Libri di Leonardo Borgioli
Ruderi e vegetazione. Sperimentazioni di restauro archeologico alla Necropoli della Banditaccia di Cerveteri
Emanuele Morezzi, Tommaso Vagnarelli, Leonardo Borgioli
Libro: Libro in brossura
editore: Quasar
anno edizione: 2025
pagine: 156
Il progetto di ricerca Co.R.A.Ve. - Conservazione dei Ruderi Archeologici nei contesti Vegetali è uno studio sviluppato dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e dall’azienda CTS, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Obiettivo del progetto è quello di definire e attuare metodologie di intervento innovative finalizzate alla conservazione dei ruderi archeologici in aree caratterizzate da una consistente presenza di vegetazione spontanea. Caso studio di sperimentazione, di cui questo libro fornisce il resoconto dei primi tre anni di attività, è la Necropoli etrusca della Banditaccia di Cerveteri, dal 2004 parte della World Heritage List UNESCO e dal 2021 compresa entro i confini del PACT – Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Qui, la presenza di vegetazione in simbiosi con le strutture archeologiche rappresenta una delle principali peculiarità del sito, ponendosi allo stesso tempo come aspetto valoriale da proteggere e come criticità da contenere.
I pigmenti dell'800
Leonardo Borgioli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2022
pagine: 128
L'Ottocento è stato senza dubbio il secolo più importante per lo sviluppo del colore come lo conosciamo oggi. Con i primi, incerti, passi della chimica moderna compaiono alcuni pigmenti destinati a imporsi negli atelier degli artisti, per arrivare fino a noi: cobalto, cromo, zinco e cadmio sono i nuovi elementi che andranno a riempire le tavolozze, tra una diffidente cautela e una entusiastica adozione. L'affinamento dei metodi di sintesi e la complessità nella composizione dei colori, con le parallele progressioni dello sviluppo tecnologico e quello commerciale, porteranno alla quasi totale scomparsa della conoscenza dei materiali da parte dei loro utilizzatori finali, ossia gli artisti, lasciando anche spazio ad adulterazioni e formulazioni fallimentari. I pigmenti della tradizione verranno ripresentati in forma più pura, mentre alcuni pericolosi protagonisti, come il bianco di piombo e i verdi arseniosi, continueranno a mietere vittime in attesa delle normative sulla sicurezza del secolo successivo. Si tratterà di un difficile viaggio tra i trionfi della scienza, celebrata dalle esposizioni universali, le correnti artistiche alla ricerca di nuove rese del colore, e le sperimentazioni rese possibili dagli avanzamenti tecnologici, ma nascoste dietro le barriere dei segreti industriali. Un viaggio che richiede come sempre un minimo di spirito d'avventura e di curiosità nei confronti dell'ignoto.
Polimeri di sintesi per la conservazione della pietra
Leonardo Borgioli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2022
Il mercato dei prodotti per il restauro, troppo di nicchia per poter sostenere una ricerca mirata, ha sempre "preso a prestito" materiali nati per altri settori. Non sempre però per le resine sintetiche sono state fatte valutazioni di resistenza nel tempo che potessero fornire un buon margine di sicurezza per l'integrità dell'opera. Questo agile volume si propone di presentare in maniera unitaria i materiali di sintesi che trovano attualmente utilizzo nel settore del restauro lapideo (esteso naturalmente non solo alla pietra ma ai laterizi e alle malte), senza perdersi in una trattazione chimica che viene rimandata ai testi classici. Il lettore troverà quindi esposte le caratteristiche delle principali classi di polimeri (e non solo), con particolare riguardo alle modalità applicative, alla sicurezza per l'operatore, alla resistenza nel tempo. Vengono riportati sinteticamente anche esempi di applicazioni di prodotti commerciali su monumenti, tratti sia dalla letteratura che dalla esperienza personale dell'autore, così come i risultati di studi comparativi, che hanno spesso messo in evidenza le problematiche di questo settore. Un volume rivolto quindi ai restauratori e agli operatori del settore, mirato a chiarire gli interrogativi che nascono "sul campo"
I leganti nell'arte contemporanea
Leonardo Borgioli
Libro: Copertina morbida
editore: Nardini
anno edizione: 2020
pagine: 144
Che colori hanno usato Jackson Pollock, Frank Stella e Roy Lichtenstein? con quale resina Burri ha realizzato i famosi cretti? Cos'era la misteriosa Membranite? I colori acrilici sono nati per caso? Come si restaura l'arte contemporanea realizzata con resine sintetiche? Il libro affronta l'introduzione delle resine nel mondo della produzione dell'arte contemporanea. Per estensione oggi si definiscono spesso acrilici tutti i dipinti realizzati con resine sintetiche, ma in realtà gli acrilici non costituiscono la loro totalità. I leganti sintetici hanno affiancato il classico olio nei cataloghi dei prodotti di belle arti a partire dalla fine degli anni Cinquanta, ma il loro utilizzo risale addirittura agli anni Trenta, anche se con modalità artigianali e occasionali. Si illustra il percorso che ha portato allo sviluppo di queste tecniche pittoriche, che ha radici nell'Ottocento con la nascita dei colori industriali. Vengono descritte la natura dei leganti sintetici, le formulazioni a solvente e all'acqua, le cause di degrado e le problematiche del restauro come la pulitura e il consolidamento. Infine si descrivono le tecniche diagnostiche utilizzate per la loro identificazione.
Le resine sintetiche usate nel trattamento di opere policrome
Leonardo Borgioli, Paolo Cremonesi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2016
pagine: 197
Nel restauro delle opere policrome (dipinti, sculture lignee, affreschi, ma anche opere su carta, ceramica...) i materiali sintetici hanno in gran parte rimpiazzato sostanze con proprietà analoghe, ma di origine naturale. Diventa quindi imprescindibile per il restauratore comprendere le proprietà fondamentali di questi materiali che troppo spesso sono stati utilizzati in modo improprio. Il discorso è complicato dal fatto che questi materiali sono di recente sviluppo e che si hanno casistiche di invecchiamento di una cinquantina d'anni al massimo. Lo studio di questi materiali è reso ancora più difficile dal fatto che la maggior parte delle formulazioni correntemente utilizzate sono state originariamente sviluppate per applicazioni completamente diverse dal restauro dei beni culturali, e che raramente sono dichiarati tutti i componenti.