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Rime volgari non più date alla luce (Venezia, 1549)

Rime volgari non più date alla luce (Venezia, 1549)
Titolo Rime volgari non più date alla luce (Venezia, 1549)
Autore
Curatore
Collana Manierismo e barocco
Editore Edizioni dell'Orso
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 244
Pubblicazione 01/2016
ISBN 9788862747103
 
30,00

 
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L’evolversi del petrarchismo peninsulare e il prestigio nel suo ambito assunto dal volgare italiano come lingua della poesia sono alla base, nella prima metà del Cinquecento, dell’affermarsi, in un centro geo-politico e culturale di rilievo come Cattaro — avamposto della Serenissima nel dominio dell’Adriatico—, della sperimentazione lirica improntata alla pratica del Bembo. Tutto compreso nel ventennio 1530-1550, l’arco della sua parabola documentabile è contrassegnato dalla produzione di due importanti canzonieri: Rime amorose di Giorgio Bizanti (Venezia 1532) e Rime Volgari di Ludovico Pascale (Venezia 1549), uscito il primo a due anni di distanza dalla princeps bembiana (Rime, Nicolini da Sabbio 1530), punto di avvio, per il Dionisotti, del petrarchismo nel senso stretto del termine, e a un anno dalla sua terza e definitiva impressione, curata da Carlo Gualteruzzi (Rime, Gabriel Giolito de Ferrari 1548). Patria del Bizanti e del Pascale, Cattaro, l’antica Ascrivium della Dalmazia romana, presenta all'epoca il profilo linguisticamente ‘altro’, rispetto a Ragusa e a centri adriatico-orientali come Spalato, Zara o Lesina, segnato dall'assenza della componente slava.
 
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