Libri di M. Borgherini (cur.)
Photopaysage. Il paesaggio inventato dalla fotografia
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 312
La fotografia di paesaggio sta vivendo un momento di grande dinamismo, sia autoriale che istituzionale, tanto da essere diventata un essenziale strumento conoscitivo della pianificazione territoriale. Il seminario internazionale da cui nasce questo libro (PhotoPaysage. Ce que la photographie fait au paysage, Venezia, giugno 2016) si proponeva di studiare la genesi di alcuni paesaggi fotografati, italiani e francesi, e di analizzarne i processi materiali e fotografici di costruzione, indagando così un'area d'interesse liminare a molte discipline: filosofia e storia, fotografia, paesaggio, architettura e urbanistica. Quali sono le mutue interferenze tra controllo istituzionale e lavoro autoriale, e, più in generale, le conseguenze del diffondersi della modernità fotografica in un'area fortemente segnata dalla rappresentazione pittorica? La storia del paesaggio italiano differisce, come è noto, da quella del paesaggio francese, meno costruito e più naturale, ma non è sulla diversità che il presente studio si concentra, quanto piuttosto sullo sviluppo congiunto di una "filosofia materiale" del paesaggio che non può più ignorare le pratiche di rappresentazione sulle quali, pur tacitamente, riflette.
Materia corpo. Anatomie, sconfinamenti, visioni
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 160
Lo statuto contemporaneo del corpo - rivisitato nelle sue possibili declinazioni sceniche, artistico-architettoniche ed etico-politiche - è la tematica che compone in una rete gli interventi qui ospitati. A partire dall'intersezione di differenti sguardi disciplinari, il volume è pensato come un prisma capace di accogliere, attorno a un nucleo concettuale, prospettive diverse e molteplici, disponendosi su due piani: da un lato, l'anatomia dei corpi, dunque l'indagine anatomica e la sua incidenza sui modelli architettonici e performativi; dall'altro, l'anatomia della figurazione dei corpi. Questo duplice approccio si dimostra in grado di portare in superficie le letture contemporanee della nozione di corpo, che emergono dal suo impiego in ambito architettonico, performativo, grafico e cinematografico, e consente di sottolineare efficacemente il suo determinante legame con lo statuto dell'immagine, sia visiva che sonora, e con lo spazio nelle sue plurali declinazioni.
Modelli dell'essere. Impronte di corpi, luoghi, architetture
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 220
La storia dei disegni e dei modelli dell'architettura e del mondo non è fatta solo di rappresentazioni scientificamente corrette, funzionali a uno scopo e aderenti al loro oggetto, ma anche di visioni il cui valore è irriducibile alla mera funzione di descrivere qualcosa. In un certo senso le copie e i simulacri, soprattutto quelli più ingombranti, cercano sempre una propria autonomia, il diritto di esistere per sé e non per qualcos'altro. Nella geografìa dell'essere è come se ci fossero dei nodi, degli incroci di rotte doppi e slittati rispetto alla posizione originale, ed è proprio grazie a questi slittamenti che alla fine si scopre l'esistenza di qualcosa di nuovo. Una rappresentazione veridica non ci mostra solo quel che c'è ma anche quello che non c'è più o che ci potrà essere, ed è, come peraltro ogni autentico atto interpretativo, una produzione di nuovo senso, un vero e proprio "aumento" d'essere (che è qualcosa di più e di diverso di quel che va sotto il nome di "realtà aumentata"). Alla fine un disegno, un modello, una simulazione non ci parla solo del suo riferimento oggettivo ma anche di sé e di noi, della forma più generale delle cose e del nostro modo di intenderle, della nostra coscienza e dell'orizzonte di senso che su di essa fa centro. L'apertura delle immagini e alle immagini è un atto intenzionale più o meno consapevole dello sguardo e della coscienza, e insieme del corpo intero che guarda e dei corpi che si lasciano guardare.