Libri di P. M. Minucci (cur.)
Dionissis Savvopoulos. Il poeta che canta. Ediz. italiana e greca
Libro: Copertina morbida
editore: Bulzoni
anno edizione: 2012
pagine: 90
Metamorfosi di città. Testo greco a fronte
Pierìs Micalis
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 262
Michalis Pieris è nato a Eftagonia di Cipro nel 1952 e ha studiato all'Università di Salonicco prima e di Sydney poi. Attualmente insegna Letteratura neogreca all'Università di Nicosia ed è fondatore e animatore del Laboratorio teatrale della stessa università. È ormai considerato una personalità di spicco nel panorama culturale e poetico dell'isola, ma anche della Grecia. Kavafis, Kariotakis, Seferis, Kalvos, Solomòs e il canto demotico sono i punti di riferimento della sua poesia, incentrata sull'immagine della città; i suoi versi sono ispirati dalla frequentazione culturale con molte città, in particolare italiane, tra cui Roma, Palermo, Catania, Napoli e Venezia.
La materia leggera. Pittura e purezza nell'arte contemporanea
Odisseas Elitis
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2005
pagine: 159
Per tutta una vita, il poeta greco ha dialogato con i grandi artisti della pittura, con le figure che percepiva come familiari, e con cui sentiva di condividere un linguaggio interiore, una medesima visione. Questo libro raccoglie questi scritti. Cezanne, Matisse, Paul Klee, Picasso, Leger, Braque, Modigliani, De Chirico, Balthus, ma anche, indietro nel tempo, Piero della Francesca e, con uno sguardo affettuoso alle comuni origini, il grande pittore naif Theofilos.
La Grecia, sai...
Michalis Ganàs
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2004
pagine: 203
La vita di Ganàs è costellata di migrazioni forzate: da bambino, una fuga insieme alla famiglia in Albania con i partigiani greci, poi il trasferimento in Polonia e Ungheria. Una storia fatta di perdite, esodi, deportazioni e guerre civili che grava sulla sua poesia, in cui lavora sempre il rimpianto e la nostalgia per un paese d'origine perduto, una terra vergine forse mai realmente esistita, mito di cui si alimentano i versi. Versi popolati da figure che mescolano gioia e sofferenza, in cui l'ombra nutre la luce e la fa esistere, in un inestricabile intreccio di vita e morte, un'altra immagine che incombe, seppure attenuata e vinta dalla forza del ricordo e della nostalgia del legame degli affetti.