Libri di Maria Grazia Balzarini
Lombardia gotica
Roberto Cassanelli, Maria Grazia Balzarini, Elisabetta Rurali
Libro: Libro rilegato
editore: Jaca Book
anno edizione: 2023
pagine: 324
Una guida unica alla straordinaria stagione del gotico lombardo che ancora oggi possiamo vedere. Mentre le prime abbazie cisterciensi nascono attorno a Milano sotto il segno di San Bernardo, la cultura cittadina si esprime con compiutezza ed efficacia nella perfetta geometria degli spazi pubblici. Con l'affermarsi del dominio visconteo l'interesse si sposta al cuore del potere signorile, che esprime con forza il proprio orientamento culturale. Sorgono le grandi fabbriche viscontee: il Duomo di Monza, il Palazzo ducale di Milano, seguiti via via da una serie eccezionale di edifici che culmina nella infinita vicenda del Duomo di Milano. Con un'eccellente ricchezza espressiva di architettura, scultura e pittura, opera tra gli altri dei Maestri Campionesi, di Giotto e Giovanni di Balduccio, la Lombardia è protagonista di una straordinaria e feconda stagione che dalle esperienze dei cisterciensi della metà del XII secolo giunge fino alla metà del XV, quando irromperanno le innovazioni rinascimentali che giungevano dalla Toscana. Questo volume realizza un obiettivo ambizioso e inedito: raccontare attraverso la lettura diretta dei monumenti un percorso di cultura architettonica e figurativa lungo oltre due secoli.
Le origini dell'estetica medievale
André Grabar
Libro: Libro rilegato
editore: Jaca Book
anno edizione: 2021
pagine: 176
Per la prima volta un variegato corredo iconografico si affianca al famoso testo di Grabar su Plotino e le origini dell’estetica medievale, testo introdotto da uno studio sui rapporti tra Medioevo e antichità pagana, e concluso da un’analisi sulla rappresentazione dell’intellegibile nell’arte. La rivoluzione artistica che si è operata è tanto più straordinaria perché nata in quel mondo greco-romano così solidamente legato alla perfetta corporeità della figura umana, colta sia nelle sue svariate fisionomie che in azioni di guerra, di caccia, di vita o di potere. Di pari passo con la filosofia si opera una curvatura nella visione dell’arte e in quello che da essa ci si aspetta: semplicemente si vuole raffigurare l’invisibile. E da questa rivoluzione nasce quella che con una generalizzazione chiamiamo “arte paleocristiana”, che a Oriente proseguirà con le icone e l’arte che chiamiamo bizantina, e a Occidente sarà il fondamento su cui si costruirà tutta la nostra arte medievale.
Lombardia gotica
Roberto Cassanelli, Maria Grazia Balzarini, Elisabetta Rurali
Libro: Libro rilegato
editore: Jaca Book
anno edizione: 2017
pagine: 321
Culla per l'Italia dell'arte romanica, la Lombardia è protagonista anche di una straordinaria, feconda stagione "gotica" che, dalle esperienze cistercensi della metà del XII secolo, giunge sino alla metà del XV. Mentre le prime abbazie cistercensi nascono precocemente attorno a Milano sotto il segno di san Bernardo, che passa dalla città nel 1135, la cultura cittadina si esprime con compiutezza nella perfetta geometria dei palazzi pubblici, ancora singolarmente superstiti. Ma è con l'affermarsi del dominio visconteo che inizia a costituirsi un ambito territoriale corrispondente, grosso modo, all'attuale Lombardia. L'interesse si sposta progressivamente dal tessuto diffuso delle specifiche individualità cittadine al cuore del potere signorile, che esprime con forza il proprio orientamento culturale. Sorgono le grandi fabbriche viscontee: il duomo di Monza, il palazzo ducale di Milano, seguiti via via da una serie eccezionale di edifici che culmina nella infinita vicenda del duomo di Milano (tra le grandi cattedrali d'Europa). Il gusto visconteo favorisce gruppi familiari di scalpellini che dal luogo di origine (Campione, sul lago di Lugano) vengono definiti "Campionesi", e che diffonderanno in tutta l'Italia settentrionale un linguaggio scultoreo aspro e severo. Ma non si tratta di una realtà chiusa e impenetrabile. Giotto prima, Giovanni di Balduccio poi introdurranno le novità della cultura gotica dell'Italia centrale. La fine del Trecento si caratterizza per una diffusa circolazione internazionale di stilemi e cultura sotto il segno tenero e raffinato del gusto cortese. L'arte-guida è la miniatura, che impone formule e si consuma nello spazio breve di un foglio di pergamena. E a un codice squadernato è assimilabile il ciclo di pitture murali che la famiglia Zavattari realizza tra il 1444 e il 1446 nella cappella di Teodolinda a Monza, sigillando una storia di due secoli.