Libri di Johann Wolfgang Goethe
Viaggio in Italia
Johann Wolfgang Goethe
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 1987
pagine: LVIII-854
I dolori del giovane Werther. Testo tedesco a fronte
Johann Wolfgang Goethe
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 294
Opera tra le più amate della letteratura di tutti i tempi, "I dolori del giovane Werther" venne pubblicato per la prima volta nel 1774 e subì un secondo rimaneggiamento che gli diede forma definitiva nel 1782. Immediatamente fece del venticinquenne avvocato francofortese uno dei più famosi scrittori europei. Semplice solo in apparenza, l'opera di Goethe nasconde in realtà notevoli difficoltà e vaste problematiche che la critica ha discusso e messo in evidenza: dalle ambivalenze romantiche notate da Mittner al velato e ammiccante umorismo messo in luce da Chiusano, dalla descrizione di aspetti più legati alla rappresentazione del mondo familiare e sociale alle insistenze sul solipsismo del protagonista.
Dalla mia vita. Poesia e verità
Johann Wolfgang Goethe
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: LII-816
Il rapporto col padre, visto come figura grigia e pedante; quello con la madre, fondamentale dal punto di vista affettivo e creativo; la passione infantile per le marionette, che prelude al suo amore maturo per il teatro; i precoci interessi per la medicina e le scienze; i primi amori e le prime scritture letterarie; il periodo alchimistico ed esoterico; un viaggio sul Reno con i grandi scienziati Lavater e Basedow; la scoperta della filosofia di Spinoza... L'autobiografia di Goethe, scritta in tarda età, copre gli anni giovanili fino al 1775, quando lo scrittore aveva ventisei anni. E ambientata per la maggior parte in una Francoforte che sembra una città mediterranea, con la gente che vive per strada nei dehors abusivi costruiti davanti ai portoni delle case. E anche casa Goethe ha qualcosa di italiano, non fosse altro perché il padre l'italiano lo sapeva leggere e l'aveva fatto studiare alla moglie e ai figli. "Poesia e verità" è una specie di «ritratto del genio da giovane» ma, attraverso i mille incontri e le frequentazioni che vengono raccontati, è anche l'affresco di una delle epoche più esaltanti, fra Illuminismo e Sturm und Drang, di tutta la cultura europea. E d'altra parte Goethe era ben determinato - lo sappiamo dalle sue lettere e dai suoi diari - a scrivere un'autobiografia che, al di là dei modelli storici di Cellini, Montaigne e Rousseau, realizzasse il più possibile l'intreccio di individualità e coscienza storica. Dunque un appassionato libro di confessione, un prezioso quadro storico-culturale e ovviamente, trattandosi di uno scrittore come Goethe, una narrazione coinvolgente. Il risultato è uno dei testi fondamentali della letteratura europea moderna.
Tutte le poesie. Volume Vol. 1
Johann Wolfgang Goethe
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mondadori
anno edizione: 1989
pagine: LXX-1886
I dolori del giovane Werther
Johann Wolfgang Goethe
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 136
Consegnando nel 1774 all'editore Christian Friedrich Weygand di Lipsia il manoscritto del suo primo romanzo, il ventiquattrenne Johann Wolfgang Goethe si compiacque che quel suo «libretto» in forma epistolare gli fruttasse abbastanza da coprire i debiti contratti per via del precedente dramma Götz von Berlichingen. Ma "I dolori del giovane Werther" era destinato ad assicurare al suo autore ben altri riconoscimenti. «Il successo del libretto fu grande», scriveva un Goethe maturo nella sua autobiografia, «addirittura straordinario, soprattutto perché colse appieno lo spirito del tempo. Come infatti basta una breve miccia per far detonare un'enorme mina, così l'esplosione che si verificò fra il pubblico fu tanto potente perché i giovani avevano già scavato i cunicoli, e lo sgomento tanto intenso perché di ciascuno esplosero gli esasperati aneliti, le passioni insoddisfatte, i dolori immaginari». Aneliti, passioni e dolori scaturiscono da quelli del protagonista Werther, giovane d'animo sensibile e ardente, per la virtuosa Lotte dagli occhi neri, già promessa sposa di un altro uomo e dunque a