Libri di Maria Aparecida Ferrari
Persona umana. Essere e compiutezza
Maria Aparecida Ferrari
Libro: Copertina morbida
editore: Edusc
anno edizione: 2022
pagine: 290
Obiettivo di questo testo è descrivere in poche pagine chi è l'uomo e il cammino che deve percorrere per raggiungere l'eccellenza cui naturalmente tende. Compito audace? Senza dubbio. Lavoro indispensabile? Sembrerebbe di no, vista la vastità della letteratura sull'argomento. Necessità permanente, tuttavia, perché la domanda sull'essere dell'uomo e sul suo percorso esistenziale ha generato varie risposte nella storia del pensiero ed esistono molti modi di raccontarla. Chi sono? e verso dove vado? sono domande che conducono direttamente a un bivio esistenziale, dove tutto si decide. Da un lato, se abbiamo un fine o una meta da raggiungere, saremo dei viaggiatori e avremo bisogno di mappe stradali che ci indichino le vie fondamentali per raggiungere la nostra destinazione. Dall'altro, in assenza di una destinazione ben precisa, saremo al massimo dei vagabondi, dei nomadi che procedono senza meta per i meandri di ciò che siamo per natura: nasciamo, impariamo a camminare e a parlare, andiamo a scuola, lavoriamo, ci sposiamo, mettiamo al mondo dei figli e li educhiamo, invecchiamo e, infine, moriamo. Tutta qui l'esistenza umana? Sì, se non andiamo oltre la mera struttura essenziale dell'uomo, descritta dall'antropologia filosofica. Sì, se non ci volgiamo verso una dimensione operativa che ci permetta di indagare il significato ultimo dell'esistenza umana, i principi primi dell'agire umano, le qualità che perfezionano la capacità di camminare verso la nostra meta esistenziale, la realizzazione dell'uomo in quanto uomo.
Lavoro e santità. Colloquio con mons. Fernando Ocáriz sull’insegnamento di san Josemaría Escrivá
Libro
editore: Edusc
anno edizione: 2018
pagine: 76
Il lavoro è un elemento costante nella vita umana, fonte di soddisfazione e di gioia, ma anche di fatica. È sorgente di sviluppo personale e di miglioramento della società, ma può essere ridotto a mero strumento per soddisfare desideri egoistici. Per i cristiani il lavoro è un mezzo di santità e di apostolato, in quanto lo stesso Figlio di Dio fatto uomo ha lavorato per lunghi anni a Nazareth, «ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione » (papa Francesco, Laudato si’, 98). Alla luce di questa realtà, la santificazione del lavoro costituisce una delle grandi novità del pensiero cristiano contemporaneo, che si traduce in esperienza pratica nella vita di molti fedeli. “Lavoro e santità” è un breve volume che potrà essere utile a chi vorrà riflettere sul significato del lavoro. Fulcro del libro è il colloquio di numerosi professori e studiosi con mons. Fernando Ocáriz sul messaggio di san Josemaría Escrivá, uno dei grandi maestri di spiritualità laicale e secolare, che ha insegnato a santificare il lavoro, a santificarsi nel lavoro e a santificare gli altri con il lavoro. Presentazione di Navarro Luis.
Polis. Relazionalità, bene comune, secolarizzazione
Maria Aparecida Ferrari
Libro
editore: Edusc
anno edizione: 2017
La realizzazione del bene comune politico ha molte similitudini con l’esecuzione di una composizione sinfonica. La compiutezza del bene comune politico deriva dal rispetto-potenziamento dei fini delle singole persone, delle società intermedie e dalla loro consonanza con il bene generale, così come la perfezione della sinfonia proviene dalla qualità dell’esecuzione di ogni singolo orchestrale in armonia con quella degli altri musicisti e con le caratteristiche peculiari dell’opera. In questo senso, se non altro come accorgimento sul legame fra qualità di vita e rapporti sociopolitici, l’orchestra può richiamare anche il film di Fellini “Prova d’orchestra”, che aveva un chiaro riferimento analogico tra musica e politica. Se nella sinfonia la qualità dell’esecuzione dipende tanto dalla prestazione di ogni musicista come dal valore dei comandi gestuali impartiti dal direttore d’orchestra, analogamente, il bene comune politico deriva sia dal lavoro dei cittadini nella loro individualità e in associazione con altri, sia dall’opera dello Stato che rispetta e promuove la loro autodeterminazione. Quando ciascun strumentista suona bene, non realizza solo la propria perfezione in quanto musicista, ma concorre ugualmente al bene comune complessivo di tutta l’orchestra, cioè all’eccellenza del risultato. Allo stesso modo, quando i soggetti sociali procedono secondo i principi etico-politici fondativi ed essenziali della vita politica raggiungono senz’altro il loro bene particolare, ma plasmano anche il bene comune a tutti, coltivano l’arte del possibile.
La secolarizzazione in questione
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2009
pagine: 128
Come dice Hermann Lübbe, il processo di secolarizzazione, dopo l'Illuminismo, pur impregnando i presupposti giuridici e sociali della religione, non ha coinciso con processi di dissoluzione della religione stessa: anche in ragione del fatto che un soggetto liberato dalla religione non è un soggetto liberato dai problemi della vita ai quali le forme della vita religiosa offrono una risposta. Proprio questa sembra oggi la consapevolezza che più si fa strada costringendoci ad affrontare, su basi del tutto nuove, la questione di che cosa sia una società secolare. In tal senso, molte teorie sociologiche contemporanee della religione hanno riproposto la questione della secolarizzazione indagandone le molteplici dimensioni, le particolarità storico-nazionali, al punto da giungere ad una tesi quasi paradossale: la secolarizzazione ha poco a che fare con il declino della religione. Anche nelle realtà più secolarizzate infatti l'esperienza religiosa, che deriva da quella che Taylor chiama "attitudine religiosa autonoma", dal fatto cioè che la religione sia a tutti gli effetti un "universale antropologico", conserva una sua vitalità creando forme nuove e originali. Infine, nella misura in cui oggi la sociologia ritrova un più adeguato orizzonte realistico e relazionale la religione viene riscoperta nella sua funzione di legittimazione delle istituzioni. I presupposti e la sostanza delle cosiddette società secolari rinviano, in questo senso, a qualcosa che secolare non è.