Libri di Pia Settimi
Il banchiere aveva un gatto. Gli ebrei di Montagnana tra storia e cronache
Pia Settimi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2019
Il banchiere aveva un gatto. Per meglio dire, il banchiere “doveva” avere un gatto. Anzi, si trattava di “due gatte” che potessero frugare in tutti gli angoli del magazzino per cacciare gli eventuali topi e così evitare danni alla merce custodita. Era una delle clausole che, nella prima metà del diciassettesimo secolo, regolarono la “condotta”, il contratto tra la Magnifica Comunità di Montagnana ed il banchiere ebreo che per cinque anni, rinnovabili, avrebbe gestito il Banco di prestito. La convivenza tra i pochi ebrei e la predominante maggioranza di cristiani non fu sempre facile, ma durò per dei secoli. Le sue vicende sono tracciate in questo testo che è fondato su accurate ricerche librarie e documentarie. L’edizione è arricchita da alcune immagini che possano animare il racconto e far volare con la fantasia.
L'ultimo traduttore. Jacob Alpron tra yiddish e italiano
Pia Settimi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2017
pagine: 160
Jacob Alpron, rabbino e precettore di fanciulle e fanciulli, visse tra '500 e '600 a Padova, Venezia e altre località del nord Italia. Egli si dedicò alla divulgazione delle norme riguardanti il corretto comportamento degli appartenenti alla religione ebraica prima scrivendo in ebraico e poi traducendo dall'ebraico all'yiddish. Queste opere vengono oggi sommariamente presentate. Tuttavia la sua opera più nota fu la traduzione dall'yiddish all'italiano dei "Precetti per le donne ebree" pubblicata, mentre lui era ancora in vita, nel 1616 e nel 1624. Ora il confronto tra il testo originale e la traduzione consente, attraverso lo studio dei diversi atteggiamenti di autore e traduttore rispetto a singoli concetti, di tratteggiarne la personalità e il temperamento, qualche volte imprevedibile. Viene poi data attenzione allo studio del manoscritto originale di quella importante traduzione anche ai fini di un’analisi della lingua usata dal traduttore ossia il giudaico-italiano, italiano scritto in caratteri ebraici corsivi e disseminato di termini ebraici. Concludono il testo “tre preghiere”, presenti nei testi a stampa dei “Precetti per le donne” (1616-1625), ma finora anch'essi inediti.

