Libri di Andrew Feenberg
La critica radicale di tutto ciò che esiste. Natura e rivoluzione in Herbert Marcuse
Andrew Feenberg
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2025
pagine: 304
Herbert Marcuse è stato uno dei filosofi più celebri del Novecento. Personalità di spicco della Scuola di Francoforte, raggiunse la fama a livello mondiale con il Sessantotto, quando divenne la figura di riferimento di un’intera generazione in fermento. Due suoi libri straordinari, “Eros e civiltà” e “L’uomo a una dimensione”, condensano le speranze utopiche e i timori distopici di quell’epoca. Antimperialista e sostenitore delle battaglie per i diritti civili, ha denunciato il consumismo di una società che, con l’estrazione incontrollata di risorse naturali a scopi produttivi, ha devastato il pianeta. A partire dalle sue memorie personali, Andrew Feenberg ripercorre con rigore le tappe fondamentali e maggiormente controverse del pensiero del grande filosofo tedesco: l’interpretazione giovanile di Marx, la lettura di Heidegger, Hegel e Freud, la critica della tecnologia come strumento ambivalente di dominio e liberazione. Emerge così un Marcuse inaspettato, che ha ancora molto da dirci sulle storture della società capitalista e sulla catastrofe climatica in corso. Introduzione di Giorgio Fazio.
Tecnologia in discussione. Filosofia e politica della moderna società tecnologica
Andrew Feenberg
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 2002
pagine: 317
L'impatto della tecnologia sulla struttura delle società moderne è al centro della riflessione di Andrew Feenberg. L'accresciuta sensibilità ambientale, la ricostruzione critica delle tecnologie della comunicazione e della sperimentazione medica sono alcuni dei temi che permettono un ripensamento del rapporto tra uomo, tecnologia e società. Con riferimento al dibattito intorno alla tecnologia del secondo dopoguerra e al pensiero dei filosofi che si sono occupati di filosofia della tecnica, Feenberg sostiene l'impossibilità di escludere la tecnologia dalla nostra vita, non solo per la quantità e la qualità dei dispositivi che usiamo, ma anche per l'influenza che i modelli tecnologici di pensiero hanno sulla struttura delle società in cui viviamo.