Libri di Adriano Voltolin
Psicoanalisi come critica
Adriano Voltolin
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 192
Freud si augurava, in uno scritto del 1926, che la psicoanalisi non divenisse un semplice capitolo dei manuali di medicina: essa avrebbe dovuto, secondo il suo fondatore, assieme alle altre scienze dell’uomo, contribuire ad affrontare i problemi che alla vita degli uomini si propongono. È il passaggio nella Geworfenheit heideggeriana quindi, il mestiere di vivere. Bion ci ha mostrato del resto come lo sviluppo della mente non sia affatto un progresso naturale e biologico, ma un lavoro di scambio con un’altra mente che possiede capacità di elaborazione e rappresentazione. Il volume propone, assieme a una riflessione sulla struttura della mente in psicoanalisi, una serie di contributi nei quali la teoria psicoanalitica del funzionamento della mente (l’unica cosa di cui siamo – noi psicoanalisti – veramente esperti, aveva detto Hanna Segal) aiuta a capire in modo più approfondito la trama dell’ordine simbolico. Arte, letteratura, cinema, piccoli fatti della vita quotidiana ci si presentano come manifestazioni frutto delle individualità e del caso piuttosto che come un tessuto che ha un rovescio (nel senso in cui Lacan usa questo termine) che (ri)costruisce il processo attraverso il quale essi si sono prodotti e manifestati. La psicoanalisi si presenta allora come scuola del sospetto secondo l’espressione di Paul Ricoeur, il vedere ciò che appare un punto di partenza invece come l’esito di un processo in cui si intrecciano, ci aveva detto Marx nell’Introduzione alla critica dell’economia politica, motivi economici, sociali, psicologici. Una psicoanalisi come critica dell’esistente.
Lo spazio, la città e la mente. Un'esplorazione psicoanalitica
Adriano Voltolin
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 150
La dinamica della nascita della città, la sua stessa mitografia, ci dicono della fondazione di un luogo circoscritto dove gli uomini si radunano per proteggersi dai pericoli provenienti da ciò che sta fuori. Il volume propone un’indagine sull’evoluzione della città, da luogo di rifugio delle genti a città-mondo (Augè), introducendo però un vertice di osservazione psicoanalitico, grazie al quale è possibile individuare nei pericoli e nei “mostri” la proiezione di angosce primarie che riguardano l’essere abbandonati senza più la protezione di oggetti d’amore fondanti la nozione mentale del Sé. È però il concetto stesso di spazio, che ci ha dato la fisica classica e la filosofia kantiana, ad apparire fondato sull’angoscia: quest’ultima crea una specifica immagine mentale dello spazio. La fondazione della città, di un luogo, destinato ad attenuare le passioni, presuppone una separazione non pacifica dalla campagna (luogo di provenienza degli approvvigionamenti della polis). La lettura di questa separazione come di un attacco invidioso al seno, consente di cogliere in modo più articolato il tema dell’opposizione città-campagna, che ha costituito parte non secondaria della riflessione di Gramsci sulla storia d’Italia. La città medioevale, quella dell’industrialismo e quella del capitalismo finanziario sono molto diverse tra di loro e una riflessione psicoanalitica è in grado di comprendere vicende storico-urbanistiche apparentemente contraddittorie. La città infine della globalizzazione, dove gli esseri viventi appaiono come monadi superflue della big data society, pare aver prodotto un progressivo immergersi nel presimbolico, cioè in quel che osserviamo nelle patologie che vengono dall’impossibilità di sopportare la caesura e che Lacan individua nella figura complessa del sinthomo.
Dall'io a noi
Adriano Voltolin, Luigi Borgomaneri
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 104
Nella prospettiva psicoanalitica il passaggio dall’“io” al “noi” comporta un movimento dialettico, continuo e mai concluso, che dal mondo interno, dominato dalla fantasia per la quale la vita consiste nella piena giustificazione della realizzazione delle proprie pulsioni, si apra a un’esistenza vista come esperienza del mondo e sviluppo di relazioni. Passaggio che presuppone lo sviluppo di una capacità di sopportazione dell’angoscia da costruirsi attraverso le difficoltà del sentirsi gettati nel mondo. Se ciò è ripercorribile nello sviluppo individuale, ancor più evidente appare nelle dinamiche storiche e sociali, nelle quali l’“altro” compare come il nemico, l’estraneo, l’elemento da contrastare o sfruttare.
