Libri di Paola Gramigni
Cultura è politica
Libro: Libro in brossura
editore: L'Asino d'Oro
anno edizione: 2025
					Il dominio occidentale sul mondo, che si è affermato con il colonialismo, poi con la rivoluzione industriale e, negli ultimi decenni, con l'imposizione di un ordine mondiale basato sul mercato, è in profondissima crisi. Alla crisi interna delle economie capitalistiche, che non riescono più a garantire il benessere della popolazione, si aggiungono la crisi ambientale e quella dei rapporti internazionali. La consapevolezza della fine di un'epoca è diffusa, ma ciò che sorprende non è tanto la sua conclusione, quanto l'apparente assenza di alternative. In Occidente, infatti, si continua a interpretare il mondo con le stesse categorie mentali che hanno determinato e sostenuto il suo dominio. La convinzione degli autori del volume è che pensieri e ideologie costituiscano le vere strutture di ogni realtà sociale, e che la mancanza di alternative sia dovuta al fatto che conservazione, reazione e spinte al cambiamento condividano schemi culturali affini, cosicché ogni superamento dello stato attuale delle cose è ostacolato. Questi schemi culturali riguardano, in sostanza, il modo di concepire l'essere umano, la formazione del pensiero, il ruolo degli affetti per l'identità di ciascuno e le fondamenta stesse della nostra natura sociale. A partire dalla teoria e dall'esperienza dello psichiatra Massimo Fagioli, gli autori tracciano alcuni percorsi di ricerca per una trasformazione possibile. Le loro proposte muovono dalla teoria della nascita, che consente di dare un senso nuovo a concetti quali uguaglianza, libertà e nonviolenza, rinnovando le basi dell'agire collettivo e della prassi politica.				
									Partigiano, portami via. La stampa e l'uso politico della Resistenza
Paola Gramigni
Libro: Libro in brossura
editore: L'Asino d'Oro
anno edizione: 2025
					«C’era una volta Togliatti, c’era una volta il Pci e ora scopriamo che c’era una volta la Resistenza. La prossima volta scopriremo che c’era una volta anche la prima Repubblica» (Alessandro Natta, dirigente comunista). Siamo nel settembre del 1990. A un anno dalla caduta del Muro di Berlino e dalla svolta della Bolognina, sulla stampa italiana infuria una campagna, impensabile fino a poco tempo prima, che si accanisce su partigiani e resistenti. Si tratta del primo vero e proprio attacco al «paradigma antifascista» che aveva fatto da base e fondamento alla democrazia italiana a partire dal secondo dopoguerra. Cosa stava accadendo? Questo libro intende analizzare gli snodi più significativi attraverso i quali si inizia a decostruire, nel discorso pubblico e a opera dei media, il ‘mito fondativo’ della guerra partigiana, in quello scorcio di tempo che segnerà il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Anni cruciali, attraversati da una grave crisi istituzionale e politica che esiterà nell’avvento del berlusconismo e della destra postfascista, entrata a far parte, per la prima volta, del governo della Repubblica ‘nata dalla Resistenza’. Resta sullo sfondo una questione: il tentativo di abbandonare la contrapposizione fascismo/antifascismo è il frutto avvelenato del crollo del sistema partitico italiano nei primi anni Novanta, o ne costituisce una delle cause? E ancora: svuotare di senso la Resistenza in quale misura ha portato al declino della democrazia in Italia?				
									
