Libri di Luciana Marchi Pugliese
La contessa sanguinaria
Valentine Penrose
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 224
La Francia ebbe Gilles de Rais, l’Ungheria Erzsébet Báthory, la Contessa sanguinaria, la Belva di Csejthe. Come già Bataille con il Processo di Gilles de Rais, la scrittrice surrealista Valentine Penrose (1898-1978) ci fa rivivere questa storia di sangue, di morte e di delirio. Ma La Contessa sanguinaria non ci fa solamente penetrare nelle sinistre camere di tortura in cui perirono forse più di seicento fanciulle. Non assistiamo solamente alle allucinanti scene di demenza nel corso delle quali Erzsébet Báthory urla di voluttà mentre sulle sue spalle cola il sangue ancora caldo delle sue giovani vittime. Valentine Penrose inserisce la storia di questa donna unica in un grandioso affresco dell’Ungheria tra il XVI e il XVII secolo, illustrando i motivi che resero possibili, e forse ineluttabili, quei tragici eventi. E soprattutto sa chinarsi sulla sua spaventevole eroina, sulla sua anima tenebrosa, tragica, posseduta. «Là, in quella terra impregnata di magia nera, all’ombra della sacra corona d’Ungheria, era nata Erzsébet» scrive Valentine Penrose. «Nel concepimento di quel fiore si compiva il destino della sua razza o si esprimeva un’epoca in cui gli istinti si dibattevano ancora nelle nebbie della barbarie primitiva? L’unica cosa certa è che tra lei e le cose c’era uno spazio vuoto, quasi una parete imbottita come nelle celle di isolamento per i pazzi. Sono i suoi occhi a denunciarlo, nel ritratto che abbiamo di lei: cercava di afferrare e invece non poteva nemmeno toccare. E volersi ribellare al destino di non vivere è proprio ciò che dà il gusto del sangue: del sangue altrui, in cui forse è racchiuso il segreto che le era stato celato fin dalla nascita». Un estratto degli atti del processo, in cui la contessa venne condannata nel gennaio del 1611 a esser murata viva in una stanza del suo castello sino alla fine dei suoi giorni, completa questo sconvolgente documento.
Il tesoro delle scienze occulte
Emile Grillot de Givry
Libro
editore: Melchisedek
anno edizione: 2020
pagine: 415
Fin dai tempi più remoti l’uomo si è interrogato sul futuro, cercando di carpire alla natura i segreti del proprio destino. Da questa ancestrale insicurezza e dal desiderio di controllare a proprio vantaggio gli eventi sono nate le scienze dell’occulto con la sulfurea serie di intermediari che esse hanno immaginato tra il nostro mondo e l’aldilà. Pagina dopo pagina, in questo sorprendente testo di Grillot de Givry sfilano così, come in una “parata diabolica”, streghe e stregoni, maghi e alchimisti con il loro bagaglio di strumenti, di complicati cerimoniali e di oscure formule esorcistiche. Leggiamo di sabba, di filtri d’amore e di curiosi talismani, vediamo le celebri lettere scritte da Belzebù, le fisionomie dei demoni infernali, gli schemi delle più antiche arti divinatorie… Se è vero che molto ci fa sorridere, siamo ancor oggi attratti dall’insolita complessità di questo mondo misterioso di cui proprio l’epoca moderna ha riscoperto il valore e il fascino. Del resto, se il razionalismo contemporaneo ha ridicolizzato questi rituali, non ne ha intaccato, però, la valenza simbolica o psichica.
Storie di fantasmi
Lord Halifax
Libro: Libro in brossura
editore: Odoya
anno edizione: 2016
pagine: 288
L'uomo nella gabbia di ferro, il gatto vampiro, il passeggero invisibile, la vedova in treno, l'arpista di Inveraray... 50 storie del soprannaturale; 50 profili di personaggi, animali, anime e mostri indimenticabili e dalle origini oscure; 50 misteri della natura, dell'occulto o semplicemente della suggestione. Lord Halifax consiglia di non leggere il volume dopo il tramonto, per non correre il rischio di evocare presenze o stimolare paure. Il lettore appassionato di suggestioni gotiche, di Edgar Allan Poe, Ann Radcliffe e Horace Walpole non rimarrà deluso, e al contempo chi diffida del solito libro di spettri e apparizioni in castelli diroccati rimarrà sorpreso dalla varietà di luoghi e personaggi e dall'atmosfera che cambia a ogni racconto. Dalle nebbie dell'Inghilterra ai ghiacci del Canada, dalla misteriosa Parigi a Malta, dall'Irlanda fino all'Australia: nessuno sfondo è inadatto per i racconti di lord Halifax, e i suoi spiriti sono di volta in volta spaventosi, malinconici, protettivi o misteriosi. Il grande autore riunisce una raccolta di manifestazioni ultraterrene con un meticoloso e paziente lavoro, riportando ricordi personali e fatti accaduti a conoscenti con un indiscutibile talento di scrittore, condito di humor nero tipicamente britannico. La lettura scivola veloce da una storia all'altra, e dopo un viaggio tra manieri inglesi e ambientazioni pittoresche si arriva alla fine con qualche affascinante inquietudine in più.
