Donzelli
Le parole hanno una storia. Apartheid, colonialismo, crimini di guerra, genocidio, pogrom, sionismo
Marcello Flores
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 144
«La cultura dei diritti umani ha bisogno, in questa fase storica, di fare un salto di qualità analogo a quello che è avvenuto dopo il 1945, per uscire da un tunnel di violenza che sembra inarrestabile. La corretta definizione delle parole è uno degli strumenti fondamentali di analisi e confronto, di formazione e acquisizione del sapere e, in ultima istanza, di tutela della democrazia e della convivenza civile». Quando pronunciamo parole come apartheid, colonialismo, crimini di guerra, genocidio, pogrom, sionismo, sappiamo esattamente a cosa ci riferiamo? Ne comprendiamo appieno il significato, la storia, le implicazioni? Le parole non sono solo uno strumento per comunicare, ma innanzitutto una classificazione e una riorganizzazione dell’esperienza sensibile, in relazione a conoscenze, competenze, valori. Questo è vero ancora di più quando ci inoltriamo nella sfera dei diritti umani, cui ci riconduce il piccolo vocabolario selezionato per questo volume da Marcello Flores. È bene entrare in questo ambito con cautela, senza approssimazioni né banalizzazioni, maneggiando con cura concetti che hanno alle spalle una storia ben precisa. La Dichiarazione universale dei diritti umani, la Convenzione sul genocidio, le quattro Convenzioni di Ginevra sulla protezione dei feriti, sui prigionieri di guerra, sulla protezione dei civili e delle donne sono alcuni dei testi fondamentali che, elaborati dopo la fine della seconda guerra mondiale, diventano punti di riferimento per la società civile e democratica. Una rivoluzione, nata dalla convinzione che occorre limitare il ruolo degli Stati, legandoli a valori che appartengono all’umanità, che vanno oltre le differenze storiche, culturali, religiose e politiche. Ma che ne è oggi dei diritti umani? Quali misure sono prese per prevenire o interrompere possibili genocidi? A cosa si deve la ripresa del razzismo e dell’antisemitismo, perfino in Europa? Non è facile essere ottimisti, ma è proprio in una situazione di questo tipo che il ruolo dell’opinione pubblica e delle organizzazioni non governative diventa fondamentale per una nuova offensiva della cultura dei diritti umani, ormai diventata puro discorso retorico. È in quest’ottica che si rivela cruciale recuperare la solidità e la concretezza di parole e concetti chiave. L’obiettivo di questo lavoro è consentire un confronto di idee lucido, impedire paragoni discutibili, favorire giudizi meno arbitrari: le parole hanno una storia, e solo se adoperate con questa consapevolezza si fanno vero motore di cambiamento, lo strumento più prezioso e potente anche per fare la storia.
Porta Palazzo. Storia orale e sensoriale del mercato più grande d'Europa
Gabriele Proglio
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 304
A ridosso del centro di Torino, il mercato all'aperto di Porta Palazzo rappresenta, fin dal 1835, un osservatorio privilegiato per analizzare le trasformazioni sociali, culturali e urbane della città. Luogo di approvvigionamento quotidiano per le classi popolari, è anche uno spazio di incontro transculturale, in cui esperienze, prodotti, pratiche e saperi alimentari dialogano e si trasformano a vicenda. Fin dalla sua origine, Porta Palazzo è stato punto di approdo per le molteplici migrazioni che hanno attraversato Torino: dai flussi interni dalle campagne piemontesi e dal Mezzogiorno, alla mobilità diasporica proveniente da Africa, Asia e America Latina, divenendo così simbolo di stratificazioni storiche, di intrecci di memorie e della coabitazione di temporalità differenti, dove si condensano dinamiche globali e pratiche locali. Attraverso oltre duecento interviste orali condotte tra venditori, clienti, abitanti della zona, e alle otto principali comunità diasporiche di Torino, Gabriele Proglio compone una narrazione polifonica in cui il cibo e l'alimentazione sono impiegati come dispositivi memoriali. L'oralità non è solo mezzo di conservazione del ricordo, ma anche sistema capace di attivare complesse memorie sensoriali costituite da immagini, odori, suoni, gusti e percezioni tattili. Il volume esplora le memorie che creano il mercato quotidianamente e che utilizzano il cibo e le pratiche alimentari per reinventare le appartenenze multiple alle comunità delle soggettività coinvolte, per descrivere emozioni e stati d'animo dell'essere in diaspora. In questo spazio liminale di scambio e di incontro si intrecciano storie individuali e linguaggi collettivi, delineando un affresco della città che cambia, dove passato, presente e futuro si incontrano tra i banchi del mercato.
