Libri di RAFFAELE ALBERTO VENTURA
La conquista dell'infelicità. Come siamo diventati classe disagiata
Raffaele Alberto Ventura
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 264
Diventa quello che sei: ecco la promessa iscritta alle porte della modernità. Ma cosa succede quando nessuno riesce più a diventare se stesso? Il mondo per il quale siamo stati preparati non esiste più: ora è il tempo della delusione, delle promesse non mantenute. Della classe disagiata come destino dell’Occidente e della rivoluzione che la scuote. Questo libro è la guida per attraversare i nostri tempi difficili. E uscirne migliori? Adesso non esageriamo. Un decimo della popolazione mondiale consuma nove decimi delle risorse del pianeta: il problema è che quel decimo siamo noi. E allora come mai la conquista della felicità pare sempre più lontana? L’idea di un ascensore sociale, che doveva elevare ognuno sopra tutti gli altri, si è rivelata per ciò che è: un errore logico e un inganno ideologico. In una società in cui tutto è permesso ma nulla è possibile, dobbiamo imparare a convivere con la certezza che nessuno diventerà mai se stesso. Un decennio dopo aver sconvolto la sua generazione con un libro di culto, Raffaele Alberto Ventura torna a raccontare la «classe disagiata». Lo fa mostrandone le origini – nella letteratura, nella filosofia, nel cinema, da Amleto a Fantozzi – e indicandone l’orizzonte tutt’altro che roseo. Perché nel frattempo la situazione non è affatto migliorata, anzi, e classe disagiata lo siamo tutti (o quasi). La storia umana alterna fasi d’illusione e fasi di disillusione, che inevitabilmente sfociano in qualche rivoluzione, dalla quale le civiltà escono radicalmente trasformate, talvolta distrutte. Accantonate le aspirazioni, falliti i buoni propositi di resilienza e troppo irrigiditi dall’angoscia per farsi bastare una seduta di yoga, segmenti sempre più ampi della classe media occidentale vengono sedotti dal demone della rivolta. Ve li immaginate i disagiati che fanno la rivoluzione? Dovreste, perché è già iniziata.
Radical choc. Ascesa e caduta dei competenti
Raffaele Alberto Ventura
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2020
pagine: 248
Funzionari, scienziati, intellettuali, manager... Chi sono gli esperti a cui abbiamo affidato la gestione delle nostre vite? Quando, come e perché ci siamo messi nelle loro mani? E cosa succede se i risultati del loro lavoro non sono all'altezza delle nostre aspettative? Affidando le nostre vite agli esperti, ne siamo anche diventati dipendenti. È una storia lunga, la storia di come l'umanità ha ridotto l'incertezza del mondo delegandone la comprensione e l'amministrazione a un'élite di individui considerati «migliori». Il Novecento ha segnato il trionfo di questi operatori specializzati, mostrando la loro eccezionale capacità di assicurare decenni di sicurezza e sviluppo, finché qualcosa si è inceppato. Di fronte ai competenti si ergono oggi i loro nemici autoproclamati: chiamiamoli populisti, perché oppongono alla retorica della minoranza istruita quella del «popolo», ai radical chic un radical choc. La domanda che pongono è urgente e merita di essere presa sul serio: a cosa servono gli esperti se non garantiscono più gli stessi rendimenti del passato? Come i cicli economici richiedono talvolta, per ripartire, la sostituzione drastica di un parco tecnologico obsoleto con macchine di ultima generazione, anche i cicli culturali hanno bisogno periodicamente di essere resettati e riavviati. Al prezzo, va sottolineato, di un rischio colossale: perché se in rari casi questa strategia di «distruzione creatrice» permette l'inizio di una rinnovata fase di crescita, più spesso porta invece alla catastrofe. E se fosse giunta anche per noi la fine di un ciclo?
L'Italia e il suo futuro. La fine della Repubblica e l’ascesa del nuovo mondo
Alessandro Leonardi
Libro: Libro in brossura
editore: DIARKOS
anno edizione: 2025
pagine: 320
Demografia insostenibile, stagnazione economica, impoverimento socioculturale, decadenza delle istituzioni. Il declino del Paese è da tempo al centro del dibattito pubblico, e le multiple crisi generate dal Sistema industriale-tecnologico planetario lo stanno accelerando radicalmente. Tanto da paventare il collasso della nazione in un’epoca non troppo lontana. In questa precaria situazione, l’Italia si trova ad affrontare le turbolente trasformazioni della globalizzazione. Questa lunga transizione, che riguarderà gran parte del XXI secolo, sarà fondamentale per l’ascesa del mondo di domani e per il destino della Repubblica. Che futuro si prospetta per la società italiana? Che assetto avrà lo Stato? Che sfide chiave si troveranno a gestire le generazioni millennial, Z e alpha nei prossimi decenni? Unendo le molteplici dinamiche in atto, Alessandro Leonardi analizza diversi scenari futuri, dalla frammentazione dell’ordine nazionale all’instaurazione di un regime autoritario, fino a eventi estremi di matrice internazionale, con al centro i grandi cambiamenti di carattere geopolitico, economico e ambientale. I segni di ciò che sarà l’Italia, con le parole della prefazione di Raffaele Alberto Ventura, «sono già qui, davanti ai nostri occhi: tutto sta nel prenderli sul serio e collegarli tra loro».
