Libri di Pierre Mac Orlan
La condottiera Elsa
Pierre Mac Orlan
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Settecolori
anno edizione: 2023
pagine: 200
All’indomani della Rivoluzione d’Ottobre, liquidata la resistenza della cosiddetta Armata Bianca rimasta fedele alla monarchia, l’Armata Rossa, alleata a un risorto esercito cinese, volge il suo sguardo e il suo desiderio di conquista a ovest: la Germania prima, e poi la Francia. L’obiettivo finale è infatti Parigi, far sì che i cavalli dei suoi cosacchi e dei suoi «gialli» alleati e compagni possano abbeverarsi nella fontana di Place Vendôme e galoppare dai Campi Elisi all’Arco di Trionfo… E così sarà. Al comando di questa invasione da oriente nel cuore dell’occidente decadente e borghese, c’è un bel cavaliere biondo e di sesso femminile, bionda e bella, dunque, la Condottiera Elsa, idolatrata dai suoi soldati, coraggiosa e spietata, una Giovanna d’Arco materialista che proviene dalla steppa… Pubblicato nel 1921, La Condottiera Elsa sarà il romanzo sempre citato e sempre ammirato da Céline, ovvero i suoi peggiori incubi messi su carta, il Finis Europae sancito dalla marea «rossa» e dalla marea «gialla» che di colpo sommerge il vecchio ed esausto Continente… Ma nello scriverlo, il suo autore, Pierre Mac Orlan, va oltre il semplice romanzo distopico o di fantapolitica. Con perfetta conoscenza della storia ci guida lungo i sotterranei della propaganda di massa e delle allucinazioni ideologiche, e ci fa conoscere il complicato rapporto fra vincitori e vinti, nonché il potere di seduzione e di corruzione che una civiltà morente riesce comunque esercitare su una barbarie che si crede sana e che ne vorrebbe prendere il posto. Visionario e ironico, crudele eppure capace di speranza, La Condottiera Elsa ci mette di fronte a un nostro possibile futuro. Postfazione Leopoldo Carra.
Scritti sulla fotografia
Pierre Mac Orlan
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 128
"Mi torna in mente un pomeriggio trascorso a Londra nel quartiere cinese, a Pennyfields. La nebbia conferiva alle ragazze sbronze davanti alla porta delle loro case in mattoni, una dignità e un onore da museo Grévin. Lo spettacolo di quelle figure di cera perse nella nebbia poteva far nascere qualche idea. Mi affrettai a scattare qualche foto, rapidamente, a casaccio. Poi le feci sviluppare. Non erano venute bene ma mi procurarono delle sensazioni meravigliose. In una di queste, in primo piano si vedeva una porta con la vetrata rotta. Al suo posto era stato incollato un manifesto in caratteri cinesi. La strada era ripresa in tutta la sua lunghezza. Si vedevano tutte le porte che si aprivano sul marciapiede di destra. E nel vano di ogni porta appariva una gonna femminile, solo una gonna perché tutte le ragazze di cera si erano affrettate a ritirarsi vedendomi armeggiare con la macchina fotografica. In primo piano, una gamba molto bella e l'orlo di un abito si associavano al manifesto cinese. Il mistero iniziava da questa gamba". Gli scritti di Pierre Mac Orlan sulla fotografia sono sempre sospesi a questo sguardo che incarna la poetica del "fantastico sociale". Lo scrittore del "Porto delle nebbie" e di molti altri libri che gli diedero il successo nella prima metà del Novecento, aveva una predilezione per la nuova arte e nel 1929 scrisse che "la fotografia è un'arte di espressione letteraria". In questo libro che per la prima volta presenta al lettore italiano, Mac Orlan parla della Parigi di Atget e di Kertész, dello sguardo di Cartier-Bresson e del mondo che appare negli scatti di Willy Ronis. Mai tecnico, sempre calato nei mondi che la fotografia sa far lievitare e rendere nella loro segreta verità, questi scritti occasionali non sono affatto una parte minore dell'arte letteraria di Mac Orlan.