Nel blues del Medioevo. Prima e dopo la Cometa
Massimo Oldoni
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 224
C'è un uomo che cammina, sulla copertina di questo libro, forse un pellegrino che torna a casa, o un viandante che ha attraversato il tempo, cadenzando il suo passo a ritmo di blues. Nel paese immaginario che lo attende ce ne sono altri, come lui: individui che sognano tempi migliori, e scrutano il cielo in cerca di un segno nuovo da interpretare, come una cometa. I secoli medievali non sono mai stati bui, sono però sempre stati inquieti. E in questa inquietudine, che Massimo Oldoni chiama il «blues del Medioevo», sta la complessa originalità di un'epoca rappresentata da una società con poche certezze, qualche speranza, timidi sogni e nessuna utopia. Il blues del Medioevo è il disagio di vivere in un tempo di mezzo, è la tormentata ricerca di Dio, di una fede che non generi paure e sottomissioni, ma suggerisca canzoni e poesie dove infilzare i potenti, esaltando l'ironia dei deboli. Il blues del Medioevo è il cercare una città dove lavorare e amare, studiare e giocare senza rischiare la vita per un capriccio del sovrano, laddove neanche i sapienti riescono a combattere la violenza e le pericolose strategie degli opportunisti. È il margine affollato degli sconfitti, ma è un blues che consente anche di immaginare una vita migliore, con qualche sogno che s'avveri. Basta il passaggio di una cometa a indicare l'inizio di una nuova stagione, quando arrivano nuovi protagonisti di antiche eredità, portando sorprendenti cambiamenti. Gli uomini della cometa, che abitano questo canto, sono come mutevoli e fragili uccelli, o sanguinosi rapaci. Il blues del Medioevo risuona nel viaggio quotidiano di chi si muove in una società che non basta all'individuo, instancabilmente in fuga da un malessere che la Storia non cessa mai di provocare. È un ritmo che accompagna l'ampio panorama di storie, voci e individui che caratterizza il Medioevo, e che, se si ascolta bene, ancora dura.
La pianura metro-rurale. La Bassa padana tra campagna, città medie e fiume Po
Sara Caramaschi, Cristiana Mattioli
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 160
«La porzione di Bassa padana che osserviamo – l'agro reggiano-mantovano e l'alto Polesine – si situa in uno spazio intermedio, contornato da città medie di diverso calibro e peso, e si regge su una rete di centri piccoli e medi, collegati da un tessuto continuo che mescola urbano e rurale. In questa parte dell'Italia di mezzo, il territorio non è né metropolitano, né propriamente rurale: è uno spazio ibrido, segnato da convivenze funzionali tra spazi dell'abitare e del tempo libero, servizi, produzione manifatturiera ed energetica, agricoltura. È un paesaggio metro-rurale privo di forti polarizzazioni interne, ma inserito in flussi sovralocali, che trova nel fiume Po un elemento per possibili alleanze. Oggi particolarmente colpito dal cambiamento climatico, questo territorio può rappresentare, con la sua struttura policentrica e di prossimità, i suoi paesaggi agricoli e d'acqua, un laboratorio ove sperimentare la transizione socio-ecologica». Il volume indaga la Bassa padana, un territorio dai confini sfumati che si estende ai margini di tre regioni forti e dinamiche – Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Si tratta di una pianura fortemente rurale, segnata dall'attività agroindustriale e da un paesaggio modellato da secolari opere di bonifica e da importanti battaglie sociali bracciantili. Qui, l'industrializzazione tardiva e la dispersione insediativa hanno portato, insieme al benessere, stili di vita marcatamente urbani. Entro estese relazioni metropolitane, la Bassa è oggi attraversata da dinamiche sovralocali: ospita una società interculturale e la sua produzione agricola sostiene le città medie e grandi del Nord Italia. Il libro mette in luce questa ambivalenza, evidenziata da forze contrapposte. Da un lato, le pressioni di un'economia orientata verso logistica ed energia rinnovabile, che consuma suolo agricolo già compromesso senza generare benefici sociali diffusi. Dall'altro, esperienze locali che promuovono sostenibilità e vivibilità, attivando nuove economie e forme dell'abitare. Polmone agricolo di rilevanza strategica anche sotto il profilo ecologico, la Bassa padana si trova oggi in una condizione ambientale sempre più critica: i cambiamenti climatici e l'agricoltura intensiva producono forti impatti sulle colture, sulle comunità e sulla salute pubblica. In questo territorio intermedio si rendono visibili le tensioni tra produzione e cura, crescita e coesione, sostenibilità e disuguaglianze. Eppure, le aree lungo il fiume Po restano ancora ai margini del dibattito regionale e nazionale. Il volume restituisce la complessità di questa porzione di pianura metro-rurale, in cui emergono alcuni dei nodi più rilevanti per il futuro di vasti tratti dell'Italia di mezzo, e invita a riflettere sulle contraddizioni dell'attuale modello di sviluppo in quest'area fragile.