Perché la guerra?
Frédéric Gros
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2024
pagine: 156
La guerra sarebbe “morta a Hiroshima” quasi ottant’anni fa, per usare l’espressione di un generale francese. Nel senso che non la si poteva più concepire, dopo la colossale distruzione della Seconda Guerra Mondiale. Sembrava un punto terminale, sancito dall’equilibrio perverso della Guerra Fredda in bilico sull’apocalisse nucleare e dalla creazione dell’ONU nel 1945, il cui scopo principale era impedire nuovi, catastrofici conflitti internazionali. Eppure, come Frédéric Gros osserva esplorando sia il concetto di guerra, sia la sua origine, i suoi stili, le sue pratiche storiche e l’immaginario che li attraversa, la guerra non si è mai fermata, né accenna a farlo. Come mostrano, con un’evidenza tragica e lampante, l’attuale conflitto in Ucraina (il ritorno della guerra vera, si è detto superficialmente) e la massiccia offensiva israeliana nella Striscia di Gaza dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Guerra classica, guerra “regolata” o deregolamentata, “giusta da entrambe le parti” o per “giusta causa”, guerra totale, globale, di “caotizzazione” o per procura: mentre le forme dei conflitti si trasformano e le distinzioni tipologiche si susseguono, resta ineludibile una domanda “di fronte alla quale la filosofia indietreggia”: perché la guerra? Chiamando a raccolta grandi filosofi politici, da Platone a Machiavelli, da Hobbes a Marx, senza dimenticare le intuizioni di Freud e le analisi di Schmitt, Gros cerca di rispondere a quest’interrogativo, legato ad altre questioni decisive: cos’è una guerra “giusta”? Quali sono le forze morali coinvolte in un conflitto, e qual è l’“ingiuria” che rende lecita la violenza armata? È lo Stato che fa la guerra o è la guerra che fa lo Stato? Fino alla domanda ultima, e insieme più stringente: per quale pace, la guerra?
La regola del gioco. Comunicare senza fare danni
Raffaele Alberto Ventura
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 232
La comunicazione è un gioco molto serio: tutto quello che diciamo e scriviamo può essere usato contro di noi. Le trasformazioni sociali, culturali e tecnologiche dell’ultimo decennio hanno cambiato le carte in tavola. Viviamo negli stessi spazi reali o virtuali, ma parliamo tutti «lingue» differenti. Questo libro aiuta a orientarsi nel mondo nuovo. Comunicare è come respirare: lo facciamo tutti, in ogni momento. Comunichiamo con la voce, con il corpo e sempre di più – chi lo avrebbe detto trent’anni fa? – per iscritto, attraverso Internet e i social network. Lasciamo tracce durature e siamo letti potenzialmente da chiunque. Cosa potrebbe andare storto in questo processo? Molte cose. Potremmo offendere un solo individuo, se va bene, o un milione di persone in una volta sola, se va malissimo. Potremmo compromettere per sempre la nostra immagine pubblica, renderci ridicoli o essere considerati dei mostri. Già, i tempi sono cambiati, e quello che solo una decina di anni fa sembrava inoffensivo è diventato più serio; tutto ciò che prima si faceva con leggerezza richiede oggi una nuova gravità. Ma attenzione, i tempi non cambiano mai in maniera uniforme, non è mai esistito e non esiste un unico «spirito del tempo»: così ci ritroviamo a muoverci tra sensibilità differenti, tra contesti in cui «non si può più dire niente» e altri in cui si dice molto, persino troppo. Se il respiro è un dono innato, la comunicazione richiede invece competenze articolate. Come prima cosa bisogna imparare un alfabeto e una lingua, questo diamolo per scontato. Ma dobbiamo inoltre conoscere i codici culturali: ovvero quello che si può dire o non si può dire in funzione del luogo, del momento e dell’interlocutore che ci troviamo davanti. Perlomeno se vogliamo controllare il modo in cui verremo giudicati noi che parliamo. Insomma: se non vogliamo fare danni.