lui preclusa. La frustrazione e la disperazione che ne conseguono inducono lo sfortunato amante dapprima a tentare la sublimazione del suo trasporto amoroso coltivando una fraterna amicizia con il legittimo pretendente e poi consorte di Lotte, Albert, e in seguito a spezzare il triangolo filadelfico da lui stesso architettato togliendosi la vita. Le sue gesta incendiarono la sensibilità di un'intera generazione, quella dello Sturm und Drang , che del Werther goethiano - «il primo dandy della letteratura europea, il tipo del soggetto narcisista che tutto vorrebbe afferrare e consumare, il cui vitalismo si ribalta in pulsione di morte» come si legge nella postfazione di Luigi Forte - fece il suo eroe, e della cultura ribelle che preferiva l'intensità del sentimento e l'immediatezza della natura all'aridità della ragione e delle convenzioni borghesi, il proprio manifesto. La «febbre wertheriana» che si scatenò prima in Germania e presto, al seguito delle molte traduzioni, in tutta Europa e perfino in Cina, contribuendo a fare de I dolori del giovane Werther il primo best seller internazionale, investì ogni aspetto della vita sociale e culturale, dalla moda nell'abbigliamento fino all'estenuata voluttà del suicidio, con il conseguente stigma di opera «altamente perniciosa» che tanto amareggiò il suo autore. Ma questo non impedì l'immediata e permanente consacrazione di J. W. Goethe che, nella sua critica della conformità sociale, nell'interpretazione penetrante del proprio tempo, nell'innovazione formale del romanzo epistolare a una sola voce, nella finezza psicologica dei ritratti, nella scelta ardita, scrive ancora Forte, di uno stile «ritmato e liricheggiante, con frasi smozzicate, iterazioni e libere costruzioni sintattiche che rispondono, più che a regole grammaticali, a un'intemperante individualità, che scioglie il lamento d'amore in suono e ritmo», mostrava i tratti inconfondibili del genio. «Ogni giovane desiderò amare così, ogni fanciulla di essere così amata. Un'intera generazione riconobbe in quello di Werther il proprio stato d'animo». «Qui mi importunano con le traduzioni del mio Werther, me le mostrano e chiedono quale sia la migliore e se la storia sia vera! È una sciagura che mi perseguiterebbe anche in India».
I dolori del giovane Werther
Johann Wolfgang Goethe
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 144
Consegnando nel 1774 all'editore Christian Friedrich Weygand di Lipsia il manoscritto del suo primo romanzo, il ventiquattrenne Johann Wolfgang Goethe si compiacque che quel suo «libretto» in forma epistolare gli fruttasse abbastanza da coprire i debiti contratti per via del precedente dramma Götz von Berlichingen. Ma "I dolori del giovane Werther" era destinato ad assicurare al suo autore ben altri riconoscimenti. «Il successo del libretto fu grande», scriveva un Goethe maturo nella sua autobiografia, «addirittura straordinario, soprattutto perché colse appieno lo spirito del tempo. Come infatti basta una breve miccia per far detonare un'enorme mina, così l'esplosione che si verificò fra il pubblico fu tanto potente perché i giovani avevano già scavato i cunicoli, e lo sgomento tanto intenso perché di ciascuno esplosero gli esasperati aneliti, le passioni insoddisfatte, i dolori immaginari». Aneliti, passioni e dolori scaturiscono da quelli del protagonista Werther, giovane d'animo sensibile e ardente, per la virtuosa Lotte dagli occhi neri, già promessa sposa di un altro uomo e dunque a lui preclusa. La frustrazione e la disperazione che ne conseguono inducono lo sfortunato amante dapprima a tentare la sublimazione del suo trasporto amoroso coltivando una fraterna amicizia con il legittimo pretendente e poi consorte di Lotte, Albert, e in seguito a spezzare il triangolo filadelfico da lui stesso architettato togliendosi la vita. Le sue gesta incendiarono la sensibilità di un'intera generazione, quella dello Sturm und Drang , che del Werther goethiano – «il primo dandy della letteratura europea, il tipo del soggetto narcisista che tutto vorrebbe afferrare e consumare, il cui vitalismo si ribalta in pulsione di morte» come si legge nella postfazione di Luigi Forte – fece il suo