Clandestine parentele. La cultura del progetto a fine Novecento
Cristina Bianchetti
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 176
Gli ultimi decenni del Novecento sono stati segnati da un'esplosione di temi e direzioni di lavoro divergenti e contraddittori che questo libro ripercorre, inseguendo parole, concetti, metafore; indagando progetti editoriali; ricostruendo polemiche e disaccordi. Rintracciando la cultura del progetto dentro le forme tarde dell'avanguardia e nelle storie dei gruppi femministi e omosessuali degli anni Settanta e Ottanta, laboratori di dialogo che allora si dicevano di autocoscienza: pratiche fondate su interpretazioni diverse dell'uguaglianza e dell'appartenenza, sempre a rischio di sfociare in nuove diseguaglianze e contrapposizioni. Nulla o quasi di questo è rimasto. La cultura urbanistica e architettonica è oggi veramente diversa da quella di fine Novecento: diversi i temi che si sono imposti con una certa violenza; diverso il tono radicale di molte posizioni; diversa l'apertura geografica con l'irruzione di culture urbanistiche altre. Non è per una sorta di ricaduta positiva sull'oggi che mi sembra utile ripensare ciò che questo testo ripropone. O per una sorta di disistima del presente che troppo spesso sfocia in una drammaturgia del declino. Obiettivo è, più semplicemente, collocarsi in un atteggiamento pratico di ascolto di posizioni che hanno disegnato l'urbanistica italiana. Consapevoli di una capacità parziale e limitata, sempre insufficiente a ricostruire l'intero intreccio di discorsi e di pratiche che accompagnano il progetto. Qualcosa la cui utilità si misura nelle riflessioni che genera. E sta quindi a chi legge accertare. Questo libro è un omaggio alla cultura progettuale degli ultimi decenni del Novecento nell'apertura di temi che la connota, nella disarticolazione delle posizioni, nelle ambizioni certo sproporzionate al peso esercitato. Una cultura progettuale che non è riconducibile a un unico sistema di valori, a una raccolta selezionata di biografie esemplari, a qualche racconto edificante.
