Libri di Marco Bracconi
Raccontare non serve a niente
Marco Bracconi
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2025
pagine: 120
Si può davvero raccontare qualcosa senza tradirla? Maurilio ci prova, cercando di tracciare le linee di un passato che continua a sfuggirgli. Mappa il territorio della sua adolescenza, convinto che comprendere significhi dominare, che disegnare i confini serva a proteggerlo. Cresce con la convinzione che esistere sia un gioco di strategia: muoversi senza dare nell’occhio, prevedere le mosse altrui, schivare i pericoli. Ma la vita non segue mai le geometrie previste. E, in un’estate lontana, un paese diventa troppo piccolo per contenere tutto ciò che sta per accadere e un segreto è pronto a riemergere tra le crepe di un’amicizia pericolosa. La vertigine di un desiderio inesplorato, nel confine labile tra vittime e colpevoli, conduce al grand-guignol finale: a chi toccherà la salvezza? Con una lingua tagliente e insieme malinconica, Marco Bracconi costruisce un romanzo che non cerca assoluzioni, ma scava senza sconti laddove il desiderio e la paura sono indissolubili, e ogni gesto, ogni omissione, ogni silenzio restano incisi sulla pelle più della memoria.
La mutazione
Marco Bracconi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2020
pagine: 96
E invece adesso eccoci qui. Con gli stessi problemi di prima ma a mutazione avvenuta. Internet avrà smesso di essere oggetto di dibattito per diventare punto di partenza, eppure continuerà a giocare al gioco di sempre: fare spazio tra le persone e riempirlo di connessioni per le quali poi risultare indispensabile. «Caro virus, io non so come ti comporti tu quando incontri un disinfettante, ma per noi morire è talmente increscioso che ogni volta pensiamo stia succedendo per la prima volta». Nella forma di una lettera al virus, in questo breve libro è come se Marco Bracconi riprendesse un discorso che era stato interrotto solo un istante prima dello scoppio della pandemia. Poi, l'irrompere del virus ha messo tutto in secondo piano per due mesi, durante i quali è successa una cosa nuova, dirompente: la Rete si è impossessata di noi ed è definitivamente diventata necessaria. In parte lo era anche prima, ma adesso non si torna indietro: «È finita» scrive Bracconi al virus, «la tua visita ha azzerato la carica virale di qualsiasi critica a Internet in quanto sistema-mondo». La repentina accelerazione dell'immateriale è passata quasi inosservata mentre eravamo tutti impegnati nel lockdown e ora, improvvisamente, i corpi non ci sono più, sostituiti da connessioni, e-learning, smart working. Abbiamo lasciato che accadesse, ma «abbiamo preso in considerazione le ricadute sulle altre parti del sistema?»