: da 6 anni.

La raccolta di storie, proverbi e filastrocche è il risultato di ricerche personali e soprattutto dei racconti di filò del nonno Mariano (Silvino Bertoldi), abile intrattenitore del gruppo di bambini nelle stalle della campagna veronese nelle serate invernali. Da alcuni anni l'autrice si è impegnata nella raccolta e pubblicazione, dei racconti tramandati da altre persone anziane presenti nella bassa veronese e nelle Valli Trentine, che formano ancora oggi la base di molti elementi della parlata e cultura popolare.

La presente pubblicazione sulla "Iconografia cristiana" di Gianna Bonizzato, rappresenta una illustrazione di un percorso artistico dell'autrice "iconografa" ma anche artista poliedrica. Dalla scuola Santi Martiri di Trento negli anni '90 fino ad oggi ha saputo esprimere con le tecniche sempre "tradizionali" le sue particolari rappresentazioni di scene di Vangelo e di vita dei Santi, con lo stile russo/bizantino che caratterizza la scuola di formazione. È un piacevole percorso da cui emerge anche una progressiva maturazione artistica e una personalizzazione del particolare stile iconografico.

Dopo il difficile e problematico periodo della "pandemìa" è urgente riprendere la vita di sempre. Anche se pieno di problemi il periodo della ripresa è comunque fecondo delle fantasie e delle raccolte fatte durante i lockdown vari subìti. Ecco allora riprendere la pubblicazione delle "Storie de me nono" con il quaderno 7 e con il solito seguito di proverbi e modi di dire popolari. E si vede anche che, per ora, il quaderno viene pubblicato senza sponsorizzazioni e questo dispiace molto anche se le ragioni sono tutte ben comprensibili. I committenti (sponsor) sono sempre stati l'anima del progresso artistico e culturale della nostra bella Italia. L'auspicio è che qualcuno si faccia vivo a rafforzare lo sforzo della ricerca e della stampa. Età di lettura: da 6 anni.

Il Quaderno n. 6 de "Le storie de me nono" di Giovanna Bonizzato continua l'opera di raccolta, completamento e custodia della tradizione delle "fole" da raccontare a piccoli e grandi. Leggende, storie, conte ed indovinelli vengono così custoditi nel loro linguaggio originale e diventano un tesoro culturale per tutte quelle persone che tengono alla custodia del loro patrimonio storico e linguistico. La lingua scritta ed usata è quella tipica della terra Veneta e Veronese, anche se alcuni racconti vengono da località diverse da quelle più strettamente regionali. I disegnini originali che accompagnano l'opera sono stati pensati per rendere più gradevole il testo anche ai più piccini. Età di lettura: da 6 anni.

In ogni storia, o all'inizio, o alla fine, c'è uno stornello di questo tipo. Quando questa frase si ripete, "quasi quasi" mi viene da dire che mi dà stanchezza. Come se a camminare fossi stato io. Ebbene, con questo Quaderno 5 delle "Storie de me nono" di Gianna Bonizzato, si continua la narrazione di storielle, di raccolta di detti, della "recita" di filastrocche, già iniziata e portata avanti dagli altri quattro quaderni precedenti.

"I contenuti di questo primo quaderno de 'Le storie de me nono', nuova edizione 2018, sono dedicate ai miei tre bellissimi nipoti e a tutti i bambini, indistintamente. Quindi si tratta di letteratura infantile. Quello che io ascolto, raccolgo, scrivo e ravvivo con alcuni disegni e figure vuole essere un contributo per conservare la nostra tradizione culturale e linguistica. Non è la lingua 'più pura' del grande concittadino Berto Barbarani ma è quella dei nostri 'vecchi', delle nostre nonne, zie e mamme; la lingua dei nostri paesi che, purtroppo, a causa di mode malintese va perdendosi, perché non viene più usata. Si preferisce l'uso di una parlata sedicente 'italiana' ma che italiana non è. È anche essa un adattamento alla praticità della vita quotidiana. La raccolta di storie, proverbi, conte e filastrocche è il risultato di ricerche personali e soprattutto dei racconti di filò del nonno Mariano Bertoldi, abile intrattenitore del gruppo di bambini nelle stalle della campagna veronese nelle serate invernali di qualche decennio fa. Auguro a tutti una buona lettura e, in presenza di un bravo narratore, anche un buon divertimento" (L'autrice). Presentazione di Roberto Puliero.

"Anche i contenuti di questo quarto quaderno de 'Le storie de me nono' sono dedicate ai miei tre bellissimi e a tutti i bambini, indistintamente. Quello che io ascolto, raccolgo, scrivo e ravvivo con alcuni disegni e figure vuole essere un contributo per conservare la nostra tradizione culturale e linguistica. Non è la lingua 'più pura' e cittadina del grande Berto Barbarani ma è quella dei nostri 'vecchi', delle nostre nonne, zie e mamme; la lingua dei nostri paesi che, purtroppo, a causa di mode male intese va perdendosi, perché non viene più usata. Si preferisce l'uso di una parlata sedicente 'italiana' ma che italiana non è. È anche essa un adattamento alla praticità della vita quotidiana. La raccolta di storie, proverbi e filastrocche è il risultato di ricerche personali e soprattutto dei racconti di filò del nonno Mariano, abile intrattenitore del gruppo di bambini nelle stalle della campagna veronese nelle serate invernali di qualche decennio fa. Auguro a tutti una buona lettura e, in presenza di un bravo narratore, anche un buon divertimento." (L'autrice)

"Le storie de me nono", quaderno n. 3 raccoglie le storie, le cònte, i detti e i proverbi di un tempo che venivano narrati ai bambini nelle lunghe sere invernali o per le varie occasioni, a volte assumendo anche le caratteristiche di una rappresentazione da teatro popolare, con interpretazione personale da parte del narratore. Qui, in maniera particolare, ci sono dei racconti trasmessi dalla viva voce di due nonni. Racconti che gli stessi narravano ai rispettivi nipotini.

"Le storie de me nono" di Giovanna Bonizzato Tedeschi è la seconda raccolta di favole, detti e proverbi raccontati nella campagna veronese, nella lingua originale. In maniera particolare sono state raccolte delle favole dalla viva voce (registrata) di alcuni anziani che adesso non sono più tra noi, ma in questa maniera ritornano di attualità e condivisibili per ragazzini e gli adulti di ogni epoca. Anche questo quaderno è scritto soprattutto per i bambini, che vanno gradatamente perdendo la ricchezza della lingua dei loro nonni. I disegnini che arricchiscono lo scritto sono fatti per loro in modo che, anche i più piccoli, possano cogliere il significato di quanto si sta leggendo o raccontando.

"Le storie de me nono" è una raccolta di storie, proverbi e filastrocche in dialetto veronese ed è il risultato di ricerche personali e soprattutto dei racconti di "filò" del nonno Mariano (Silvino) Bertoldi, abile intrattenitore dei gruppi di bambini nelle stalle della campagna veronese nelle serate invernali. I disegnini illustrativi che accompagnano i racconti sono originali e sono stati realizzati dall'autrice.