Bogdanov, Gramsci e l'altra rivoluzione. Cultura, organizzazione, egemonia
Noemi Ghetti, Andreas Iacarella, Örsan Senalp
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 208
«Bogdanov e Gramsci: due scomodi quanto geniali teorici e pensatori, che ebbero a scontare amaramente il prezzo del loro coraggio e della loro lungimiranza. Le loro vicende possono essere utili a ripensare il passato e a progettare un futuro diverso: il sogno dell'“altra rivoluzione”, per una breve stagione perseguito tra Russia e Italia dai due grandi marxisti eretici». Aleksandr Bogdanov (1873-1928) è stato medico psichiatra, economista, scienziato visionario, filosofo e scrittore russo. Autore del bestseller fantascientifico Stella Rossa, romanzo-utopia di cui Gramsci progettò la traduzione italiana, fu co-protagonista nella fondazione del bolscevismo con Lenin, ma da lui fortemente avversato per la sua idea di una nuova «cultura proletaria» come leva di emancipazione dell'essere umano: un percorso simile a quello che in Italia, da giovane giornalista e poi dirigente politico, intraprese Antonio Gramsci. Entrambi si esposero all'isolamento all'interno di un partito in cui prevaleva l'ortodossia marxista-leninista. La figura originale di Bogdanov e il suo pensiero rivoluzionario, rimasti per decenni nell'ombra, sono oggi oggetto di una riscoperta internazionale, anche per l'attualità delle sue teorie scientifiche. In questo prezioso libro ne viene ricostruita la drammatica vicenda umana e intellettuale, in parallelo con quella di Gramsci. Nel 1923 Bogdanov fu arrestato con l'accusa di attività controrivoluzionaria, mentre Gramsci da Mosca era inviato a Vienna, in attesa di rientrare in Italia verso il suo tragico destino. Nei suoi ultimi anni, Bogdanov si dedicò all'organizzazione di un pionieristico centro ematologico, e nel 1928 morì per un esperimento di autotrasfusione di sangue infetto, in tempo per evitare le epurazioni staliniane ma non la manipolazione strumentale delle sue teorie, tuttora in corso. Approfondire la convergenza tra Bogdanov e Gramsci, attraverso un accurato lavoro anche sui nuovi documenti disponibili, aiuta a identificare le ragioni della lunga incomprensione del loro pensiero e a fornire, liberandoli da residue scorie ideologiche, strumenti indispensabili per l'elaborazione delle sfide più attuali del mondo contemporaneo, dall'intelligenza artificiale alla costruzione di una dimensione culturale e politica realmente partecipativa.
Lettere a mia sorella
Vincent Van Gogh
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 208
Se le lettere al fratello Theo sono ormai un classico, pochi sanno che Vincent van Gogh scrisse alla sorella Willemien lettere altrettanto belle, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Dopo un lungo periodo di distacco tra i due, a partire dal 1887 il legame tra Vincent e la «sorellina» di quasi dieci anni più giovane divenne più solido e profondo, complice anche la somiglianza di carattere e la passione per l’arte e la letteratura che li univa: a lei Vincent scrisse lettere intense e le dedicò quadri, schizzi e disegni, che corredano il volume. Le 25 lettere di Vincent a Wil, qui raccolte per la prima volta, consentono di avvicinarsi a un Van Gogh inedito, che dà libero corso ai propri pensieri e ai propri sentimenti più intimi. Testi ricchi di dettagli sulla vita e sull’arte, dal valore particolare, perché in esse Vincent non ha paura di mostrare il suo lato più vulnerabile. Wil, che come il fratello soffriva di un disagio psichico, era infatti in grado di comprenderlo a fondo. Nonostante ciò, queste lettere hanno un carattere più leggero di quelle scritte a Theo: non sono prive di scherzi e confidenze, ma anche di consigli sulla vita, sulla pittura, sui libri e persino sull’amore. Emerge il Van Gogh più intimo e sconosciuto, un artista che lotta per trovare la propria strada, ma anche un fratello premuroso, che chiede alla sorella di stargli vicino lungo il cammino. Nel suo denso saggio introduttivo Willem-Jan Verlinden, sulla base delle lettere, delle opere d’arte e di documenti inediti, racconta il profondo legame tra Vincent e la sorella, e ricostruisce la tormentata vita di Wil, dai pioneristici tentativi di diventare una donna indipendente attraverso l’arte e l’impegno sociale fino al drammatico epilogo della sua vita. Vincent e Willemien furono entrambi spiriti inquieti, che mal tolleravano i vincoli della morale e della loro epoca, a cui si ribellarono, ma con esiti differenti. Vincent trovò nell’arte un modo per trasformare il suo caos interiore in una fonte creativa, che gli procurò una fama enorme, anche se postuma. La ribellione di Willemien, che pure per un periodo coltivò aspirazioni artistiche e di impegno sociale, fu meno tollerata, forse in quanto donna. I suoi disturbi psichici non sfociarono nell’arte, ma in un lungo silenzio durato anni: la sua vita terminò in un istituto psichiatrico, dimenticata e isolata. Così, se Vincent alla fine divenne il simbolo dell’artista tormentato, Willemien scomparve nei margini della storia.
