Libri di Stefano Ghidinelli
Le metamorfosi del diario poetico. Sbarbaro, Ungaretti, Saba, Montale
Stefano Ghidinelli
Libro: Libro in brossura
editore: Unicopli
anno edizione: 2022
pagine: 259
Che cos'è un diario poetico? Esiste davvero un genere o sottogenere novecentesco identificabile con questa formula? Il modo più proficuo di indagare il ruolo che la forma-diario ha giocato, nel modellare le prassi di scrittura e lettura della lirica novecentesca, è considerarla un agente contaminante che, interferendo con le quasi-omologhe strutture del tradizionale canzoniere, ne orienta la metamorfosi verso una gran varietà di esiti ibridi. Nello "spettro di modulazione generica" della diarizzazione del canzoniere si può cogliere allora il modo in cui in poesia si manifesta quel processo di «romanzizzazione» che secondo Bachtin perturba e rivitalizza l'intero sistema dei generi della letterarietà moderna. Il libro indaga questa dinamica trasformativa in due stagioni cruciali del primo Novecento. Se Pianissimo di Sbarbaro e L'Allegria di Ungaretti sono fra le opere che più concorrono, nell'atmosfera sperimentale di inizio secolo, a rifondare in termini diaristici il "patto di lettura" del moderno libro lirico, Trieste e una donna di Saba e Ossi di seppia di Montale - con le loro complesse operazioni di sintesi modernistica fra espressivismo e tradizione - confermano l'ormai ineludibile funzione della forma-diario come potente dispositivo di mediazione fra esigenze compositive difformi, che rianimano con ricchezza plastica il genere lirico attraendolo nella zona del contatto vivo con il presente aperto della contemporaneità.
La poesia in archivio. Progetti autoriali e processi editoriali
Libro: Libro in brossura
editore: Unicopli
anno edizione: 2019
pagine: 131
Guardare alla poesia novecentesca attraverso il filtro impuro, frastagliato e mosso degli archivi autoriali ed editoriali, significa considerare che le parole della poesia prendono sempre forma e vita nella interazione intensa e spesso conflittuale con altre parole. Mai come in un archivio è così tangibilmente evidente che il «lavoro del poeta», a dispetto di ogni supposta separatezza e autonomia, è già sempre innervato da un brulicante reticolo di relazioni dialogico/responsive con altre soggettività, altre intenzioni e attese. L'archivio si fa così luogo d'osservazione privilegiato della capitale tensione che si istituisce fra progetti autoriali e processi editoriali: tra l'intenzionalità creativa di chi scrive, nella sua complessità di armoniche, doppifondi, interne contraddizioni; e le specifiche intenzionalità messe in gioco dalle tante figure e strutture deputate a mediarne la socializzazione. È anche così che si declina e manifesta quella peculiare forma di ascolto dell'altro che è l'immaginazione poetica: nella progressiva messa a fuoco di un destinatario da raggiungere, al quale orientare la doppia natura di risposta e appello dell'opera. Rilanciando l'idea di cultura modernamente plurale e policentrica che informa un archivio come il Centro Apice della Statale di Milano, il seminario annuale "I poeti di Apice" – di cui questo volume restituisce il primo esito –, intende farsi occasione per questa sfida. I saggi qui raccolti la affrontano con nitidezza di sguardo e varietà di approcci, mentre ci offrono uno scheggiato percorso attraverso i laboratori di alcuni protagonisti del nostro secondo Novecento poetico: da Eugenio Montale a Vittorio Sereni, da Giovanni Giudici a Antonio Porta a Remo Pagnanelli.
L'interazione poetica. Modi di socializzazione e forme della testualità della poesia italiana contemporanea
Stefano Ghidinelli
Libro: Copertina morbida
editore: Guida
anno edizione: 2013
pagine: 264
Come nasce, in Italia, la poesia moderna? E quale funzione assolve, oggi, la categoria di "genere" in poesia? Rispondere a queste domande significa riconoscere che la poesia è una forma di interazione sociale complessa, in cui l'intenzionalità degli autori si esprime nel rapporto dialogico e concorrenziale con quella dei lettori, dei critici, degli editori. Nell'incontro con il sistema letterario dell'età borghese, sono anzitutto le condizioni reali dell'attività poetica a subire una trasformazione profonda: la nascita del moderno formato "libro di poesia" ridefinisce la cornice istituzionale della scrittura in versi, rinegoziando le norme che per secoli ne avevano sancito la specificità. Il principale compito che i poeti novecenteschi sono chiamati ad assolvere è quello di costruire originalmente e rendere riconoscibili per chi legge le convenzioni in base a cui sono organizzati i loro testi e i loro libri. A esserne meglio illuminata è la caratteristica instabilità delle modulazioni di "genere" della poesia contemporanea: le infinite possibilità di declinazione, combinazione e ibridazione, che i poeti dell'ultimo secolo hanno saputo trarre da poche forme macrotestuali primarie.
Vittorio Betteloni. Un poeta senza pubblico
Stefano Ghidinelli
Libro: Libro in brossura
editore: LED Edizioni Universitarie
anno edizione: 2007
pagine: 190
La vicenda poetica di Betteloni (1840-1910) rappresenta un caso paradossalmente esemplare delle dinamiche di modernizzazione che investirono il sistema letterario italiano. Fautore di un deciso superamento dei moduli espressivi del tardo romanticismo pratiano-aleardiano, ma estraneo allo sperimentalismo della pur vivace avanguardia scapigliata, Betteloni individua il presupposto ineludibile per un rinnovamento della poesia italiana nel dialogo con un nuovo pubblico di lettori: alla media e piccola borghesia urbana è elettivamente rivolto il suo libro d'esordio, In primavera (1869). Lo spazio inedito accordato ai procedimenti dell'ironia, la stratificazione a più livelli della voce, la sistematica diffrazione del punto di vista rappresentativo corrodono dall'interno la rigida struttura del monologismo lirico tradizionale, e mirano a raggiungere una sintesi contrappuntistica tra i ritmi della 'prosa' e della 'poesia', del canto spiegato e della discorsività narrativa. Il clamoroso insuccesso del libro rivelò la carica anacronistica del progetto. Eppure, proprio nel suo esito fallimentare, l'ambiziosa proposta betteloniana conserva ancor oggi una prorompente carica suggestiva.