Libri di M. Haggerty
Agnetti. A cent' anni da adesso. Catalogo della mostra (Milano, 4 luglio-24 settembre 2017). Ediz. italiana e inglese
Marco Meneguzzo
Libro: Copertina morbida
editore: Silvana
anno edizione: 2017
pagine: 288
La figura di Vincenzo Agnetti (Milano 1926 - 1981) è centrale nel panorama internazionale dell'arte concettuale degli anni settanta: poeta, critico, "dicitore", ha maturato il suo autonomo percorso sin dai tempi dell'amicizia con Piero Manzoni e col gruppo di Azimuth, ma è col 1966-1967 che si indirizza alla produzione di opere - come gli "assiomi" in bachelite o i "ritratti" in feltro - e di azioni in cui fondamentali sono i concetti di parola, territorio, "traduzione", relazione, singolarità e universalità della comunicazione. Questo volume, curato da Marco Meneguzzo con l'Archivio Vincenzo Agnetti, grazie ai numerosi saggi, al ricco apparato iconografico e scientifico, è tra i più completi strumenti di conoscenza di un'artista a cui il sistema dell'arte globale sta tributando un meritato successo.
Caravanserraglio. Sarenco
Libro: Copertina morbida
editore: Fondazione 107
anno edizione: 2016
pagine: 200
Spagnulo. La scultura oltre la forma
Libro: Libro in brossura
editore: Maretti Editore
anno edizione: 2014
pagine: 96
Giuseppe Spagnulo nasce a Grottaglie (Taranto), uno dei centri storici della ceramica, nel 1936. Attualmente vive e lavora a Milano. Amico di Carlo Zauli e Nanni Valentini, con il quale condivide l'interesse materico per la terra e instaura una forte affinità poetica, Spagnulo negli anni Sessanta diventa assistente di Lucio Fontana e Arnaldo Pomodoro mentre frequenta l'Accademia di Brera, e il viaggio verso nord acquista per il giovane pugliese un carattere quasi iniziatico; costituisce l'avvio del percorso "di andata" verso la ricerca della propria identità artistica, politica, umana. Spagnulo è quell'artista per cui il ferro e la terra costituiscono il cuore dell'oltraggio strutturale; egli procede a testa alta, fiero di un sentire che prima di tutto è fare: come se l'azione creativa scaturisse dagli elementi usati, sempreché di uso si tratti - poiché l'effetto di quelli sull'artista si fanno forse avvertire tanto quanto l'inverso. Nel volume d'arte le opere più significative di questa figura artistica così storica nel panorama dell'arte moderna contemporanea, le stesse in mostra al GCAC di Arezzo (Galleria Comunale di Arte Contemporanea) dal 6 aprile all'11 maggio 2014.
Pino Pinelli. La pittura senza il quadro
Marzia Spatafora
Libro: Libro in brossura
editore: Maretti Editore
anno edizione: 2014
pagine: 96
Il lavoro artistico di Pino Pinelli si distinse fin dai primi anni Settanta per istinto, essenzialità, ricerca rigorosa, rapporto con la materia intimo e blasfemo. Mai rispettoso delle forme perfette, la sua arte galoppa sulla prassi della transizione concettuale del colore, vicina alla logica dell'estrazione del pigmento, per una forma della creatività che sposa un contenuto immediato, sintetico, quasi implicito. L'artista ragiona con spirito sì analitico ma lontano dalle peripezie di un messaggio rivelato a ogni costo; egli si serve del contesto materiale ormai libero dai retaggi della geometria, e questo raffronto liberato risulta sinonimo di argomentazione lirica, sincera, poco stratificata sui criteri dell'idea di perfezione, quanto invece radicata intorno a una concretezza quasi scientifica, che tuttavia non è empirismo ma si dispone sul nulla della parete come rarefazione. Il volume d'arte raccoglie le opere più significative dell'artista catanese, in mostra al GCAC di Arezzo (Galleria Comunale d'Arte Contemporanea) dal 6 aprile all'11 maggio 2014. Mostra e catalogo a cura di Marco Meneguzzo.
Transafricana. Catalogo della mostra (Torino, 17 giugno-16 ottobre 2011). Ediz. italiana e inglese
Achille Bonito Oliva
Libro: Copertina morbida
editore: Prinp Editoria d'Arte 2.0
anno edizione: 2011
pagine: 132
Anche se richiama il termine "Transavanguardia", il titolo nasce in realtà dalla storica linea ferroviaria che taglia in senso longitudinale e latitudinale l'Africa e dal desiderio di offrire un'arte "di attraversamento", così come la linea transafricana mette in comunicazione popolazioni tra di loro eterogenee. Gli artisti africani presentati, tutti di calibro internazionale, sono: Esther Mahlangu (South Africa), George Lilanga (Tanzania), Seni Camara (Senegal), Mikidadi Bush (Tanzania), Kivuthi Mbuno (Kenya), Peter Wanjau (Kenya), ognuno di loro vive ed opera nel paese di origine. Se sul finire degli anni '70 del secolo scorso la Transavanguardia proponeva modelli di superamento alla sterilità delle neoavanaguardie ormai consumate su temi iperconcettuali, all'inizio di questi anni gli artisti di Transafricana propongono modelli alternativi, di recupero del sentimento del reale, della vita, rifiutando la corsa verso la globalizzazione estetica che pervade ormai tutta l'arte occidentale. L'Africa si risveglia da un sonno ancestrale e irrompe con grande forza ed energia nella storia dell'arte contemporanea internazionale, rivalutando la magia della vita e la sacralità dell'arte.