Cultura del terrore
Franco De Masi, Aldo Giannuli, Vittorio Morfino
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 158
Gli atti di terrorismo, che colpiscono crudelmente molti cittadini inermi di ogni parte del mondo, impressionano spesso per quella che appare come una mancanza di logica: che responsabilità avranno mai i passeggeri in un aeroporto o in una stazione di autobus per atti che altri compiono, spesso a loro totale insaputa, in altre parti del mondo e in scenari completamente diversi? Lo sforzo degli autori del libro è quello di indagare appunto ciò che, prima facie, appare inspiegabile. Che cosa fa sì che emerga progressivamente nella mente di molti individui, e nella mentalità dei loro gruppi di riferimento, la fantasia di una distruttività che non individua nemmeno più un oggetto meglio definito, ma solo un grumo di elementi indefiniti e comunque ostili? L’idea freudiana che le rappresentazioni inconsce non si formino a caso, ma che seguano percorsi piuttosto rigidi, potrebbe essere vista come l’idea base di questo volume; si cerca in effetti nelle sue pagine di mettere in rilievo come il terrorismo sia il frutto di una cultura del terrore che ha molti padri, quasi tutti pronti a disconoscerlo come creatura propria. La storia dei rapporti politici, sociali, culturali e psicologici tra popolazioni dominate, nell’epoca del colonialismo classico, e paesi dominanti, ha non solo lasciato resti importanti, ma anche prodotto ulteriori fatti e relazioni che hanno aumentato a dismisura il magma di risentimento, odio, senso di emarginazione e desideri di rivalsa che paiono oggi dominare il mondo intero.
Il giuramento di Annibale. Le Brigate rosse: un vertice di osservazione psicoanalitico
Adriano Voltolin
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 203
Il volume prende in esame, a partire da memorie e testimonianze, il tragitto formativo del gruppo fondatore delle Brigate Rosse. L'idea di fondo di una parte del gruppo era quella di ristabilire le ragioni di chi si batté per un'idea di Stato in cui prevalessero uguaglianza, giustizia e libertà. Il contesto in cui nascono le BR è quello degli anni Settanta, in cui i grandi movimenti studenteschi e operai del decennio precedente erano andati progressivamente affievolendosi mentre la reazione politica e ideologica si rafforzava. Partendo da quella che in psicoanalisi è la relazione ambivalente con il padre, in questo libro si cerca di focalizzare il significato della vendetta in nome dei valori del padre. Storie individuali e relazioni simboliche si intersecano sino a formare un nodo terribile, la cui durezza finisce in un tragico fallimento per i brigatisti e in un comodo appiglio per le classi dirigenti di allora: per autoassolversi e dimenticare il proprio fallimento, meno sanguinoso, ma forse più tragico.
Critica della mente innocua. Gruppo e legame sociale in Bion
Adriano Voltolin
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 120
Il lavoro di Bion sui gruppi consente di guardare da una prospettiva diversa aspetti della società, della politica e della storia che erano pur stati intuiti da grandi filosofi e pensatori otto-novecenteschi: si pensi all'ideologia come falsa coscienza in Marx, alla funzione della morale in Nietzsche o a tutto ciò di cui Wittgenstein dice che si deve tacere. L'indagine di Bion, partita con l'esperienza di lavoro terapeutico compiuta con i militari colpiti da shock durante la seconda guerra mondiale, approfondisce il ruolo svolto dal gruppo nella vita individuale di ognuno. L'individuo necessita del gruppo in quanto questo costituisce un rifugio psichico contro le angosce primarie. Attraverso la creazione di una propria mentalità, il gruppo si pone in relazione con la società attraverso modalità varie che convergono sempre nella difesa della propria identità.
