Libri di Vito Lorenzo Dioguardi

Un'immagine nuova di Federico II di Svevia, tra cronache coeve e storiografia attuale, tra aneddoti, novelle e leggende nere. Amato dai contemporanei, rispettato dagli avversari, rimpianto dai posteri. Re, imperatore, mecenate, legislatore visionario, padre della lingua italiana, promotore della rappresentatività popolare, riformatore della Chiesa, cosmopolita... Nella sua amata Foggia convennero i grandi spiriti del XIII secolo in una Magna Curia dalle tante lingue, religioni e culture. Federico fu "Magno" come pochi grandi personaggi della Storia: è il momento di riscoprirlo davvero.

"Necrologio dell'Hapax legomenon" è un prosimetro che affronta il tormento dell'esistenza con acuta ironia e la visione della morte durante la pandemia da Covid 19. Diviso in Capitoli e Anamnesi rappresenta una meditazione originale sull'unicità della vita che fugge e sulla malattia dei versi da cui guarire.

Se sei un soldato, prima guerra mondiale, fucile in mano e zaino sulle spalle, non puoi avere esitazioni o dubbi. Queste poesie ripercorrono la storia gloriosa e vittoriosa di Diomede Prencipe, in guerra a Doberdò.

Un giustiziere diverso. Una sorte diversa. Tutto terribilmente come sempre.

Stefano è un marito ed un padre di famiglia come tanti. I suoi pensieri sono in crisi. Le domande saranno troppe. Gerusalemme avrà le risposte?

Ogni giorno incrociano le proprie strade. Ogni giorno vicini, ognuno sogna da sé. Tante vite per un solo sogno...

Di Ulisse ha il coraggio trepido, di Circe l'azzurro cuore pieno di mare. Telegono è il principe-mago che varcherà la rotta delle infinite solitudini della propria anima.

In Rak'a Rakà l'autore si interroga sul senso del dolore e della morte, della preghiera e della speranza, della scelta tra bene e male. Prendendo spunto dall'attualità segna una galleria di eroi comuni da cui prendere ispirazione, marca in poesie in latino e in romanesco la distanza tra l'anima popolare dell'ironia del suo popolo e della maschera ufficiale di corte, affida alla fede il compito di unire tutti gli uomini nel sogno di una pace che è presenza invisibile di quanti hanno inciso il proprio nome nel destino degli altri.

Stavolta il nemico è l'unica vittima. Non ha eserciti né armi, ma solo sangue e ulivi. Chi salverà l'Impero di Roma? L'uomo-dio? Io?