La vergogna è un sentimento rivoluzionario
Frédéric Gros
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2023
pagine: 184
“La vergogna è il sentimento centrale della nostra epoca, il significante di nuove lotte”, scrive Frédéric Gros. “Non si grida più all’ingiustizia, all’arbitrio, all’ineguaglianza. Si grida alla vergogna”. Proviamo vergogna del mondo, della ricchezza di fronte a chi non ha nulla, della fortuna dei potenti quando diventa indecente. Proviamo vergogna per un pianeta che l’umanità sfrutta senza ritegno, per comportamenti sessisti e razzisti. Non si tratta solo di tristezza e ripiegamento su di sé, né di un senso di inadeguatezza paralizzante. Il sentimento indagato in questo libro nasce quando il nostro sguardo sulla realtà rinuncia alla passività e alla rassegnazione, e fa invece dell’immaginazione il suo strumento critico: la vergogna diventa così espressione di una rabbia che è potenza, energia trasformatrice, e assume a tutti gli effetti – come nella lettura di Marx, qui recuperata – un valore radicale. In un dialogo costante con autori e autrici come Primo Levi e Annie Ernaux, Virginie Despentes e James Baldwin, Gros esplora un concetto ancora poco compreso nella sua profondità, nelle sue articolazioni – antropologiche e morali, psicologiche e politiche. La vergogna è un sentimento rivoluzionario perché sta a fondamento di qualsiasi percorso di rivendicazione e rinnovamento.
La vita intensa. Un'ossessione moderna
Tristan Garcia
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2022
pagine: 224
Nel Settecento fa la sua comparsa nel mondo un nuovo fluido che affascina, intriga e stupisce: l’elettricità. Presto l’intensità, parametro attraverso cui viene misurata la potenza della corrente elettrica, comincia a scavalcare i confini della scienza rigorosa fino ad assumere una valenza simbolica fortissima e a informare di sé ogni aspetto della vita e della cultura dell’uomo occidentale. Nel corso di pochi secoli l’intensità diviene un ideale etico e morale per l’uomo e un concetto dotto della filosofia: la riconosciamo nella volontà di potenza di Nietzsche e nel vitalismo di Deleuze, nell’eccitazione nervosa dei libertini ma anche nell’adrenalina del desiderio incessante, nell’idea di progresso e nell’ideologia contemporanea della performance, persino nel crescente successo degli sport estremi. Oggigiorno l’intensità è un potere che organizza il mondo. “Dalla nascita alla morte”, nota Garcia, “oscilliamo seguendo le variazioni di questa scossa tanto attesa e tanto temuta, che tentiamo di riprodurre quando ci manca, e di cui ognuno valuta a modo suo l’ampiezza e la frequenza”. Sedotto da questo ideale, tuttavia, l’uomo contemporaneo rischia di ritrovarsi in una trappola che può produrre proprio il contrario di quanto la vita intensa sembra promettergli: il pericolo, come avvertono molti critici della contemporaneità, è che l’individuo non regga il livello d’intensità che da lui ci si aspetta e dunque crolli. Contro questa minaccia, ma allo stesso tempo senza rinunciare alla portata vitalista dell’intensità, il romanziere e filosofo Tristan Garcia chiama in causa il concetto di “resistenza” per tornare, finalmente, a una vita elettrica.
Siamo il 99%
Noam Chomsky
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2020
pagine: 128
Nove anni dopo Occupy, le preoccupazioni sollevate dagli attivisti in merito al sistema sanitario sono diventate un problema di sicurezza nazionale con l'emergenza del Covid-19. Quanto alla crisi ecologica, procede placidamente. Se il movimento Occupy non è riuscito fino a ora a deviare il corso della Storia non significa tuttavia che sia stato un fallimento. In un mondo in cui a poco a poco crollano molte infrastrutture di welfare che davamo per scontate, è necessario che la società civile si doti di strutture sue proprie per garantire le funzioni fondamentali in grado di assicurare la partecipazione e la socializzazione. In questo senso Zuccotti Park era davvero un'avanguardia, un tentativo di "occupare" in qualche modo quegli spazi vuoti che il capitalismo lascia esistere. Come oggi fanno molto efficacemente le minoranze etniche e religiose. Perché per quanto inevitabile appaia l'ordine economico del mondo, sintatticamente ben formato secondo le leggi che si è dato, a esso manca sempre qualcosa: un senso. Prefazione Raffaele Alberto Ventura.