La contessa sanguinaria
Valentine Penrose
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2020
pagine: 224
La Francia ebbe Gilles de Rais, l'Ungheria Erzsébet Bàthory, la Contessa sanguinaria, la Belva di Csejthe. Come già Bataille con il "Processo di Gilles de Rais", la scrittrice surrealista Valentine Penrose (1898-1978) ci fa rivivere questa storia di sangue, di morte e di delirio. Ma "La Contessa sanguinaria" non ci fa solamente penetrare nelle sinistre camere di tortura in cui perirono forse più di seicento fanciulle. Non assistiamo solamente alle allucinanti scene di demenza nel corso delle quali Erzsébet Bàthory urla di voluttà mentre sulle sue spalle cola il sangue ancora caldo delle sue giovani vittime. Valentine Penrose inserisce la storia di questa donna unica in un grandioso affresco dell'Ungheria tra il XVI e il XVII secolo, illustrando i motivi che resero possibili, e forse ineluttabili, quei tragici eventi. E soprattutto sa chinarsi sulla sua spaventevole eroina, sulla sua anima tenebrosa, tragica, posseduta. «Là, in quella terra impregnata di magia nera, all'ombra della sacra corona d'Ungheria, era nata Erzsébet» scrive Valentine Penrose. «Nel concepimento di quel fiore si compiva il destino della sua razza o si esprimeva un'epoca in cui gli istinti si dibattevano ancora nelle nebbie della barbarie primitiva? L'unica cosa certa è che tra lei e le cose c'era uno spazio vuoto, quasi una parete imbottita come nelle celle di isolamento per i pazzi. Sono i suoi occhi a denunciarlo, nel ritratto che abbiamo di lei: cercava di afferrare e invece non poteva nemmeno toccare. E volersi ribellare al destino di non vivere è proprio ciò che dà il gusto del sangue: del sangue altrui, in cui forse è racchiuso il segreto che le era stato celato fin dalla nascita». Un estratto degli atti del processo, in cui la contessa venne condannata nel gennaio del 1611 a esser murata viva in una stanza del suo castello sino alla fine dei suoi giorni, completa questo sconvolgente documento.
La contessa sanguinaria
Valentine Penrose
Libro: Libro in brossura
editore: ES
anno edizione: 2011
pagine: 212
La Francia ebbe Gilles de Rais, l'Ungheria Erzsébet Báthory, la Contessa sanguinaria, la Belva di Csejthe. Come già Bataille con il "Processo di GilIes de Rais", la scrittrice surrealista Valentine Penrose (1898-1978) ci fa rivivere questa storia di sangue, di morte e di delirio. Ma "La Contessa sanguinaria" non ci fa solamente penetrare nelle sinistre camere di tortura in cui perirono forse più di seicento fanciulle. Valentine Penrose inserisce la storia di questa donna unica in un grandioso affresco dell'Ungheria tra il XVI e il XVII secolo, illustrando i motivi che resero possibili, e forse ineluttabili, quei tragici eventi.
La contessa sanguinaria
Valentine Penrose
Libro: Libro in brossura
editore: ES
anno edizione: 2005
pagine: 212
La Francia ebbe Gilles de Rais, l'Ungheria Erzsébet Báthory, la Contessa sanguinaria, la Belva di Csejthe. Come già Bataille con il "Processo di GilIes de Rais", la scrittrice surrealista Valentine Penrose (1898-1978) ci fa rivivere questa storia di sangue, di morte e di delirio. Ma "La Contessa sanguinaria" non ci fa solamente penetrare nelle sinistre camere di tortura in cui perirono forse più di seicento fanciulle. Valentine Penrose inserisce la storia di questa donna unica in un grandioso affresco dell'Ungheria tra il XVI e il XVII secolo, illustrando i motivi che resero possibili, e forse ineluttabili, quei tragici eventi.