Libri di Giovanna Curcio
«Loggetta che forma seangolo». Bernini e Giulio Romano in Vaticano
Giovanna Curcio
Libro
editore: Campisano Editore
anno edizione: 2022
Una sottile linea di continuità lega, a distanza di un secolo, il progetto di Giulio Romano per le ‘stanze’ di Gianmatteo Giberti agli interventi che trasformano l’informe platea dinanzi alla basilica di San Pietro nel gran teatro immaginato da Bernini. La residenza si trovava lungo il lato settentrionale della piazza davanti alla composita mole dei Palazzi vaticani e, nonostante le ridotte dimensioni, ne rappresentava una sorta di singolare preludio. Il saggio indaga sulle personalità che a diverso titolo hanno avuto un ruolo nella storia costruttiva e funzionale dell’edificio, ricostruendo l’impianto e il significato di un’opera quasi sconosciuta. La residenza, benché mutila e fortemente alterata, giunge in forme comunque riconoscibili fino a oltre la metà dell’Ottocento soprattutto grazie a Bernini che, riconoscendone l’eccezionalità, la custodisce al di là delle alte murature del suo Corridoio settentrionale.
La città del Settecento
Giovanna Curcio
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2008
pagine: 223
Nel Settecento prende forma la metropoli moderna. Mentre nascono nuove capitali - come San Pietroburgo e Washington - si forma anche un nuovo proletariato che darà vita alle rivoluzioni americana e francese. Prima della rivoluzione industriale il 60-80% della popolazione attiva era impiegato in attività agricole e viveva in campagna; l'industrializzazione porta la gran parte della popolazione a trasferirsi nelle nuove metropoli e intellettuali, governanti e architetti s'interrogano sulla struttura di agglomerati urbani che sovraffollamento, concentrazione di attività produttive, nuove istanze di igiene e salubrità non consentono più di valutare unicamente in termini di "bellezza", "decoro" o monumentante. L'architettura ricerca nuovi materiali e nuovi sistemi di produzione da applicare su larga scala in inediti tipi edilizi - ministeri, caserme, carceri, ospedali, borse, teatri, biblioteche, musei, fabbriche e cimiteri - mentre gli edifici per il culto e i palazzi reali o dell'aristocrazia perdono centralità nella qualificazione degli spazi urbani.