Libri di A. Pane (cur.)
Antonio Pizzuto. Sullo scetticismo di Hume
Libro: Copertina morbida
editore: Palermo University Press
anno edizione: 2020
pagine: 177
Carteggio di Raffaello Ramat. Carteggio Ramat-Russo, Ramat-Barile, Ramat-Delle Piane, Ramat-Fiore
Libro: Copertina morbida
editore: Polistampa
anno edizione: 2013
pagine: 328
Roberto Pane tra storia e restauro. Architettura, città, paesaggio
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2010
pagine: 605
"A circa ent'anni dalla scomparsa di Roberto Pane e dalla pubblicazione di una raccolta di suoi saggi è sembrato doveroso rendere omaggio con un convegno, di cui qui si pubblicano gli atti, a un maestro che ci ha insegnato che «la cultura non può difendere e conservare la propria autenticità se non affermando una sua politica; e che questa politica non può essere quella del potere, poiché le spetta il compito - e insieme il coraggio - di essere critica intransigente ed autonoma a qualsiasi potere». Nel volume si ritrovano riflessioni, condotte da studiosi appartenenti a più generazioni, su temi fondativi nel pensiero di Roberto Pane ma anche su questioni finora meno esplorate e pur meritevoli di ulteriori approfondimenti. Dai saggi emerge come i numerosi relatori del convegno abbiano stabilito una dialettica con i più remoti saggi di Pane e con quanto già pubblicato in merito alla sua riflessione, apportando ulteriori e diverse interpretazioni; tutto ciò allo scopo di cogliere quanto, del lavoro profuso dal maestro, possa oggi essere ancora oggetto di continuità e di estensione, sia pure problematica." (S. Casiello)
Testamento
Antonio Pizzuto
Libro: Copertina morbida
editore: Polistampa
anno edizione: 2009
pagine: 312
Apparso nel 1969 e mai riedito, Testamento conclude la trilogia delle 'lasse', inaugurata da Paginette e proseguita con Sinfonia. L'autore ne parla come di una "autobiografia senza attore, senza futili madeleine, né storia". Mediante l'abolizione del personaggio e la progressiva rinuncia ai tempi finiti del verbo, Pizzuto vi sperimenta un modulo narrativo sempre più coerente con il suo 'indeterminismo', dove la "plastica dei fatti, dei fatti individuali", lascia il posto a traiettorie di eventi in fieri che testimoniano il "moto universo", l'incessante metamorfosi in cui si risolverebbe il reale, conducendo verso i rarefatti geroglifici verbali delle opere estreme (Pagelle, Ultime e Penultime, Giunte e virgole, Spegnere le caldaie). La fabula di Pizzuto - che conserva la sua materia autobiografica, familiare, quotidiana, 'minore', e continua a svariare liberamente, con passaggi fulminei, nei luoghi e nei giorni: dai remoti ricordi siciliani al presente della casa romana di via Fregene e del suo circondario - raggiunge qui una virtuosistica densità, complicata dalla drastica decurtazione del contesto e dal decremento delle "parti procedurali" del discorso, fino agli elementari connettivi costituiti dagli articoli e dalle preposizioni.