Libri di Harry Ludlam
Una vita per il Polo. La storia e i viaggi del capitano Scott
Harry Ludlam
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2025
pagine: 294
«Ora questa straordinaria formazione di ghiaccio era visibile dall’alto. A nord c’era il mare sgombro e azzurro, a sud si estendeva all’infinito una vasta pianura, ancora più oltre il sole ci stava di fronte e la pianura spariva nello splendore del suo riflesso. Era un colpo d’occhio impressionante.» Per la prima volta, sulla scorta di una rigorosa documentazione, sono presentate senza alcuna retorica le pagine di vita, dagli avvenimenti più drammatici ai quadretti familiari, di uno dei principali protagonisti delle spedizioni polari, se non del più grande di essi, il capitano Robert Falcon Scott. I conflitti fra i membri dei comitati patrocinatori, le difficoltà nella ricerca di fondi, i numerosi ostacoli affrontati non solo sulle solitarie distese innevate dell’Antartide vedono in Harry Ludlam un attento cronista e un imparziale narratore. Non è quindi solo la storia di un uomo, dei suoi tormenti, delle sue ansie, dei suoi successi, ma anche quella di un’intera epoca, di un mondo ormai scomparso che univa l’entusiasmo per le prime, vere conquiste della tecnica con un senso avventuroso della vita che affondava le sue radici nel passato.
PQ 17. Convoglio per l'inferno. Il racconto dei superstiti
Paul Lund, Harry Ludlam
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2009
pagine: 300
PQ17 è la sigla di uno dei convogli di mercantili alleati che durante la Seconda guerra mondiale trasportarono rifornimenti americani e britannici per le forze armate sovietiche. Salpato dall'Islanda il 27 giugno 1942 con 33 navi da trasporto e accompagnato nella navigazione da decine di unità di superficie per la protezione ravvicinata e lontana, il 4-5 luglio nelle acque del Mare di Barents, a nord-est dell'Isola degli Orsi e a ovest della Nuova Zemlja, fu sottoposto a violenti attacchi da parte di aerei e sommergibili tedeschi. Quando raggiunse il porto di Arcangelo, nella Russia settentrionale, erano state affondate 24 navi. Fu una catastrofe, abilmente sfruttata dalla propaganda tedesca, sulla quale le autorità inglesi mantennero però il massimo riserbo fin dopo la conclusione del conflitto, anche perché la Royal Navy fece gravi errori sul piano tattico e strategico. Finirono in fondo al mare anche 3.350 veicoli, 430 carri armati, 210 aerei e oltre 99.000 tonnellate di materiale.