La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale
Raffaele Alberto Ventura
Libro: Copertina morbida
editore: Minimum Fax
anno edizione: 2019
pagine: 309
Populismo e cospirazionismo, razzismo e terrorismo, fake news e politicamente corretto sono tutti sintomi di un ordine in disfacimento. Il tramonto del capitalismo occidentale coincide con una crisi delle categorie politiche della modernità, una catastrofe che ci riporta alla guerra di tutti contro tutti come unico sfogo alla paura del declassamento. Guerra simbolica, metaforica, virtuale, finzionale, che dal mondo dei segni sempre più spesso trabocca per andare a contagiare il mondo reale. Nessuna civiltà aveva mai spettacolarizzato tanto il benessere e nessuna aveva mai subito con tanta durezza l'effetto del risentimento che sale quando le promesse non vengono mantenute: trionfano le passioni tristi, gli odi intracomunitari e le teorie del complotto. Dopo aver amministrato per decenni il consenso fabbricando sogni e bisogni, l'industria culturale è diventata una macchina produttrice di paranoia. E se il problema fosse il nostro rapporto con la violenza del linguaggio? Raffaele Alberto Ventura ci guida in un viaggio tra le rovine sontuose della società del benessere, dalla post-verità alla post-politica: incrocia moti di piazza liberamente tratti dai film di Hollywood, ascolta supereroi che discutono di filosofia e si intrattiene con complottisti adoratori di Rihanna, principessa degli Illuminati. Nel mezzo di questo frastuono, ci fa sentire le voci di Hobbes e di Rousseau, esplora le pagine di Dick e di Flaubert, svelando gli "arcana imperii" dietro le illusioni politiche che non funzionano più.
Teoria della classe disagiata
Raffaele Alberto Ventura
Libro: Libro in brossura
editore: Minimum Fax
anno edizione: 2017
pagine: 262
Cosa succede se un'intera generazione, nata borghese e allevata nella convinzione di poter migliorare - o nella peggiore delle ipotesi mantenere - la propria posizione nella piramide sociale, scopre all'improvviso che i posti sono limitati, che quelli che considerava diritti sono in realtà dei privilegi e che non basteranno né l'impegno né il talento a difenderla dal terribile spettro del declassamento? Cosa succede quando la classe agiata si scopre di colpo disagiata? La risposta sta davanti ai nostri occhi quotidianamente: un esercito di venti-trenta-quarantenni, decisi a rimandare l'età adulta collezionando titoli di studio e lavori temporanei in attesa che le promesse vengano finalmente mantenute, vittime di una strana «disforia di classe» che li porta a vivere al di sopra dei loro mezzi, a dilapidare i patrimoni familiari per ostentare uno stile di vita che testimoni, almeno in apparenza, la loro appartenenza alla borghesia. In un percorso che va da Goldoni a Marx e da Keynes a Kafka, leggendo l'economia come fosse letteratura e la letteratura come fosse economia, Raffaele Alberto Ventura formula un'autocritica impietosa di questa classe sociale, «troppo ricca per rinunciare alle proprie aspirazioni, ma troppo povera per realizzarle». E soprattutto smonta il ruolo delle istituzioni laiche che continuiamo a venerare: la scuola, l'università, l'industria culturale e il social web. Pubblicato in rete nel 2015, "Teoria della classe disagiata" è diventato un piccolo culto carbonaro prima di essere totalmente riveduto e completato per questa prima edizione definitiva.
La guerra dei meme. Fenomenologia di uno scherzo infinito
Alessandro Lolli
Libro: Libro in brossura
editore: effequ
anno edizione: 2017
pagine: 186
I meme da anni si vanno imponendo come la forma di comunicazione umoristica di un'intera generazione. Cosa ci dice questo fenomeno del mondo che viviamo? A partire da una scienza, la memetica, nata 40 anni fa con Richard Dawkins e poi andatasi dissolvendo, il meme si presenta a oggi come dispositivo linguistico, anzi come linguaggio vero e proprio, con codici e obiettivi determinati. Un saggio, quindi, fatto per raccontare cos'è a oggi il meme, indagando proprio l'evoluzione di questo linguaggio, nelle sue funzioni, nei suoi fondamenti culturali, intrecciando storia, semiotica e politica, passando per community di memers, "Alt-right" Donald Trump, gruppi di nerd e sottoculture. Il meme diventa così anche un paradigma attraverso cui leggere il contemporaneo, una forma di comunicazione visiva da interpretare non senza un chiaro sospetto: che il fenomeno non sia, a una più attenta osservazione, al riparo dalla propaganda politica. Prefazione di Raffaele Alberto Ventura.