Il bestiario filosofico di Jacques Derrida
Orietta Ombrosi
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 300
«L’animale come altro»: è da questa prospettiva che Orietta Ombrosi esplora la «questione animale» nell’opera di Jacques Derrida, costruendo un bestiario – da Derrida solo immaginato – tra racconti biblici e poetici, concetti e argomentazioni filosofiche, arricchendo così la riflessione della vita reale o metaforica degli animali e delineando la nascita di un movimento di pensiero alternativo. Cercando di «allentare» la prospettiva logocentrica del discorso filosofico sull’animalità, attraverso il bestiario che l’autrice depista nell’immensa opera di Derrida, ogni animale viene a introdurre trasversalmente questioni che lo riguardano e a tracciare possibili vie, spazi alternativi o piste di indagine distinte, sebbene collegate: la sofferenza e il sacrificio, l’etica e la differenza di genere, ciò che resta della teologia e il suo legame con il politico, la politica stessa, come pure il ruolo della poesia nel suo dialogo con la filosofia, quello della scrittura, umana e animale che sia, sono rappresentate, come in ogni bestiario, da un animale ben preciso. Ecco, dunque l’asino, il gatto che è una gatta, e poi un cane dal nome proprio; ecco l’ariete e il lupo, e anche una piccola colomba; senza dimenticare il serpente, la bestia che è già sin dall’inizio. Su questo ricco mondo animale, infine, planano senza sosta le grandi ali dell’utopica Chimera, che raccoglie, ruggendo, il canto del gallo che annuncia quel nuovo giorno in cui le relazioni tra umani e animali saranno, finalmente, radicalmente differenti.
Morire sul Grappa. Storie da un massacro, 20-29 settembre 1944
Sonia Residori
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 240
Dopo l’Armistizio, sul massiccio del Grappa la Resistenza fu organizzata da un nucleo di antifascisti, ma soprattutto dai militari che avevano deciso di non aderire alla Repubblica sociale, ai quali si unirono successivamente i renitenti alla leva, i prigionieri angloamericani fuggiti dai campi di concentramento italiani e un folto gruppo di carabinieri. Nel settembre del ’44, i nazifascisti diedero l’assalto alle formazioni partigiane e per alcuni giorni misero a ferro e fuoco il territorio, bruciando tutto ciò che incontravano. I partigiani resistettero quasi due giorni, finché il comando diede il «Si salvi chi può», da molti ritenuto tardivo. Questo episodio della Resistenza assunse un carattere ancora più doloroso perché, durante i rastrellamenti, i nazisti – con la collaborazione attiva dei fascisti – promisero salvezza a chi si fosse consegnato: molti giovani furono convinti dai familiari a presentarsi spontaneamente ai comandi tedeschi, dove trovarono la morte. L’eccidio del Grappa resta una ferita profonda nella memoria collettiva, per l’assenza di giustizia nei confronti delle vittime e per una controversa presunta responsabilità dei comandi partigiani e della missione inglese nelle tragiche conseguenze che devastarono tante vite umane. Il libro di Sonia Residori fa luce su questa vicenda, dimostrando che la decisione della resistenza militare, contraria a ogni regola della guerriglia, fu dovuta alla falsa notizia – propagata ad arte dai servizi segreti alleati – di un imminente sbarco angloamericano nell’Adriatico, in vista di un’offensiva contro la Linea gotica. Tratti in inganno da queste informazioni del tutto infondate, i partigiani molto probabilmente si sentirono moralmente spinti a resistere, perché pensavano di avere un compito da svolgere, di essere parte di un progetto militare più grande e risolutivo per le sorti della guerra e del loro paese.
