Libri di Paolo Pizzamus
Carso 1915. L'ingresso nell'inferno. Le prime battaglie tra il San Michele-Debela Griza e le alture di Selz
Mitja Juren, Nicola Persegati, Paolo Pizzamus
Libro: Libro in brossura
editore: Gaspari
anno edizione: 2022
pagine: 352
Carso-fortezza e Isonzo-fossato, così si presentò il brullo campo di battaglia agli occhi dei soldati italiani davanti a un avversario invisibile. Il fronte dell’Isonzo è il luogo ove caddero circa 400.000 italiani e quasi altrettanti fanti della duplice monarchia. Le battaglie del 1915 furono terribili nella sproporzione tra i mezzi italiani e le formidabili difese austro-ungariche. Questo è il primo libro che racconta le imprese e gli eroismi di quei giovani e dei loro ufficiali, per lo più ex studenti o giovani laureati.
Flondar 1917. Il presagio di Caporetto
Mitja Juren, Nicola Persegati, Paolo Pizzamus
Libro: Libro in brossura
editore: Gaspari
anno edizione: 2017
pagine: 320
Flondar, la vertigine dell'annientamento. Il corridoio naturale racchiuso tra il Carso e il mare ha visto, tra maggio e settembre 1917, una spirale di distruzione, per numero di reparti e artiglierie impiegate, come poche altre sul fronte italiano. In tutti i fanti italiani e austro-ungarici sopravvissuti a quel teatro bellico rimase impresso a lettere di fuoco un nome, fino ad allora sconosciuto: Flondar.
Le battaglie del Carso. Doline in fiamme, le «spallate» dell'agosto-novembre 1916
Mitja Juren, Nicola Persegati, Paolo Pizzamus
Libro: Libro rilegato
editore: Gaspari
anno edizione: 2014
pagine: 176
Itinerari nel Carso dimenticato. Le spallate dell'autunno '16 sul Carso di Comeno. Volume Vol. 2
Mitja Juren, Nicola Persegati, Paolo Pizzamus
Libro: Libro rilegato
editore: Gaspari
anno edizione: 2010
pagine: 168
Il Carso dimenticato. Le spallate dell'autunno '16. Guida agli itinerari. Volume Vol. 1
Mitja Juren, Nicola Persegati, Paolo Pizzamus
Libro: Libro rilegato
editore: Gaspari
anno edizione: 2009
pagine: 240
Nel rovente agosto del 1916 le brigate italiane, dopo il ripiegamento austriaco seguito alla caduta della piazzaforte di Gorizia, affrontarono lo spalto orientale del Vallone, per riprendere il contatto con l'avversario. La sesta battaglia dell'Isonzo, la più grande offensiva lanciata dal Regio Esercito sul fronte dell'Isonzo dall'inizio del conflitto. I bombardamenti furono di un'intensità mai riscontrata prima. Al grande parco delle artiglierie della 3" Armata italiana furono affiancati per la prima volta i raggruppamenti di batterie di bombarde per il loro battesimo di fuoco in grande stile. La nuova arma dal tiro curvo, un micidiale mortaio da trincea, dilaniava i grovigli di filo spinato oltre a inquadrare con i suoi proiettili le trincee più anguste. Diverrà la grande protagonista nelle future offensive del 1916 e 1917 sul Carso di Comeno.