Libri di Stephen G. Fritz
Frontsoldaten Il soldato tedesco di prima linea nella Seconda guerra mondiale
Stephen G. Fritz
Libro: Libro in brossura
editore: ITALIA Storica Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 340
Alois Dwenger, scrivendo dal fronte nel maggio del 1942, lamentava che la gente dimenticasse “le azioni dei semplici soldati. Credo che il vero eroismo stia nel sopportare questa terribile vita quotidiana”. Esplorando la realtà del “Landser”, il soldato tedesco medio nella seconda guerra mondiale, attraverso lettere, diari, memorie e testimonianze orali, il ricercatore storico Stephen G. Fritz fornisce il resoconto definitivo dell’esperienza di guerra del soldato tedesco al fronte. I resoconti personali di questi soldati, la maggior parte dei quali provenienti dal fronte russo, dove prestò servizio la maggioranza dei fanti tedeschi, dipingono un ritratto ricco di sfumature del “Landser” che illustra la complessità della sua vita quotidiana. Con capitoli dedicati all’addestramento, alla visione diretta dei combattimenti, alle condizioni di vita, allo stress da combattimento, alle sensazioni personali della guerra, ai legami di cameratismo e spirito di corpo, all’ideologia e alla motivazione, Fritz offre un senso di immediatezza e profondità, rivelando la guerra attraverso gli occhi di questi “uomini comuni”.
Hitler, il primo soldato
Stephen G. Fritz
Libro: Libro in brossura
editore: LEG Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 559
Dopo l’umiliante sconfitta della Seconda guerra mondiale, molti generali tedeschi pubblicarono biografie e memorie in cui incolpavano il Führer e le sue decisioni impulsive per la crisi della leadership militare tedesca, in passato brillante. Stephen Fritz decostruisce la caricatura di un Hitler impreparato militarmente e sottolinea i tratti più coerenti ed efficaci della sua visione strategica dalla salita al potere alla fine della guerra. Nell’immaginario collettivo liberale, il male è l’assenza della ragione, così la tendenza è quella di considerare Hitler una persona irrazionale; egli, tuttavia, pensava e agiva secondo una propria logica, seguendo il suo istinto e le sue intuizioni, mentre il dinamismo e la sua mente pericolosamente creativa davano forma a una versione della storia difficile da confutare, mirata a vendicare i presunti insulti rivolti alla Germania dopo la grande Guerra e a inseguire una vocazione egemonica. Hitler ha poi innalzato il suo obiettivo politico-ideologico, trasformandolo in intento esistenziale. Per nutrire un desiderio, tuttavia, bisogna anche possedere i mezzi necessari per realizzarlo, ed egli capiva bene che la Germania era manchevole da questo punto di vista: avrebbe dovuto conquistare un Lebensraum (lo spazio vitale) in una guerra che, dal momento che sarebbe stata combattuta per l’esistenza stessa della nazione, avrebbe avuto un carattere assoluto, senza spazio per compromessi. Riuscì inoltre a comprendere meglio dei suoi generali che quella guerra avrebbe inasprito gli animi al punto che i suoi nemici sarebbero stati ben poco inclini a negoziazioni o a compromessi di sorta; anche per loro, sarebbe diventata una questione di vittoria o distruzione assoluta.

