Libri di Amedeo Di Francesco
Il Danubio e i fiumi di Babilonia. Studi sulla letteratura ungherese moderna e contemporanea. Ediz. italiana e ungherese
Amedeo Di Francesco
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 2021
pagine: 220
'Endre Ady (1877-1919) – il primo grande esponente del Novecento letterario ungherese – definì l’Ungheria una Traghettolandia bilicata sempre fra Oriente e Occidente poiché legata al mito della patria ancestrale euro-asiatica e allo stesso tempo attratta dalle raffinatezze europee. La confessione del Danubio (1907) è una sua dissacrante rêverie i cui versi contengono un’analisi impietosa della situazione geopolitica dell’Ungheria e dell’Europa centro-orientale. Il “dialogo” con il Danubio verte su un tema scottante in un’Europa che andava precipitando nel baratro della Prima guerra mondiale: il destino storico del suo Paese e dell’intera regione. Le sue parole sono profetiche, il risultato di quella cieca avventura lo conosciamo. Il quadro delineato allora conserverà la sua attualità nei decenni successivi. I trattati di pace generano la sindrome del Trianon. L’antica, vecchia Ungheria di Gyula Krúdy (1878-1933) non c’è più e la pur detestata Duplice Monarchia produce nostalgie immortalate nei virtuosismi (...)'.
Il liuto, la penna, la spada. Studi sulla letteratura ungherese del Rinascimento e del Barocco
Amedeo Di Francesco
Libro: Libro in brossura
editore: NEU
anno edizione: 2020
pagine: 188
La corte di Mattia Corvino e Beatrice d’Aragona ospitava a Buda – secondo la testimonianza di Galeotto Marzio riportata nel suo De dictis ac factis regis Mathiae (1485) – anche «musici e cantori che nei convivi, accompagnati dal liuto, cantavano in lingua patria le gesta dei forti». Quella tradizione narrativa non solo sopravvisse alla fine dell’Ungheria corviniana, ma si evolse e si consolidò all’interno di un “genere letterario” che, collocato fra oralità e scrittura, rappresentò una sorta di contenitore formale di testi composti secondo le tecniche della oralità secondaria. Il menestrello ungherese – che non raramente partecipava alle campagne militari del suo signore – si fece litteratus. I suoi strumenti furono il liuto e la voce, la spada e la penna.