eroe, e della cultura ribelle che preferiva l'intensità del sentimento e l'immediatezza della natura all'aridità della ragione e delle convenzioni borghesi, il proprio manifesto. La «febbre wertheriana» che si scatenò prima in Germania e presto, al seguito delle molte traduzioni, in tutta Europa e perfino in Cina, contribuendo a fare de I dolori del giovane Werther il primo best seller internazionale, investì ogni aspetto della vita sociale e culturale, dalla moda nell'abbigliamento fino all'estenuata voluttà del suicidio, con il conseguente stigma di opera «altamente perniciosa» che tanto amareggiò il suo autore. Ma questo non impedì l'immediata e permanente consacrazione di J. W. Goethe che, nella sua critica della conformità sociale, nell'interpretazione penetrante del proprio tempo, nell'innovazione formale del romanzo epistolare a una sola voce, nella finezza psicologica dei ritratti, nella scelta ardita, scrive ancora Forte, di uno stile «ritmato e liricheggiante, con frasi smozzicate, iterazioni e libere costruzioni sintattiche che rispondono, più che a regole grammaticali, a un'intemperante individualità, che scioglie il lamento d'amore in suono e ritmo», mostrava i tratti inconfondibili del genio. «Ogni giovane desiderò amare così, ogni fanciulla di essere così amata. Un'intera generazione riconobbe in quello di Werther il proprio stato d'animo». «Qui mi importunano con le traduzioni del mio Werther, me le mostrano e chiedono quale sia la migliore e se la storia sia vera! È una sciagura che mi perseguiterebbe anche in India».
Dalla mia vita. Poesia e verità
Johann Wolfgang Goethe
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2018
pagine: 758
Il rapporto col padre, visto come figura grigia e pedante; quello con la madre, fondamentale dal punto di vista affettivo e creativo; la passione infantile per le marionette, che prelude al suo amore maturo per il teatro; i precoci interessi per la medicina e le scienze; i primi amori e le prime scritture letterarie; il periodo alchimistico ed esoterico; un viaggio sul Reno con i grandi scienziati Lavater e Basedow; la scoperta della filosofia di Spinoza... L'autobiografia di Goethe, scritta in tarda età, copre gli anni giovanili fino al 1775, quando lo scrittore aveva ventisei anni. E ambientata per la maggior parte in una Francoforte che sembra una città mediterranea, con la gente che vive per strada nei dehors abusivi costruiti davanti ai portoni delle case. E anche casa Goethe ha qualcosa di italiano, non fosse altro perché il padre l'italiano lo sapeva leggere e l'aveva fatto studiare alla moglie e ai figli. "Poesia e verità" è una specie di «ritratto del genio da giovane» ma, attraverso i mille incontri e le frequentazioni che vengono raccontati, è anche l'affresco di una delle epoche più esaltanti, fra Illuminismo e Sturm und Drang, di tutta la cultura europea. E d'altra parte Goethe era ben determinato - lo sappiamo dalle sue lettere e dai suoi diari - a scrivere un'autobiografia che, al di là dei modelli storici di Cellini, Montaigne e Rousseau, realizzasse il più possibile l'intreccio di individualità e coscienza storica. Dunque un appassionato libro di confessione, un prezioso quadro storico-culturale e ovviamente, trattandosi di uno scrittore come Goethe, una narrazione coinvolgente. Il risultato è uno dei testi fondamentali della letteratura europea moderna.
Tutte le poesie. Volume Vol. 3
Johann Wolfgang Goethe
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 1997
pagine: 1328
Le affinità elettive
Johann Wolfgang Goethe
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 334
È un libro sul matrimonio, sulla morale familiare, sulla violazione delle convenzioni sociali, sulla necessità del sacrificio di chi le viola. L'ineluttabilità del finale tragico rinvia all'idea goethiana che dietro alle passioni degli uomini vi siano solo forze insondabili e beffarde che sfuggono alle ragioni della società e della storia. Le affinità elettive sono una storia tragica: alla tragedia della passione, alla natura trionfante si può opporre solo l'etica della rinuncia laica, la pace inviolabile del tempo e della morte nella cappella gotica dei due amanti.