Libri di Luciana Borsetto
Temi e figure del sacro nella letteratura italiana e oltre
Luciana Borsetto
Libro: Copertina morbida
editore: CLEUP
anno edizione: 2017
pagine: 164
Il paradiso terrestre e gli angeli, il diluvio e Giuditta; l'innocenza del primo abitatore del Locus e l'errore dell'inquieta ragione foriero della sua perdita; l'audacia e prudenza dell'eroina, salvatrice della patria e imago di Maria, dal dramma gesuitico all'epica del Seicento, quando la seduzione preposta all'impresa salvifica ne affida l'agire al segreto del cuore, configurando l'uso della prudenza illustrato da Bacon del VI degli Essay (Of Simulation and Dissimulation, 1597). Successivamente, a misura che il trascendente si eclissa all'orizzonte del letterario; che il piano teologico della biblica vicenda che la concerne cede alle profondità della psiche, consegnandone la vittoria dell'eroismo e della fede alle moderne meraviglie dei sensi, passioni e desideri ne erotizzano l'imago, inficiandone l'innocenza, pervertendone la santità. L'ambiguità della donna ne diventa il primum della figura. Dalla metà dell'Ottocento Giuditta altro non emblematizza che la femme fatale, volta a venerare e trascinare a morte l'amante nemico.
Rime volgari non più date alla luce (Venezia, 1549)
Ludovico Pasquali
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 2016
pagine: 244
L’evolversi del petrarchismo peninsulare e il prestigio nel suo ambito assunto dal volgare italiano come lingua della poesia sono alla base, nella prima metà del Cinquecento, dell’affermarsi, in un centro geo-politico e culturale di rilievo come Cattaro — avamposto della Serenissima nel dominio dell’Adriatico—, della sperimentazione lirica improntata alla pratica del Bembo. Tutto compreso nel ventennio 1530-1550, l’arco della sua parabola documentabile è contrassegnato dalla produzione di due importanti canzonieri: Rime amorose di Giorgio Bizanti (Venezia 1532) e Rime Volgari di Ludovico Pascale (Venezia 1549), uscito il primo a due anni di distanza dalla princeps bembiana (Rime, Nicolini da Sabbio 1530), punto di avvio, per il Dionisotti, del petrarchismo nel senso stretto del termine, e a un anno dalla sua terza e definitiva impressione, curata da Carlo Gualteruzzi (Rime, Gabriel Giolito de Ferrari 1548). Patria del Bizanti e del Pascale, Cattaro, l’antica Ascrivium della Dalmazia romana, presenta all'epoca il profilo linguisticamente ‘altro’, rispetto a Ragusa e a centri adriatico-orientali come Spalato, Zara o Lesina, segnato dall'assenza della componente slava.