Libri di Grazia Paganelli
Tonino De Bernardi. Il cinema senza frontiere. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2024
pagine: 160
Parigi e Casalborgone, Napoli e il Mali, l’India e la Grecia, il Marocco e il Brasile, i set di De Bernardi non conoscono frontiere, così come i luoghi che hanno ospitato i suoi film. Dalle gallerie d’arte al Filmstudio 70, da Locarno a Rotterdam, da Tokyo a San Paolo del Brasile fino al concorso alla Mostra di Venezia con Appassionate e alla celebrazione al Pompidou di Parigi che gli ha reso omaggio nel 2022 definendolo L’homme-cinéma. Il cinema di Tonino De Bernardi è dunque un cinema libero, senza lacci. Che si muove con disinvoltura dal realismo al melodramma, che confonde l’antico e il moderno. Che si nutre di musica e di pittura. Che racconta chi siamo, chi siamo stati e chi vorremmo essere. I suoi film, come scrive Bernardo Bertolucci, ci ricordano “come è bello amare il cinema”. Il volume, a cura di Alberto Momo con la collaborazione di Grazia Paganelli, raccoglie la voce dei tanti che hanno avuto parte attiva nella realizzazione dei suoi film, attori, attrici, compagni di cinema, famigliari, registi, studiosi, incontri fortuiti che Tonino De Bernardi ha reso preziosi con il suo sguardo prensile. Da Isabelle Huppert a Bernardo Bertolucci, da Enrico Ghezzi a Mario Martone, da Iaia Forte a Filippo Timi.
Erich von Stroheim. Lo sguardo e l'iperbole
Grazia Paganelli
Libro
editore: Bulzoni
anno edizione: 2001
pagine: 192
Segni di vita. Werner Herzog e il cinema
Grazia Paganelli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Castoro
anno edizione: 2007
pagine: 312
La figura di Werner Herzog emerge in tutta la sua complessità in un approfondito studio della sua opera, accompagnato da una lunga e inedita conversazione con il regista tedesco realizzata dopo le riprese del suo ultimo film "Encounters at the End of the World". L'aura di regista estremo e avventuroso, capace di affrontare ogni sorta di pericoli pur di portare a termine i suoi film, fa parte di una mitologia affascinante ma riduttiva. Lo stesso Herzog afferma di essere soltanto un "narratore di storie". Il suo inconfondibile sguardo sugli angoli più remoti e inospitali del pianeta lo definisce piuttosto come un cercatore di storie, un appassionato esploratore di visioni guidato dalla macchina da presa alla ricerca dell'attimo di "estatica verità" nascosta nei volti, nei luoghi, nei paesaggi.