Libri di R. M. Monastra
Arcangelo Blandini. La sua poesia, il suo tempo
Libro: Libro rilegato
editore: Bonanno
anno edizione: 2009
pagine: 104
Celebrato dall'amico Vitaliano Brancati non solo come modello di limpidezza morale ma anche per le sue qualità di poeta finissimo, degno prosecutore della grande tradizione petrarchesca e leopardiana, Arcangelo Blandini continua a essere un autore di nicchia, poco noto sul piano nazionale e (paradossalmente) ancor meno nella sua stessa città. Ora questo volume, che raccoglie gli atti di una giornata di studio svoltasi il 6 dicembre 2007, intende fare il punto sulle acquisizioni raggiunte, con l'intenzione di renderle di più ampio dominio e quindi di promuovere un rinnovato fervore di analisi e ricerca. Ripartendo dal fondamentale saggio di Nino Borsellino, qui sostanzialmente si rimotivano l'interesse e l'ammirazione per la sua figura e la sua opera in termini diversi da quelli brancatiani: non la "virtù sconosciuta" e la fedeltà alla tradizione, ma la meditata "inattualità", criticamente fondata e vigile, risulta esserne il segno distintivo. I densi saggi di Giuseppe Savoca, Giuseppe Dolei, Rosalba Galvagno, Massimo Schilirò presentano un personaggio inquieto, impegnato nell'arduo tentativo di ricomporre in melodia le dissonanze del moderno.
Del bello
Niccolò Tommaseo
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2006
pagine: 75
Queste pagine, tratte dal "Dizionario dei sinonimi" del 1867, riproducono le singole voci che descrivono le variegate forme del bello e del brutto. L'attenzione è rivolta anzitutto alla bellezza dello stile e del parlare. La condanna del vuoto artificio si accompagna all'elogio della naturalezza e genuinità popolari. Ecco allora che lo stile può essere colto, puro, forbito, terso, leggiadro, ornato, venusto, elegante, bello (ma la gradazione può, secondo i casi e i gusti, variare). C'è poi la bellezza del corpo, dell'atteggiarsi, del vestire: e qui Tommaseo prende di mira uomini e donne di mondo, quanti badano ai fronzoli e non pensano alla sostanza ("La donna tenta abbellirsi con istranii ornamenti, i quali, non che imbellirla o rimbellirla, la deturpano più che mai"). La femminilità elogiata da Tommaseo è semplice e modesta: ma trapela qua e là una certa debolezza per una più ambigua fascinazione ("v'è una certa bellezza che fa paura"). E se la bellezza sta "nella proporzione e nell'ordine delle parti, e nel colorito della persona"; leggiadria, "nel moto o nella mossa o in quell'atteggiamento che di poco precede o segue alla mossa".