Paese che vai, mercato che trovi
Maria Bakhareva
Libro: Libro rilegato
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 88
Una scorpacciata di cibi, lingue e usanze tutte da scoprire tra le pagine brulicanti dell'illustratrice di "C'era una casa a Mosca", finalista del premio Andersen 2021 e vincitore del Premio Orbil 2021. Se c’è un modo, anzi due, per conoscere più da vicino i popoli e le civiltà del mondo è sbirciare nei loro piatti e cacciare il naso tra i banchi dei loro mercati. Meglio ancora è se poi si prova ad assaggiare i cibi più vari esposti su quei banchi e ad imparare i nomi e i tanti modi per cuocerli o addentarli crudi. E allora, in attesa di potersi mettere in viaggio per sperimentare sul posto le usanze sparse ai quattro angoli del mondo, seguiamo la bussola di questo vertiginoso albo illustrato e cominciamo a curiosare tra i mercati più affollati e ricchi di storia del mondo. Da Gerusalemme alla Tailandia, dal Cile al Marocco, dalla Cina alla Spagna, dalla Russia agli Stati Uniti, basta aguzzare la vista e perdersi tra le pagine brulicanti di gente pronta a infilarsi nella sporta il meglio dei prodotti di giornata. La ricchezza di dettagli da scovare e di usanze da scoprire è tale che a ogni giro pagina ci sembra di sentire mille lingue, rumori e profumi diversi da far venire l’acquolina in bocca. Ma l’appetito che questi mercati stuzzicano non è solo per i sapori, è anche quello di incontrare parole e nomi mai sentiti prima, forme e colori dei prodotti più impensati, ricette insolite e informazioni pratiche – per esempio il gruzzolo di monete o banconote sconosciute necessario per fare la spesa nei luoghi più disparati della terra. A farci da guida in questo mirabolante giro del mondo in 24 tappe è un bambino o una bambina del posto, che conosce tutti i trucchi per intrufolarsi tra le bancarelle e la folla di adulti che ci si accalcano intorno. E occhio alle stagioni! Quando sarà il momento di partire per visitare davvero uno di questi magnifici mercati, sarà utile farlo nel mese consigliato dalle nostre piccole guide, per non perdersi le vere specialità di ciascun paese. Età di lettura: da 8 anni.
Mondi di pane. Un viaggio di bontà tra storie e ricette
Maria Bakhareva
Libro: Libro rilegato
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 88
Lo sapevate che la civiltà moderna potrebbe dovere la propria esistenza all’invenzione del pane? O che gli esseri umani iniziarono a cucinare il pane più di 14.000 anni fa? In questo libro straordinario, la fortunata coppia composta dalla scrittrice di viaggi Maria Bakhareva e dalla pluripremiata illustratrice Anna Desnitskaya ci rivela le storie e le curiosità che si nascondono nel più amato degli alimenti. In 88 pagine fittamente illustrate, ricche di dettagli sfiziosi, mappe e ricette, i lettori grandi e piccoli saranno guidati in un viaggio tra i sette continenti, alla scoperta di tutti i pani del mondo. E per ogni luogo, da Istanbul a Sydney, passando per Buenos Aires, Roma, Marrakesh e Bangkok, troveranno il racconto di un forno caratteristico e delle sue specialità. Basta sfogliare il libro per venire investiti dal profumo delle infinite varianti di questo impasto di farina, acqua e lievito: una lettura irresistibile, come il pane appena sfornato. Età di lettura: da 8 anni.
Storia del socialismo italiano
Renato Zangheri
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2025
pagine: 1600
Con la ripubblicazione della "Storia del socialismo italiano" di Renato Zangheri – che comprende anche il terzo volume, rimasto finora inedito – torna disponibile un fondamentale strumento per ricostruire le origini e lo sviluppo del socialismo in Italia. Il lavoro copre un arco di tempo che va dal Risorgimento alla vigilia della prima guerra mondiale, seguendo la formazione delle prime esperienze organizzate, la nascita di un partito nazionale e l’evoluzione di un movimento che ha cercato di convogliare e strutturare la volontà politica del mondo del lavoro nell’Italia unita. Zangheri accompagna il lettore tra le molteplici anime del socialismo italiano, delineando i tratti di una tradizione che affonda le radici nella cultura democratica dell’Ottocento, nella militanza internazionalista e nella tensione etica dei suoi primi protagonisti. Dalle esperienze mutualistiche e cooperative, alle lotte agrarie e operaie, fino alla progressiva strutturazione di un partito a vocazione nazionale, lo storico ricostruisce con chiarezza espositiva, acume analitico e brillante narrazione l’intreccio tra movimenti sociali, ideologie, personalità politiche e trasformazioni economiche. Ma è soprattutto nella dimensione culturale del socialismo – nella sua capacità di farsi linguaggio popolare, educazione civica, visione del mondo – che l’opera di Zangheri mostra tutta la sua originalità e profondità. A quasi trent’anni dall’uscita dei primi due volumi, e con la pubblicazione del terzo, questa edizione completa restituisce il progetto originario dell’autore: un racconto unitario e critico che, oltre a essere una pietra miliare della storiografia politica italiana, rappresenta uno strumento prezioso per interrogare con intelligenza storica il rapporto tra giustizia sociale, democrazia e modernità.