La legione straniera
Pierre Mac Orlan
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 170
Il 26 marzo 1863 un reggimento della Legione era sbarcato a Vera Cruz, in Messico. Un mese dopo, il 30 aprile, presso il villaggio di Camarón de Tejeda, i legionari, comandati dal capitano Jean Danjou, vennero attaccati e decimati dai nativi messicani guidati dal colonnello Francisco de Paula Milàn. Quella data e il luogo, Camerone, rappresentano il vero mito di fondazione della Legione straniera francese. Ogni anno a Aubagne, nell'entroterra della Costa Azzurra, dove ha sede il comando generale dei legionari e dove avvengono ancora oggi gli arruolamenti, si celebra quella data "sacrificale" e un simulacro in legno che raffigura la mano del capitano Danjou viene mostrato come una reliquia che fonda nel sangue la gloria dell'arma. Molto controversa è la storia della Legione fin dalla sua nascita nel 1831 per decreto di Luigi Filippo; ai quattro angoli del pianeta ha versato sangue proprio e dei suoi nemici, senza risparmiarsi crudeltà e gesti eroici. È un corpo speciale che raduna i "dannati della terra": delusi dalle rivoluzioni, gente in fuga dalla giustizia e altri alla ricerca di un lavoro per vivere in modo non troppo diverso dai mercenari. Uomini che non hanno origini comuni e valori patriottici da difendere, ai quali si attaglia molto bene il "vincere o morire". Ma è il loro riconoscersi come corpo e la mistica della guerra a mantenerli uniti e fedeli l'uno all'altro. Sono, a ben vedere, una espressione militare, forse la più singolare in Europa, dell'epoca coloniale. In questo breve saggio "storico" del 1933 uno dei più intriganti scrittori francesi, Pierre Mac Orlan, "avventuriero" della parola, ce ne restituisce un'immagine ancora "romantica", senza nascondersi i lati meno edificanti della Legione.
Lussuria, invidia, gola. Tre divertissement sul peccato
Max Jacob, Pierre Mac Orlan, André Salmon
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 119
«La Parigi anni Venti - scrive Laura Madella nella prefazione a questi tre scritti sui "peccati capitali" - ha peccati per tutti, borghesi e bohémiens, ma non tutti i peccati sono uguali e non tutti gli uomini sono uguali davanti al peccato. Mac Orlan, Salmon e Jacob questo lo vedono bene, assisi a scrivere nella posizione privilegiata di un giudice di sedia, solo meno esposti. Perché bohémien non si nasce se non per inclinazione, e poveri invece sempre senza; e una volta raggiunta la notorietà il bohémien-intellettuale entra nella cerchia delle conoscenze più o meno occasionali di qualche potenziale danaroso sponsor, di varia estrazione, non esclusa la borghesia (purché sia alta); lì uniforma il necessario, dress code, galateo e conversazione, ma l'acume critico rimane ben desto - in qualche misura serve anche a preservargli una distinzione di personalità, giacché raramente il danaroso sponsor se lo coltiva per avere un doppione di se stesso. (...) I tre peccati di questi racconti insegnano soprattutto questo al lettore contemporaneo: un oggetto, sia pure di sommo pregio, sia pure made in Italy, non può essere in quanto tale fonte di piacere o di peccato, di invidia o di gola. Tutto sta in una rete di storie e di simboli che gli si costruisce attorno, e una civiltà che tende pericolosamente a percepirsi senza storia sarà ben presto incapace persino di dannarsi cercando la bellezza».
Il porto delle nebbie
Pierre Mac Orlan
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2012
pagine: 143
"Una donna disposta a sfruttare se stessa, anima e corpo, senza restrizioni, senza scrupoli morali e senza misticismo, è una forza della natura paragonabile all'elettricità, della quale si dominano i capricci senza mai penetrarne il mistero originario": per quanto cinica possa sembrare, è questa la "morale" che l'autore stesso, giunto quasi all'epilogo del suo libro, trae dalle storie che ha narrato. Perché dei cinque personaggi che incontriamo nella prima, memorabile scena - il giovane squattrinato che aspetta un'avventura da "acchiappare al volo", il disertore dell'esercito coloniale, il pittore tedesco che intuisce la presenza della morte nei luoghi che dipinge, l'inquietante macellaio - l'unica a cavarsela e a diventare "potente", e forse anche l'unica a sopravvivere, sarà la donna: la prostituta Nelly. Alla fine dell'interminabile notte trascorsa al Lapin Agile (celebre cabaret di Montmartre), dove sono stati costretti ad affrontare a colpi di pistola una banda di malviventi acquattati nel buio, i quattro uomini si avvieranno infatti verso un destino variamente funesto - mentre Nelly andrà incontro alla vita da "conquistatrice". Quando la ritroveremo, nel 1919, sarà diventata "la divinità della strada, ma di una strada arricchita dalle folli prodigalità di tutti gli scampati al massacro". "Sono tutti morti per la mia salute fisica e morale" penserà. E ad alta voce aggiungerà: "Naturalmente!". Con un saggio di Guido Ceronetti e una postfazione di Francis Lacassin.
Piccolo manuale del perfetto avventuriero
Pierre Mac Orlan
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2007
pagine: 72
Il libro che svela il vero significato di una parola che molti capiscono ma nessuno sa definire. Perché l'avventura non esiste: "è nell'animo di chi la persegue, e non appena si riesce a toccarla con mano svanisce, per rinascere molto più in là, sotto altra forma, ai limiti dell'immaginazione". E il perfetto avventuriero è il risultato di una simbiosi fra l'"avventuriero passivo" e il suo complice, l'"avventuriero attivo", mandato in giro per il mondo a suo rischio e pericolo.