Minima immoralia. Volume Vol. 1
Adriano Voltolin
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2016
pagine: 168
I contributi che appaiono in questo volume funzionano come una lente di ingrandimento che consente di vedere più nitidamente, o, meglio, sotto una prospettiva diversa, fatti ed opinioni che, nell'ottica dell'informazione, assumono profili deformati e talvolta grotteschi. Si tratti di eventi drammatici di risonanza mondiale come il virus Ebola o la strage di Parigi del gennaio 2015, di fatti minori ma che hanno riscosso interesse nell'opinione pubblica, come l'uccisione di un'orsa, e anche di notiziole di poca importanza come le nuove tecnologie applicate alla produzione di bambole erotiche. Il punto di osservazione psicoanalitico e critico focalizza il ruolo discorsivo dell'informazione e dell'ideologia correnti che, vicendevolmente, si rinforzano producendo dei paradossi - vere e proprie psicopatologie - per i quali una catastrofe appare come una piaga in un corpo sano e alcuni comportamenti patologici divengono non molto di più e di diverso di curiose originalità.
Il rifugio e la prigione. La psicoanalisi tra clinica e critica
Adriano Voltolin
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2013
pagine: 172
Il quadro di sofferenza mentale oggi probabilmente più diffuso riguarda la difficoltà di entrare in relazioni profonde con gli altri. La tendenza è quella di proteggersi entro strutture che tendono a divenire col tempo luoghi mentali dai quali non è poi più possibile uscire: gioco compulsivo, videodipendenza, internet e così via. Anche nella società assistiamo ormai da anni al progressivo affermarsi di gruppi ed associazioni che trovano in un tratto identitario la ragione della propria esistenza: dai tifosi della squadra calcistica locale agli appassionati di cucina, dai sostenitori delle radizioni localistiche agli amanti del trekking, vi è una fioritura di gruppi che sostengono di fatto la frammentazione come sicuro rifugio in una società divenuta "mucillaggine". L'indagine psicoanalitica rileva come la psicopatologia individuale sempre più spesso si coniughi oggi, fino a confondervisi, con le nevrosi della comunità in quanto tali.
Il rilievo e lo sfondo. Clinica della pulsione gregaria
Adriano Voltolin
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2006
pagine: 192
Che cosa accade "quando la frammentazione e l'angoscia che vi pertiene, smarrita la trama unificante dell'io, si raddoppiano in una società dove ogni oggetto è fungibile e il desiderio è trasformato in bisogno?" Ecco l'interrogativo che, nelle parole del suo autore, questo libro vuole porsi. La ricerca di una risposta muove allora dalle opere capitali del Freud degli anni Venti del Novecento, dove il padre della psicoanalisi pone interrogativi fondamentali per chi deve governare e chi deve curare. La disamina proposta dal testo porta così all'attenzione del lettore quelle forme patogene della società, colte da Freud come da Adorno, che, per essere altamente coerenti con l'ideologia diffusa, sfuggono più facilmente allo sguardo.
Melanie Klein
Adriano Voltolin
Libro
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2003
pagine: 256
È innegabile che il progressivo affermarsi del pensiero kleiniano nelle società psicoanalitiche europee (molto meno negli Usa) ha pagato un certo prezzo in termini di rigore di pensiero. Certe parti della teoria di Melanie Klein paiono infatti aver subito una revisione, perlopiù tacita. La riproposizione che qui viene offerta del lavoro della psicoanalista austro-britannica ci presenta, in un percorso che attraversa i luoghi centrali del suo pensiero, una lettura che colloca Melanie Klein tra i pensatori più rilevanti - non solo all'interno della disciplina psicoanalitica - del moderno e della sua crisi.
La notte dell'anima. Il simbolo e la simbolizzazione nella teoria e nella pratica psicoanalitica
Adriano Voltolin
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2000
pagine: 160
La questione del simbolo nella teoria e conseguentemente nella clinica psicoanalitica ha avuto un destino contraddittorio. E' stata infatti trattata come argomento di primaria importanza ed insieme trascurata nella sua straordinaria portata. Il simbolo è stato in effetti visto, prima dello sviluppo della scuola klieniana, come un ostacolo nevrotico e successivamente addirittura come il motore principale dello sviluppo psichico infantile. La concezione invece che del simbolo si può trarre dalle culture che hanno dato origine alla civiltà occidentale, ci consente di ripercorrere la storia di questo concetto nella teoria psicoanalitica secondo un taglio assai diverso da quello prima indicato.