Libri di Michelangelo Capua
Kim Novak. La bionda che visse due volte
Michelangelo Capua
Libro
editore: Eracle
anno edizione: 2014
Vivien Leigh. Ansia di vivere
Michelangelo Capua
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2013
pagine: 239
"Rossella O'Hara non era una bellezza, ma stranamente gli uomini non se ne accorgevano", scrisse Margaret Mitchell in "Via col vento", a proposito dell'eroina del suo romanzo, di cui Vivien Leigh ci ha lasciato un'indimenticabile interpretazione. Ma, a proposito dell'attrice, sono parole assolutamente infedeli: Vivien Leigh era infatti una bellezza che non passava inosservata, di un'eleganza innata, dietro la quale si celavano per altro i tratti pericolosi della nevrosi e dell'ossessione per la perfezione. Fu una donna dal carattere deciso, dal fascino indiscutibile e dal profondo magnetismo, sia sullo schermo che nella realtà, dove pure la sua esistenza inquieta rimase segnata in modo indelebile dalla passione che la legò per venti anni a Laurence Olivier e dalla malattia che la condusse prima alla follia e poi alla morte, all'età di 53 anni.
Montgomery Clift. Vincitore e vinto
Michelangelo Capua
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2009
pagine: 285
Bello e sensibile, intelligente e colto, ricco di talento e capace di assoluto rigore professionale: non si smetterebbe mai di elencare le doti di Montgomery Clift, uomo e attore. Eppure la sua vita - nonostante il successo e l'agiatezza che ne derivò - non fu che una lunga sequenza di sconfitte, appena interrotta da rari momenti di serenità. L'omosessualità, mai negata e mai completamente accettata, fu senz'altro una delle ragioni di questo irrimediabile disagio esistenziale: era tutt'altro che facile essere e mostrarsi "diverso" nell'America del secondo dopoguerra. Ma anche l'irrisolto rapporto con una madre autoritaria e protettiva, l'acuta sensibilità in conflitto con un mondo già dominato dal culto dell'apparenza e del denaro, la difficoltà di stabilire e mantenere profondi legami personali, non furono di certo motivi secondari. Oggi Monty è quasi dimenticato (anche se qualcuno dei diciassette film di cui fu protagonista si affaccia di tanto in tanto sui nostri teleschermi). Eppure se fosse morto nel terribile incidente d'auto che ne sfigurò anche il futuro, sarebbe entrato nel mito, come è successo a James Dean e a Marilyn Monroe.
Gerard Philipe
Michelangelo Capua
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2008
pagine: 240
Anthony Perkins. Prigioniero della paura
Michelangelo Capua
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2015
pagine: 260
"Norman Bates è morto." Il 12 settembre 1992 i giornali di tutto il mondo diedero così la notizia della scomparsa di Anthony Perkins, condannando in eterno l'attore alla maschera dello psicopatico e suggellando uno dei più formidabili esempi di vampirismo artistico che il cinema ricordi. Agli occhi del pubblico Anthony Perkins era Norman Bates, era invecchiato con lui "Psyco" è del 1960, "Psycho IV" del 1990 -, ne possedeva il carattere introverso, solitario e il destino tragicamente segnato. In realtà, racconta Michelangelo Capua in questa documentata ricostruzione, Anthony Perkins è stato un attore raffinato che si è messo alla prova su più registri (ha recitato per Cukor, Litvak, Wyler, Welles, Chabrol, interpretato commedie e gialli, portato al successo a Broadway numerosi spettacoli teatrali) e un personaggio contraddittorio e forse misconosciuto perché prigioniero di un'identità ambigua e fragile, la stessa che aveva affascinato Hitchcock mentre girava uno dei capolavori più amati della storia del cinema.
Anthony Perkins. Prigioniero della paura
Michelangelo Capua
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2004
pagine: 260
Norman Bates è morto. Il 12 settembre 1992 i giornali di tutto il mondo diedero così la notizia della scomparsa di Anthony Perkins, condannando in eterno l'attore alla maschera dello psicopatico e suggellando uno dei più formidabili esempi di vampirismo artistico che il cinema ricordi. Agli occhi del pubblico Anthony Perkins era Norman Bates, era invecchiato con lui, ne possedeva il carattere introverso, solitario e il destino tragicamente segnato. In realtà, racconta Michelangelo Capua in questa ricostruzione, Anthony Perkins è stato un attore raffinato che si è messo alla prova su più registri e un personaggio contraddittorio e, forse misconosciuto, perché prigioniero di un'identità ambigua e fragile.